Al Festival di Sanremo si mangia la pizza del messinese Nino Minissale

Al Festival di Sanremo si mangia la pizza del messinese Nino Minissale

Emanuela Giorgianni

Al Festival di Sanremo si mangia la pizza del messinese Nino Minissale

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lunedì 01 Marzo 2021 - 15:30

Da Messina alla Toscana per seguire la sua passione, il “pizzaiolo imbruttito”, “il messinese”, come lo conoscono tutti, arriva a Casa Sanremo per deliziare artisti e tecnici

Lo chiamano “il pizzaiolo imbruttito”, lo conoscono come “il messinese” o “il siciliano”, lui è Antonino, detto Nino, Minissale; il messinese, appunto, che per tutta questa settimana delizierà artisti e tecnici dell’Ariston.

La sua storia da quattro anni si divide tra la Sicilia e la Toscana e proprio quest’anno lo ha portato a Casa Sanremo.

La storia di Nino dalla carta ai grani

Vendevo a Messina materiali per scuola e ufficio; quattro anni fa, poi, decisi di chiudere il mio Carta ufficioe intraprendere un sogno: quello della cucina, che mi ha cambiato la vita.
Iniziai facendo un corso da Enzo Piedimonte, pizzaiolo napoletano che da quindici anni ha una pizzeria a Messina ed è responsabile tecnico dei Molini Riggi, l’azienda di Caltanissetta per la produzione di grani siciliani antichi e ricercati. Piedimonte mi ha aperto un mondo, divenni il suo assistente e il pizzaiolo e tecnico per la Toscana di Molini Riggi. Tre anni fa mi trasferii in Toscana e da allora mi divido tra queste due terre che amo e che oggi mi aprono le porte di Casa Sanremo.A Sanremo porto le pizze con le farine dei Molini Riggi per cantanti, musicisti e tecnici” ci racconta Minissale.

Un’emozione condivisa

“È una fortissima emozione. Decidere a 40 anni di cambiare vita significa reinventarsi totalmente ed è un grande rischio, ma Sanremo è un grande tassello che mi inorgoglisce molto e mi rende sicuro della scelta compiuta. Grazie ai miei sforzi e a quelli della mia compagna ce l’ho fatta”.

I due condivideranno anche questa esperienza. Nino Minissale, infatti, arriva a Sanremo diciassette anni dopo la sua compagna, Giada Masoni, corista di Stefano Picchi, con la canzone Generale, nel 2004.

“Lei è un’artista straordinaria, ha realizzato diversi dischi di musica dance ed è stata per più di 15 settimane al primo posto in Inghilterra. Sebbene mi trovo a Sanremo non per cantare ma per cucinare, ci accomuna il nostro arrivo durante un anno particolare per il Festival. Nel 2004 le case discografiche boicottarono il Festival, non inserendo molti nomi celebri, per questo parteciparono per lo più cantanti semi-sconosciuti e big e nuove proposte si contesero un unico premio. Per motivi diversi anche il mio Festival è un Saremo sui generis, il Covid ha abbassato i budget e non permette, purtroppo, al pubblico di partecipare. Per la mia vita, però, è un segnale di speranza” spiega Minissale.

Una sorpresa inaspettata

Una grande sorpresa per il pizzaiolo messinese, un segno di positività durante questo periodo difficile il cui peso ha gravato su tutti.

Sono a casa da tanto, sono solito fare eventi di street food nelle ville, nella piazze, e da un anno è tutto fermo. Doveva partire, inoltre, il progetto di una pizzeria a Livorno ma anche questo è frenato e non so per quanto. Quindi Sanremo ha per me un’importanza enorme, ancora di più perché nell’anno del Covid e spero possa essere di buono auspicio per i miei progetti futuri”.

I progetti futuri

Minissale e Masoni hanno, infatti, in cantiere un bellissimo nuovo progetto in Toscana. Aprire Terra e Salute, brand dei Molini Riggi con a cuore la salute a 360 gradi. “Ci saranno un naturopata e un nutrizionista per le consulenze, io farò corsi di formazioni per insegnare l’arte della pizza, del pane, delle focacce. E porteremo le eccellenze sia siciliane che toscane e i loro grani pregiati” dichiara.

La “messinesità”

Un’attività dalle mille sfaccettature quella del “pizzaiolo imbruttito” ma con una grande costante: l’amore per la sua terra.

“Porto ovunque la nostra cucina, pitoni e arancini. Messina è il mio vanto, la mia compagna dice che sono campanilista, parlo sempre e solo di Messina e delle sue qualità. Poi, quest’anno, il fatto di non poter scendere neanche a Natale mi ha davvero fatto soffrire. Mi manca la mamma, la casa, il mare. Nonostante tutti i problemi, Messina è sempre Messina, ne conosco il valore e mi riempie di fierezza” conclude.

E la sua Messina si riempie di orgoglio per lui.

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