Sabrina Martorano, prima donna a guidare una sezione dei Marinai d'Italia: «Siamo volontari, le nuove norme rendono insostenibile il canone di locazione»
REGGIO CALABRIA – Una vicenda molto, persino “troppo” italiana. L’importo dell’affitto è ultra-salato, peggio dell’acqua del mare: e allora i marinai dell’Anmi Gruppo Movm (Medaglie d’oro al Valor militare) “Tommaso Gullì” di Reggio Calabria si vedono paradossalmente costretti a lasciare il Porto reggino.
Paradossale. Ma vero: si deve “salpare”…
L’amaro epilogo è reso noto dal presidente della sezione reggina dell’Associazione nazionale Marinai d’Italia (l’Anmi, appunto), sottotenente di vascello in congedo Sabrina Martorano.
«Nuove norme aggravano i costi di permanenza all’interno del Porto e questo spinge i Marinai d’Italia a traslocare modelli d’imbarcazioni, crest e libri fuori dalla sede storica di oltre vent’anni – fa sapere la Martorano –. Al momento non vi sono soluzioni alternative per una nuova sede, ma non si vedrà più il loro simbolo dell’ancora dorata in campo blu svettare come sempre in prossimità degli imbarchi degli aliscafi. Doloroso cambiamento che si verifica a segnare un’epoca».
Tra nostalgia e amara realtà
Non manca, com’è giusto, un articolato riepilogo dei tanti eventi che hanno scandito i vent’anni di permanenza nel sito portuale della sede dell’Anmi reggina.
Dalle celebrazioni svoltesi nel settembre scorso in occasione del 90° anniversario della Costituzione del Gruppo alla presenza dell’ “Amerigo Vespucci” in Porto, sempre nello scorso mese di settembre, alla seconda edizione a vela della manifestazione Marinai solidali, con la partecipazione di atlete paralimpiche reggine di fama internazionale come Giusy Versace e Anna Barbaro.
Decisivo il forte aumento del canone di locazione
Attività e gratificazioni che «scaldano il cuore e riempiono di nostalgia per un tempo passato», evidenziano dall’Anmi.
Un “passato prossimo”, per dire così, che si manifesta come tale per questioni economiche, come spesso accade. «La nostra associazione di volontariato, che si sostiene sulle quote di iscrizione dei soci – argomenta la presidente, prima donna in Italia a ricoprire il ruolo – con tutta la lungimiranza possibile, non può affrontare l’onere dei costi di locazione attuali, fortemente incrementati dal 2022, senza rimetterci, perlomeno nel genere d’attività a cui dedicarsi».
Quello che viene rivendicato quale «contributo culturale» offerto alla comunità reggina e dello Stretto non elimina un dato, rappresentato dalla Martorano: «Per Statuto non possiamo trasformarci in una realtà commerciale. Oggi – è l’amara riflessione dei vertici Anmi di Reggio Calabria – capita a tante associazioni di dover lasciare l’area demaniale. Quindi si chiude la sede storica di sempre per cercare nuovi spazi».
Fermo l’impegno di Martorano & C. a garantire «continuità, nella spinta verso il cambiamento».