Aggressione al comandante Giardina, gli ambulanti rischiano di più

Aggressione al comandante Giardina, gli ambulanti rischiano di più

Alessandra Serio

Aggressione al comandante Giardina, gli ambulanti rischiano di più

sabato 16 Marzo 2024 - 07:00

Accusa aggravata per i Centorrino, sotto processo per le "botte" al comandante della Polizia locale

MESSINA – C’è una svolta al processo per l’aggressione subita dal comandante Giovanni Giardina il 19 ottobre scorso. Il quadro delle accuse ai due ambulanti responsabili è cambiato. Lo ha reso noto la giudice monocratica Adriana Sciglio alla udienza di ieri. Da oggi l’imputazione per Salvatore e Carmelo Centorrino, padre e figlio, costituitisi la sera stessa dell’aggressione, è lesioni aggravate e non lesioni personali semplici. Una accusa più “pesante” e che potrebbe costare loro una pena più rilevante, in caso di condanna.

Le complicanze dell’aggressione

Il capo della Polizia Metropolitana all’udienza precedente aveva infatti deposto in aula e nel confermare la denuncia ha spiegato che dopo essere stato medicato, a caldo, ha continuato ad accusare fastidi e problemi e i medici gli hanno refertato complicanze più gravi rispetto a quanto inizialmente sembrava. In particolare Giardina, difeso dagli avvocati Gianmarco e Salvatore Silvestro, ha avuto problemi ad un occhio per i quali è stato sotto cura quasi due mesi. La giudice ha quindi rinviato tutto al prossimo 19 aprile per consentire tutti gli adempimenti procedurali.

La versione degli ambulanti

I due ambulanti, difesi dall’avvocato Filippo Pagano, valuteranno quindi ora se andare avanti col processo, sentendo i testimoni, o chiudere “la partita” accedendo ad un rito alternativo. I Centorrino hanno sempre sostenuto di aver reagito ad una sorta di abuso di potere del comandante, che li “tartassava” ingiustamente.

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