Barbagiovanni, segretario della Federazione di Messina, rassicura: "Chi va in pensione viene subito sostituito, abbiamo siglato un accordo"
MESSINA – “A Messina chi ha bisogno di prendere un pediatra convenzionato praticamente non può. Sono pochissimi e tutti con liste al completo e man mano vanno in pensione. Che si fa? Chi si occupa di far accedere nuovi medici nelle liste del sistema sanitario nazionale? In questo momento l’unica pediatra convenzionata con posti disponibili è a Villafranca. Da Messina sud io dovrei portare i miei figli a Villafranca”. Una lettrice ci ha scritto, sollevando il problema. Abbiamo contattato l’Asp. Secondo l’azienda, il problema nasce quando si opta per un pediatra che ha già troppi pazienti. Ma non si corre comunque il rischio di rimanere senza pediatri, soprattutto dopo il nuovo accordo nazionale che consente di sostituire subito chi va in pensione. Tuttavia, in questi anni, anche in provincia, il congedo di diversi medici ha comportato molti disagi alle famiglie. E c’è chi ha fatto ricorso ai professionisti privati.
Tanti i pensionamenti e ci sono pediatri con mille pazienti
Una conferma proviene dal dottore Sergio Conti Nibali: “I diversi pensionamenti hanno provocato problemi. Si è creato, per alcuni di noi, un sovraccarico di lavoro. La concorrenza fa bene e una migliore distribuzione nel territorio è un elemento positivo, con una maggiore presenza di colleghi. Si lavora meglio, con più serenità”. A sua volta Tito Barbagiovanni, segretario della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) di Messina spiega il meccanismo che regola i medici convenzionati con il sistema sanitario nazionale: “Ci deve essere un pediatra ogni 600 bambini dell’età da 0 a 5 anni (5 anni e 364 giorni, n.d.r.). Poi abbiamo le deroghe per ricongiungimento familiare, come un fratellino o una sorellina, e per bambini provenienti da Paesi non comunitari. Si può arrivare ad avere 880 piccoli pazienti ma non ci possono essere più di 120 deroghe. C’è chi, al massimo, raggiunge la quota di mille pazienti, con le varie deroghe”.
“Con l’accordo collettivo nazionale un pediatra va in pensione e ne subentra un altro”
Continua Barbagiovanni: “Considerato che, nella fascia d’età tra i 6 e i 14 anni, si opta spesso per rimanere con i pediatri, rispetto ai medici generici, il numero dei pazienti è elevato. Ci sono anche i medici più popolari, è normale, maggiormente richiesti. In ogni caso, chi deve scegliere il pediatra può recarsi dal medico e chiedere che ricusi un tredicenne, in modo da poter prendere un nuovo bambino. Allo sportello anagrafe assistita dell’Asp esiste l’elenco con i medici disponibili e si possono fare due scelte. Ma conviene rivolgersi al pediatra, con la possibilità che questi rinunci a un paziente o una paziente tredicenne”.
Il numero limitato di pediatri, dato che tanti sono andati in pensione? Per il segretario della Fimp, il problema è superato “grazie alla modifica di un articolo dell’accordo collettivo nazionale. Ora, nel momento in cui un pediatra va in pensione, ne subentra un altro. Ciò consente di far fronte subito alla carenza assistenziale. Prova ne sia che proprio giovedì 29 febbraio è andato in pensione un pediatra e subito ne è stato assunto un altro”. Tuttavia, l’incarico è temporaneo, per sei mesi.