Agrumigel, Imbesi scagionato in appello

Agrumigel, Imbesi scagionato in appello

Alessandra Serio

Agrumigel, Imbesi scagionato in appello

giovedì 17 Ottobre 2024 - 17:49

Uno dei titolari dell'azienda era stato accusato e ora prosciolto dall'accusa di riciclaggio per una serie di operazioni immobiliari datate

Colpo di scena in appello sulla vicenda Agrumigel, una della più importanti industrie siciliane attive nella trasformazione degli agrumi al centro di diverse vicende giudiziarie, anni addietro. Dopo un primo processo chiuso con una condanna, in appello è stato scagionato Antonino Imbesi, figlio dello storico patron dell’azienda e a sua volta titolare dell’impresa.

La sentenza

La Corte d’Appello di Messina ha annullato la condanna a 5 anni e mezzo di carcere emessa in primo grado e dissequestrato il patrimonio stimato in circa 900 mila euro. L’imprenditore era accusato di riciclaggio nell’ambito di alcune operazioni finanziarie e compra vendite immobiliari compiute tra il 2009 e il 2012. Sotto chiave erano finite anche le sue quote nella società di famiglia.

Il legale ricostruisce gli intricati passaggi giudiziari

“Si chiude così una vicenda complessa. Il  combinato disposto dei provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria milanese e messinese attesta l’innocenza, con formula piena, del mio assistito. La difesa ha sempre sostenuto che il reato presupposto alla base delle successive operazioni di trasferimento di somme di denaro fosse ontologicamente inconfigurabile. La Procura della Repubblica di Barcellona concordava con questa ricostruzione giuridica, la procura milanese invece no. Ma alla fine è stato proprio il Tribunale Penale di Milano a darci ragione. Oltre ovviamente alla Corte di Appello di Messina”, commenta l’avvocato Antoniele Imbesi, difensore dell’imprenditore che si vedrà ora restituito quanto sequestrato, comprese le sue quote nella società di famiglia, congelate-

L’indagine

Gli accertamenti della Guardia di Finanza sfociarono nel sequestro di quasi un milione di euro e due anni fa Imbesi venne condannato in primo grado dal Tribunale di Barcellona a 5 anni e mezzo appunto. Parallelamente si è celebrato un processo a Milano per fatti praticamente analoghi. Il Tribunale milanese ha però assolto Imbesi “perché il fatto non sussiste”. Poi il processo di secondo grado a Messina che ha accolto la tesi dell’avvocato Imbesi: il giudizio non può procedere perché è intervenuta la sentenza assolutoria del Tribunale di Milano. Per Imbesi è quindi un proscioglimento.

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