Costante nella sua produzione il ruolo centrale del potere dei libri e della letteratura
È morto ieri, a Los Angeles, Carlos Ruiz Zafón. Lo scrittore, nato a Barcellona nel 1964, combatteva da anni con un cancro al colon.
Trilogia della nebbia
Prendendo spunto dal suo insegnante d’asilo, Zafón esordì nel 1993 nella narrativa per bambini e ragazzi, pubblicando Il principe della nebbia. L’opera compone la cosiddetta Trilogia della nebbia insieme a Il palazzo della mezzanotte e Le luci di settembre, pubblicati rispettivamente nel 1994 e nel 1995 (con una successiva revisione di Zafón nel 2007).
L’ombra del vento
Sempre nel 1993, Zafón si trasferì a Los Angeles, unendo l’attività di sceneggiatore alla produzione letteraria. Nel 1999 l’esordio nella narrativa per adulti con Marina, cui segue dopo due anni L’ombra del vento. I primi dati di vendita non saranno entusiasmanti, ma l’opera col tempo conquisterà sempre più lettori. Arriverà a vendere otto milioni di copie (di cui uno e mezzo in Italia) e verrà tradotta in ben trentasei lingue. Grazie a L’ombra del vento Zafón si aggiudicherà inoltre numerosi premi letterari, tra cui il prestigioso Premio Barry per il miglior romanzo d’esordio.
Ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati. Erano i primi giorni dell’estate del 1945 e noi passeggiavamo per le strade di una Barcellona intrappolata sotto cieli di cenere e un sole vaporoso che si spandeva sulla rambla de Santa Monica in una ghirlanda di rame liquido.
«Daniel, quello che vedrai oggi non devi raccontarlo a nessuno» disse mio padre. «Neppure al tuo amico Tomás. A nessuno.»
«Neanche alla mamma?» domandai sottovoce.
Mio padre sospirò, offrendomi il sorriso dolente che lo seguiva sempre come un’ombra.
«Ma certo» rispose a capo chino. «Per lei non abbiamo segreti.» (incipit de L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón)
Le successive opere di Zafón riprendono ambientazioni e personaggi de L’ombra del vento, componendo la tetralogia del Cimitero dei libri dimenticati. Mentre Il gioco dell’angelo (2008) precede gli eventi narrati ne L’ombra del vento, Il prigioniero del cielo (2011)e Il labirinto degli spiriti (2016) si collocano alcuni anni dopo.
Creatore di un sottogenere
Amante del cinema, Zafón immaginava le scene dei propri romanzi in modo cinematografico, e l’attenzione per l’elemento visivo traspare fortemente nella sua produzione.
Altro elemento ricorrente nella sua scrittura è l’unione di fantasy, realismo e giallo, e soprattutto il ruolo centrale del potere dei libri e della letteratura. Proprio per questo, Zafón viene considerato, insieme a Arturo Pérez-Reverte, artefice di un vero e proprio sottogenere.