Caos concordato, il legale Parrinello: "Troppe dichiarazioni senza fondamento"

Caos concordato, il legale Parrinello: “Troppe dichiarazioni senza fondamento”

Francesca Stornante

Caos concordato, il legale Parrinello: “Troppe dichiarazioni senza fondamento”

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martedì 09 Gennaio 2018 - 18:38

I dubbi e le tante polemiche di questi giorni sul concordato di Messinambiente e sull'operazione che sta coinvolgendo i lavoratori ha spinto a intervenire il legale Parrinello che vuole far chiarezza giuridica e tecnica.

Sul concordato di Messinambiente e sulle procedure che in questi due giorni stanno coinvolgendo i lavoratori per la firma delle conciliazioni, il clima è turbolento. Tanto da spingere il legale della società di via Dogali Marcello Parrinello a intervenire per spendere “qualche parola chiara e giuridicamente fondata” su Messinambiente e sul suo concordato preventivo. Lo scontro sindacale si è fatto ancora più duro, e mentre da un lato Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel hanno presentato un esposto/denuncia, dall’altro c’è la Fp Cgil che comunica che al momento sono 250 i dipendenti che hanno sottoscritto l’atto di conciliazione. “Un dato questo – osservano la segretaria confederale Cgil Messina Clara Crocè, il segretario generale della Fp-Cgil Messina Francesco Fucile e Carmelo Pino componente della segreteria provinciale Fp e la Rsu – che dimostra il senso di responsabilità dei lavoratori nei confronti della città. Un risultato che rappresenta ancora una volta una risposta a tentativi di depistaggio messi in atto da alcune organizzazioni sindacali che non hanno nulla a che vedere con la tutela dei diritti dei lavoratori e del servizio pubblico”.

L’avvocato Parrinello chiarisce di volersi astenere dall'operare qualsiasi valutazione in riguardo alle condotte delle organizzazioni sindacali in questa difficile vicenda. «Non è il mio mestiere e non credo che a nessuno interessi sapere quale può essere il mio giudizio sulle forze sindacali e sulle singole persone che in questi mesi ho avuto la possibilità di conoscere».

Non si astiene però dal replicare a tutte le asserzioni (a volte stranamente perentorie) che sono state fatte in questi ultimi giorni, definendole “senza un briciolo di fondamento né sulle dinamiche dei fatti né sui dati di legge”.

«Tutti sanno e sono consapevoli del fatto che le procedure concorsuali costituiscono una materia molto delicata ed altrettanto complessa, dove prudenza e competenza dovrebbero sempre orientare le condotte ed i commenti di tutti i protagonisti. Bisognerebbe quindi muoversi con molta cura. E così non mi pare stia accadendo specificamente nelle ultime ore».

Parrinello vuole provare a fare un po' di ordine “nelle tante cose che sono state dette sia per singolari messaggi vocali circolati tra i lavoratori, sia nell'esposto dei sindacati”.

«La proposta di concordato prevede la salvaguardia di tutti i posti di lavoro. E questo è un grande titolo di merito della soluzione prescelta. Ancor più grande se si pensa che in altre procedure concorsuali (Alitalia e ILVA solo per citare quelle che sono nelle pagine di tutti i giornali in questi giorni) si parla di tagli alla manodopera per il 40-50%. La proposta di concordato non prevede alcuna riduzione di stipendio o di voce accessoria. Eppure in tutte le procedure concorsuali (ancora una volta: Alitalia ed ILVA) i sindacati sono costretti a contrattare riduzioni degli emolumenti per la manodopera. Ai lavoratori è stato chiesto di accettare che il loro TFR sia posto a carico del Comune di Messina (e non di Messinambiente) e pagato al dipendente al momento in cui costui andrà a cessare dal proprio rapporto lavorativo. Per di più è previsto il versamento di una quota anticipata all’omologa del concordato. E’ stato chiesto altresì di accettare che le ferie invece di essere pagate in moneta alla fine del rapporto con Messinambiente siano concretamente godute durante il rapporto di lavoro con la nuova società Messina Servizi. Non abbiamo mai detto che le ferie dovessero essere pagate in contante. Sia detto, peraltro, in via incidentale che la pag.114 della Proposta di concordato – di cui si parla in un anonimo messaggio vocale inoltrato a tutti i lavoratori – non esiste perché la proposta è composta da sole 82 pagine. (Ndr: è vero che il piano concordatario è composto da 82 pagine, ma la relazione dei commissari giudiziali, a cui evidentemente si riferisce il messaggio, conta 182 pagine).

Ognuno vede che i sacrifici chiesti ai lavoratori sono – nel quadro di una società a rischio fallimento – assolutamente marginali».

Detto questo, che rappresenta la descrizione oggettiva dei dati essenziali e qualificanti della vicenda, Parrinello risponde alle singole contestazioni: «Perché non fare continuare l'attività in capo a Messinambiente? La risposta è semplice e sta già scritta negli atti del concordato: l'attività di Messinambiente – come tutti sanno – costituisce una condizione eccezionale perché già dallo scorso anno il Consiglio Comunale ha previsto che l'attività della raccolta rifiuti nella nostra città sia svolto – in regime di concessione ordinaria – da MessinaServizi e non da Messinambiente. Quindi né al momento della redazione del piano concordatario si poteva prevedere (né per il futuro si può immaginare) che l'attività di raccolta rifiuti sia assegnata alla società priva della regolare concessione e non a quella munita del necessario atto amministrativo.

Perché l'usufrutto e non l'affitto? Anche su questo dato le carte concordatarie parlano da sole: per far partire correttamente MessinaServizi è necessario che questa sia usufruttuaria dei beni e non semplice affittuaria. Peraltro il trattamento giuridico è assolutamente unitario per l'una e l'altra figura. Così come per l'una e l'altra figura si pone il problema della ditta che abbiamo già affrontato e risolto nella nostra richiesta avanzata innanzi al giudice, esonerando Messina Servizi dall'obbligo di utilizzare la ditta altrui.

Infine, è vero che abbiamo detto e scritto che si realizzerà il passaggio di tutti i lavoratori che sottoscriveranno il verbale di conciliazione con la Messinambiente, mentre per quelli che non sottoscriveranno si prevede soltanto il transito sulla SRR. La ragione di questa scelta è elementare: nell'interesse di tutti noi (ed intendo noi cittadini di Messina) non è possibile accettare che transitino sulla nuova società debiti maturati da Messinambiente nei confronti dei lavoratori. Questa soluzione vorrebbe dire che la nuova società nascerebbe già gravata da un debito pesantissimo che la porterebbe al fallimento in pochi anni. E' questo quel che noi vogliamo? Vogliamo dar vita ad una creatura imprenditoriale che da subito non è in grado di funzionare correttamente? Credo proprio di no».

Francesca Stornante

Un commento

  1. Il problema è a monte se non c’è un piano industriale che presenti un costo del servizio accettabile e non la si finisce di ricorrere a ditte e mezzi esterni, comunque la nuova società è destinata al fallimento. Nessuno può infatti pensare che si possa incrementare la tassa già elevata per mantenere un “baraccone”! Alla base di tutto c’è la situazione di dissesto economico finanziario del Comune e l’incapacità politica di dare soluzioni condivise e con chiare prospettive per il futuro! Temo si sia dinnanzi a complicazioni che non hanno solide fondamenta!

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