Dopo le settimane di attesa tanta voglia di essere decisivo per il Messina. Campi difficili, avversari tosti? «Risponderò giocando, ho ancora tante fame»
Sventola la bandiera dell’Honduras su Messina. Leon è pronto ad aiutare i compagni, a divertire i tifosi, a ripagare la società per l’investimento fatto con il suo ingaggio. Più di due mesi dopo dalla firma sul contratto è finalmente a disposizione di Catalano e freme dalla voglia di fare bene. «In questi mesi ho sempre lavorato, provando ad aiutare comunque i compagni in allenamento, con la mia esperienza e l’appoggio umano». Ma perché tutto questo ritardo? Cosa è successo? «Mi hanno rubato i documenti in Honduras e questo è stato solo l’inizio della storia – ha spiegato –. La burocrazia italiana ha molti passaggi e abbiamo perso tanto tempo per sbrigare le pratiche». Tanta voglia, nessuna paura di affrontare avversari duri e giocare in campi poco “accoglienti” per i giocatori tecnici: «Sono cresciuto fino a dodici anni giocando sulla terra, non ho problemi con il sintetico. Credo che chi sa giocare a calcio, può farlo ovunque».
Domani a Paola giocherà nel 4-3-3 disegnato da Catalano: «Preferisco partire largo sulla sinistra per accentrarmi o per smarcare l’attaccante. Posso fare anche la mezzala o l’esterno in un 4-4-2, ma non credo di poter stare nei tre di centrocampo. In attacco c’è tanta concorrenza, meglio per il Messina. Io ho tanto voglia di far vedere la fame che ho». Il Comprensorio Montalto sta preparando una “gabbia” particolare per Leon: «Sarà normale affrontare il gioco duro. Già da domani so che prenderò qualche calcio, ma reagirò giocando. In trasferta non abbiamo ancora trovato l’equilibrio giusto, dobbiamo migliorare e fare meno errori, come facciamo in casa».
Ultimo pensiero per i sostenitori giallorossi: «Con umiltà, spero di regalare loro tante gioie. Cinquemila spettatori in D, sono uno spettacolo: è il Sud che fa la differenza. Speriamo di averne diecimila alla prossima al San Filippo».