Si è spento oggi, 18 luglio 2019, all’età di novanta anni, Luciano De Crescenzo. Scrittore, regista, attore e conduttore televisivo, avvicinò anche i più inesperti alla filosofia antica e ai miti classici.
Giovinezza e prime esperienze
Luciano De Crescenzo nacque il 18 agosto 1928 a Napoli, nel quartiere San Ferdinando, zona Santa Lucia. Qui frequentò le elementari insieme a Carlo Pedersoli, che diventerà famoso come Bud Spencer. Il padre gestiva una ditta di guanti dove, da giovane, De Crescenzo imparò l’arte di intagliatore di pelli.
Si laureò in ingegneria idraulica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II col massimo dei voti, ma incontrò difficoltà nell’applicare il proprio titolo nel settore geologico-geotecnico. Svolse attività di venditore di tappeti e addirittura di cronometrista durante le Olimpiadi di Roma del 1960. Si trasferì poi a Milano, assunto da IBM, per cui lavorò circa venti anni come addetto alle pubbliche relazioni.
La scrittura
Lasciò il lavoro, dedicandosi esclusivamente alla scrittura, dopo il successo della sua prima opera, Così parlò Bellavista. Il romanzo si sviluppa attraverso i dialoghi tra l’ingegner De Crescenzo, il professor Bellavista, il “vice sostituto portiere” Salvatore, il “poeta” Luigino, il dottor Palluotto, napoletano trapiantato a Milano, ed altri personaggi, descrivendo la città di Napoli in tutti i suoi aspetti. De Crescenzo raccontò di aver avuto l’ispirazione da alcuni amici meridionali che gli chiesero una specie di corso propedeutico a questa spedizione lombarda nell’habitat partenopeo.
Sostenitore dell’opera fu Maurizio Costanzo, che invitò spesso De Crescenzo nel proprio salotto televisivo. Anche grazie a questa vetrina, fra il ’76 e il ’77 il libro vendette più di seicentomila copie, venendo tradotto anche in Giappone. Nel corso degli anni De Crescenzo si confermò autore di successo, pubblicando 50 libri che sono state tradotti in 19 lingue e vendute in 25 paesi.
Il cinema
Così parlo Bellavista divenne anche un film diretto e interpretato dallo stesso De Crescenzo nel 1984. La pellicola venne premiata ai David di Donatello e ai Nastri d’argento. Nelle due occasioni De Crescenzo fu nominato miglior regista esordiente e Marina Confalone migliore attrice non protagonista. De Crescenzo diresse anche Il mistero di Bellavista l’anno successivo, 32 dicembre uscito nel 1988 e Croce e Delizia nel 1995. Come attore, invece, aveva esordito nel 1980 ne Il pap’occhio, accanto all’amico Roberto Benigni e diretto da Renzo Arbore.
La divulgazione in tv
Di filosofia e mitologia De Crescenzo si occupò in numerosi saggi, oltre che con una collana a fumetti dedicata soprattutto ai più giovani. Pur ottenendo ottimi risultati di vendite, fu attraverso il mezzo televisivo che poté proporre questi argomenti al cosiddetto grandissimo pubblico. Nel 1991 condusse sulla Rai il programma Zeus – Le gesta degli Dei e degli Eroi.
Signore e signori buonasera, incominciamo con un chiarimento: al tempo di Socrate c’era la televisione. E allora voi vi chiederete: “cosa facevano i Greci in quel tempo senza la tv?” Semplice, ascoltavano i miti. Con questa frase De Crescenzo salutava il pubblico all’inizio di ogni puntata. Col proprio stile ironico e teatrale, caratterizzato da un linguaggio di facile comprensione, De Crescenzo raccontò i miti classici suddividendoli in quattro categorie: I miti degli Dei, i miti degli Eroi, i miti dell’Amore e i miti della guerra di Troia.
Fu lo stesso Luciano De Crescenzo, a proposito dell’attività di divulgazione, a trovare il modo di definirsi: Credo di essere una di quelle scalette con soli tre gradini, che si trovano nelle biblioteche e che consentono di prendere i libri dagli scaffali che stanno più in alto.