L'Aiga, associazione giovani avvocati, ha incontrato a Roma il senatore Pillon, proponente del disegno di legge sull'affido condiviso e sulla bigenitorialità e finito al centro di polemiche e divisioni
Una delegazione dell’AIGA – Associazione Italiana Giovani Avvocati – condotta per l’occasione dal Tesoriere nazionale, l’avv. Giovanna Suriano, cui si è aggiunto in corso di riunione il Presidente nazionale l’avv. Alberto Vermiglio (inizialmente impegnato con altra delegazione al Miur) , ha incontrato il senatore Simone Pillon e il senatore Emanuele Pellegrini, per discutere del DDL 735 presentato al Senato lo scorso agosto e di cui sono i primi firmatari, in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità. La delegazione, formata sia dai componenti della Giunta nazionale che dai soci provenienti da diverse sezioni dell’Associazione: da Bergamo a Messina, da Varese a Sulmona e Perugia, solo per citarne alcune e che rappresentano le diverse realtà territoriali, ha discusso con i senatori, in una stanza riunioni del Palazzo dei Beni Spagnoli a Roma.
I senatori firmatari, avvocati, che esercitano la professione, hanno accolto i loro giovani colleghi che in un libero fruire di argomentazioni e ragionamenti tecnici, hanno messo a fuoco la modernità e attualità del DDL, ma anche le sue tante criticità. Sui giornali, sui social, ma anche nelle piazze si urlano le contrapposte posizioni, di chi grida allo scandalo e di chi invece acclama la riforma, da un lato “padri separati” dall’altro “donne/madri vittime”. Tranquillizzo certa stampa che il DDL non intacca l’assegno di mantenimento del coniuge e non chiede l’abolizione dell’aborto, certamente, però, bisognerebbe leggere attentamente e obiettivamente liberi da prevenzioni di bottega, il DDL e ascoltare, senza aggredire, il Senatore Pillon, come ho avuto l’occasione, che con garbo e tanta umiltà, rara nei politici di oggi, ha convenuto con i giovani avvocati che il DDL è da rivedere, ma non sicuramente nei suoi obiettivi volti a restituire centralità all’interesse del minore e responsabilità ai genitori separati.
Coerentemente la relazione illustrativa si apre con l’assunto di Arturo Carlo Jemolo “la famiglia è un’isola che il diritto può solo lambire”, e su questo presupposto sono costruiti gli obiettivi del DDL. Se siano effettivamente raggiungibili attraverso il quadro normativo costruito è tutto da verificare, la certezza però è che le finalità, in parte condivisibili, non tengono conto, e di questo si è parlato ampiamente, di tutta la casistica, assai variegata, in materia di famiglia, con il serio rischio di produrre l’effetto di disincentivare i genitori dal procedere alla separazione e di costringerli a mantenere formalmente intatti nuclei familiari, già sostanzialmente disgregati, con conseguenze gravi e pericolose che mettono a rischio la crescita sana ed equilibrata di quei minori il cui primario interesse invece si vorrebbe e dovrebbe tutelare.
E se il DDL 735 ha raccolto le istanze (in parte legittime) delle associazioni dei padri separati, traducendole in mantenimento diretto, doppia domiciliazione e tempi paritari ed equipollenti, cercando di riequilibrare i piatti della bilancia tra genitore di serie A, più spesso statisticamente la mamma, e genitore di serie B statisticamente più spesso il papà, non ha considerato con la dovuta attenzione quei casi, e non sono pochi, in cui le mamme non sono le streghe cattive, che comandano sui figli, relegando i papà a meri esecutori secondari degli stringati provvedimenti giudiziali, ma sono quelle madri che subiscono violenze fisiche e psichiche e un predominio, se non sudditanza economica dal marito, che concede il minimo necessario per soddisfare le primarie esigenze personali e dei figli, avendo magari potuto godere dell’aiuto e sostegno morale e materiale della donna per fare carriera, mentre quella stessa donna per seguirlo e sostenere la famiglia ha abbandonato studi e lavoro per una scelta che probabilmente ha suo malgrado subito.
Il senatore Pillon ha mostrato grande sensibilità per il tema trattato e la competenza di chi queste problematiche le affronta quotidianamente, nell’esercizio della sua attività professionale, mostrando anche grande apertura verso i suggerimenti che i giovani avvocati hanno voluto dare. Ha chiarito che il percorso di mediazione familiare non è affatto obbligatorio, e non potrebbe esserlo, lo è invece, quale condizione di procedibilità, il solo primo incontro informativo gratuito; ha chiarito che il DDL intende far assumere ai genitori in prima persona, perché solo loro conoscono le esigenze dei figli, la responsabilità di scelte che riguardino la loro quotidianità, mediante la predisposizione del piano genitoriale; ha chiarito che la bigenitorialità con tempi equipollenti e paritari (con i giusti correttivi cui si è discusso ampiamente) restituisce ai figli il genitore non collocatario, perchè è più importante per i bambini avere un rapporto equilibrato e continuo con entrambi i genitori, piuttosto che vederli i canonici due pomeriggi a settimana e fine settimana alternati; ha tranquillizzato i giovani avvocati che il mero rifiuto del figlio non comporterà l’allontanamento del genitore, se non accompagnato da manipolazioni psichiche o da accuse evidentemente false e infondate di abusi e violenze fisiche.
Sul tema del mantenimento diretto, come prevedibile, il dibattito è stato acceso. Le osservazioni, sulla concreta possibilità che la superiorità economica di un genitore rispetto all’altro, in questo contesto possa degenerare e diventare non solo un grave deterrente, ma anche uno squilibrio pesante a danno del genitore più debole, sono state recepite dal senatore Pillon, che ha invitato i giovani avvocati a fornire possibili soluzioni sotto forma di emendamento.
Il tavolo si è aggiornato, di tanto ancora si può e si deve discutere.
I giovani avvocati, dopo la foto di rito, sono usciti soddisfatti da Palazzo dei Beni Spagnoli, per avere trovato apertura mentale e per avere incontrato, non un muro di ostinazione ma la richiesta di collaborazione avendo tutti a cuore lo stesso interesse per i minori, spesso purtroppo dimenticato dai veri protagonisti.
Frida Simona Giuffrida