Il sindacato di categoria Filt: no a soluzioni diverse, ma bisogna che Sacal smetta col disinteresse e l'arroganza con cui tratta i lavoratori
Trasporto aereo, dopo lo sconcerto diffuso tra addetti ai lavori, Istituzioni e stakeholder per le fumose dichiarazioni del presidente Sacal Giulio De Metrio circa il Piano industriale, si fa viva con una nota “al vetriolo” la segreteria regionale della Filt-Cgil.
«Ancora una volta Sacal si distingue per il disinteresse e l’arroganza con cui tratta i lavoratori e i loro rappresentanti – si legge nel testo diramato agli operatori dell’informazione -. Abbiano atteso fino ad ora una convocazione perché si illustrasse anche alle parti sociali il cosiddetto Piano industriale ma per l’azienda di gestione degli scali aeroportuali calabresi il confronto con il sindacato e i lavoratori rappresenta una evitabile perdita di tempo.
C’è più Covid qui che a Bergamo?
Da quello che abbiamo appreso, però, questo Piano industriale è, in sostanza, una sorta di “Bignami” di quello che ha consentito a Sacal di partecipare e aggiudicarsi la gara per la concessione trentennale degli scali calabresi. Un Piano che non è stato applicato e che ci ha visto costretti come Filt-Cgil a esporre fatti e circostanze a cinque Procure della Repubblica. Fatti per cui ci risulta sono ancora in corso indagini.
Ma la cosa che più ci preoccupa è la repellenza con cui il management della Sacal continua a trattare lavoratori e cittadini a cui fa intravedere nel tempo lungo di 15 anni il sol dell’avvenire con più risorse, più passeggeri, più voli, più sicurezza mentre per l’oggi e il prossimo periodo si chiede pazienza perché c’è il Covid che a Lamezia, Reggio e Crotone è più virulento di Catania, Bergamo e Francoforte. Sacal e Regione Calabria hanno tentato di presentare, non riuscendoci, un piano elettorale!», tuona il sindacato cigiellino dei trasporti.
“Bignami” di un Piano improduttivo
«Ma c’è di più – evidenziano i rappresentanti dei lavoratori -: se quel Piano utile per l’aggiudicazione della concessione (che la Filt-Cgil ha potuto avere solo per decisione del giudice del lavoro!) non ha prodotto assolutamente nulla di quello che dichiarava, come può il “Bignami” anche nel tempo lungo avere effetti in grado di rafforzare il sistema aeroportuale calabrese? In sostanza, quale programmazione, quale missione produttiva per i singoli scali, quale e quanta occupazione, quale sicurezza, quali necessari ammodernamenti, quali rapporti con compagnie e altri scali nazionali e internazionali?
Niente, di tutto ciò non c’è proprio nulla se non dichiarazioni future.
E come ci si può fidare di una Società che ci ha costretto nel mezzo del mese di agosto a denunciare agli organi competenti quelle che per noi sono illegittimità che penalizzano lavoratori e qualità del lavoro? In questi mesi abbiamo concordato con esponenti istituzionali lametini che hanno espresso pubbliche perplessità sull’azione della Sacal sul versante dei diritti dei lavoratori e abbiamo sottolineato le giuste proteste dei cittadini e del sindaco di Crotone».
Una nuova società per gestire l’Aeroporto dello Stretto? No, grazie
Ma già solo per tempistica, l’intervento della Filt-Cgil non poteva prescindere dall’esaminare l’ipotesi – che monta, dalle parti di Reggio Calabria – di un’eventuale società di gestione per il solo Aeroporto dello Stretto. E la risposta a Giuseppe Falcomatà è un “no” bello tondo.
«La nostra posizione da anni è chiara: siamo per una unica società di gestione degli scali calabresi, pensiamo assolutamente impraticabili – si legge nel comunicato stampa -soluzioni prospettate da qualche esponente del centrodestra reggino (anche per la non volontà dei singoli soggetti richiamati) e pensiamo che una società aeroportuale per reggere sul mercato e non fare la fine della Sogas debba avere come motore propulsivo soggetti industriali con competenze specifiche e know-how adeguato».
Ipotesi Fontanarossa
«In questo senso – così Filt-Cgil – una possibilità può essere rappresentata dalla società di gestione del Fontanarossa di Catania, il cui mercato con Roma e Milano è sostanzialmente saturo. Ma questa discussione deve essere proposta dopo la conclusione della battaglia per cambiare l’atteggiamento di Sacal che fino adesso non ha lavorato per gli interessi di lavoratori e cittadini, dello scalo internazionale di Lamezia, e degli scali di Reggio e Crotone».
«La MetroCity entri in Sacal»
E specificamente la proposta di Giuseppe Falcomatà, sempre nel senso di una società che gestisca lo scalo reggino?
«Al sindaco della Città metropolitana che ha chiesto su Facebook (ma perché non una tradizionale convocazione con le parti sociali?) anche al sindacato cosa ne pensasse rispondiamo che la nostra posizione non è cambiata: si faccia con chiarezza una vera battaglia contro il disinteresse della Sacal, si tenti fino in fondo la strada della partecipazione societaria – questo l’invito forte dei rappresentanti sindacali cigiellini -, si costruisca una rete regionale istituzionale e sociale in grado, anche con la mobilitazione, di bloccare il disegno distruttore della Sacal, si blocchi il tentativo della Regione di difendere piccoli interessi di bottega e non quello generale dei cittadini calabresi. Alla fine di questo percorso, cominciando da Catania, saremo disponibili a cambiare spalla al fucile per una nuova iniziativa in grado di dare sicurezza allo sviluppo anche dello scalo dello Stretto».
Si chiama aeroporto di REGGIO CALABRIA perché con lo stretto ha solo il confine. MESSINA NON può più prescindere ad avere un proprio AEROPORTO. A Reggio Calabria non avete mai avuto persone che avevano a cuore questo aeroporto ma solo i loro interessi. Il Sud non cambia MAI.