Al Majorana di Milazzo per ricordare le foibe

Al Majorana di Milazzo per ricordare le foibe

Santi Cautela

Al Majorana di Milazzo per ricordare le foibe

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venerdì 22 Febbraio 2019 - 12:14

Ospiti importanti e testimonianze dirette della tragedia delle Foibe. Ancora una volta il Majorana di Milazzo promuove la cultura oltre la scuola.

 “Verità sepolte riaffioranoe volontà di ristabilire la verità” i temi conduttori della giornata vissuta al Majorana di Milazzo in occasione della conferenza sulle Foibe cui i giovani delle classi V dell’Istituto Tecnico Tecnologico giovedì 21 febbraio hanno preso parte alla presenza del sindaco Giovanni Formica, dell’avvocato Maria Rosaria Cusumano, presidente dell’associazione Sciarpabianca e promotrice dell’evento, dell’onorevole Roberto Menia, primo firmatario della legge per l’istituzione della giornata del Ricordo, delle sorelle Capone, esuli istriane, del prof. Daniele Fazio e di PierAngelo Giambra, editore del libro “Sulle ali della memoria – Gli esuli giuliano-dalmati di Sicilia ricordano”.

 “E’ opportuno e doveroso affrontare il vuoto storico di una delle pagine della storia recente del nostro Paese e dimostrare che la guerra non ha mai vincitori di nessun tipo e di nessun senso e che la barbarie quando si è in guerra c’è sempre da entrambe le parti” sono le parole del Dirigente Scolastico, prof. Stello Vadalà, con cui si dà avvio alla giornata di studio coordinata dalla professoressa Rossella Scaffidi.

Il Majorana ha voluto così studiare a fondo, con gli alunni, l’orrore e, grazie all’apporto dello storico Daniele Fazio e all’ausilio di immagini e testi tratti dal libro “Sulle ali della memoria – Gli esuli giuliano-dalmati di Sicilia ricordano” imparare a conoscere e ricordare il dramma dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientalee le vittime delle foibe per colmare un vuotodi una pagina tra le più cupe della storia contemporanea, avvolta a lungo nel silenzio e nel buio, come le tante vittime, inghiottite nelle cavità carsiche, le cosiddette foibe, per volere del maresciallo Tito e dei suoi partigiani, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia.

Una memoria che per troppo tempo è andata persa ma che, dal 2004, si ricorda ogni 10 febbraio.

Proprio l’onorevole Roberto Menia, primo firmatario della legge per l’istituzione della giornata del Ricordo e relatore alla mattinata di studio, con il suo energico e sentito intervento ha voluto “raccontare un po’ di storia e di vicende personali” e riferire, lui testimone indiretto, di aver sempre percepito, da bambino, nei racconti dei familiari un senso di ingiustizia verso la loro storia, quella storia che aveva portato migliaia di italiani a dover lasciare le loro case e la loro terra, e che spesso lo portava a interrogarsi sul perché di quella sorta di reticenza a dire ciò che era accaduto, come se si trattasse di un rito privato da nascondere.

Accomunate in questo mondo di emozioni e di ricordi le sorelle Capone, esuli istriane e attente testimoni dirette del dramma degli abitanti delle terre contese e degli esuli poi, con delicatezza e dolcezza si sono rivolte ai giovani presenti in Aula Magna augurando loro di non dover mai conoscere l’orrenda realtà della guerra.L

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