Pubblichiamo il racconto di una lettrice e del suo viaggio di ritorno problematico il 18 luglio, in seguito ai disagi provocati dall'incendio
Ci scrive una lettrice messinese e racconta il suo viaggio di ritorno problematico a causa dell’emergenza di questi giorni.
Vi racconto l’esperienza vissuta martedì 18 luglio da me e dal mio fidanzato (e, insieme a noi, numerosissimi passeggeri) all’aeroporto di Catania. Nonostante le notizie riportate da molti organi di stampa, la situazione a Fontanarossa non è più tranquilla. Ieri l’aeroporto è stato invaso da viaggiatori che avrebbero dovuto viaggiare con velivoli Ryanair, velivoli che però a quanto pare erano stati spostati sull’aeroporto di Trapani senza avvisare i passeggeri. Gli orari di decollo sono rimasti i medesimi di quelli di Catania, ma ovviamente risultava impossibile spostarsi da Messina o Catania verso Trapani, con così poco preavviso, per prendere un volo la mattina presto.
Risultato? Volo perso, nonché estrema difficoltà nel contattare Ryanair, che non ha fornito nessuna forma di sostegno ai passeggeri. Non soltanto la compagnia non ha inviato ai passeggeri alcuna email o sms per segnalare il cambio di aeroporto, ma era irrintracciabile, non rispondendo né alle telefonate dei passeggeri né a quelle delle agenzie di viaggio.
“Noi bloccati all’aeroporto e quante storie di disagio”
Quando io e il mio fidanzato siamo arrivati a Fontanarossa di mattina presto, mentre tutti i passeggeri che volavano con le altre compagnie venivano indirizzati verso pullman diretti agli aeroporti di Comiso e Palermo, noi siamo rimasti bloccati a Catania, mentre il personale aeroportuale ci invitava a recarci in autonomia a Trapani per prendere il nostro volo. Un’impresa che sarebbe stata degna del Guinness World Record, considerato che per fare in tempo avremmo dovuto raggiungere Trapani col teletrasporto. Confrontandoci con altri passeggeri abbiamo avuto modo di apprendere storie di vero disagio: persone che sarebbero dovute partire per effettuare visite mediche e che sono rimaste a terra; una coppia di anziani che, nel corso del proprio volo, è stata informata del fatto che sarebbe atterrata a Trapani, anziché a Catania.
Tanti dubbi, tanta stanchezza e tanta confusione, con il personale di terra che cercava a fatica di venire incontro alle esigenze dei viaggiatori. L’aeroporto di Catania riparte, sì, ma non per tutti.
Con ITA miei parenti hanno avuto solo il disagio di un trasferimento con pullman messo a disposizione della compagnia
Notoriamente -basta leggere i giornali- Ryanair considera l’Italia -e in specie il Meridione- come terra coloniale, non meritevole di rispetto. Anche perché, sempre notoriamente -ripeto: basta leggere i giornali- questa compagnia non fa che minacciare una mese sì e un mese no di abbandonare gli aeroporti siciliani e di altre parti del Meridione, con successiva “genuflessione” degli enti locali, delle società pubbliche o private di gestione aeroportuale, etc., alle pretese di questo vettore. Stando così le cose, non c’è da meravigliarsi del trattamento che riserva ai “clienti” delle nostre parti. Gli organi di controllo dell’aviazione civile, a loro volta, sembrano avere le mani legate, proprio per vie dell’atteggiamento di “superiorità” che quel vettore ha sempre assunto nei confronti delle terre coloniali…
Quanto accaduto sicuramente rivaluta il tanto vituperato e criticato treno.