La giovane pattese ha deciso di tornare portando con sé le competenze acquisite all'estero: "Non è vero che non si può fare niente qui"
PATTI – Partire e poi tornare, con un progetto in mente nato dall’esperienza fuori, dal confronto tra le varie realtà e dall’amore per la propria casa, la Sicilia, vista come terra da “aiutare”, da far crescere e sviluppare, con un impegno costante e con idee che possano farle tirare fuori il meglio di sé. Quella di Alessia Mosca, giovane messinese partita da Patti per girare mezza Europa, fino al ritorno nella cittadina sulla costa tirrenica, si incardina in questi principi.
Alessia ha salutato Patti, Messina e la Sicilia, completando i propri studi in parte all’estero e in parte nel Nord Italia, dove ha anche lavorato. Ma con sé ha sempre portato l’idea di tornare a casa e così è stato, prima nel 2018 e poi definitivamente nel 2021, per sviluppare un progetto proprio basato sulle competenze acquisite e con l’obiettivo di far crescere il territorio, a livello di imprenditoria e turismo, attirando visitatori stranieri e garantendo loro un migliore approccio alla Sicilia.
Alessia Mosca tra Italia, Spagna, Polonia e Malta
A raccontare la sua storia a Tempostretto è stata la stessa donna, che ha ripercorso gli anni che l’hanno portata lontano e poi di nuovo a casa: “Io sono andata via diverse volte dalla Sicilia, la prima volta per il progetto Erasmus. Ho studiato e continuo a studiare lingue. Allora sono andata in Spagna, ad Alicante, per poi fare una serie di esperienze fuori in ambito universitario e lavorativo, in Polonia e a Malta. Ho studiato all’università di Messina e poi sono andata a studiare a Modena, intervallando gli studi con altre esperienze all’estero. È stato un percorso lungo, dopo il quale sono tornata con un’idea: volevo costruire qualcosa qui. Sono rientrata nel 2018, ma durante il periodo del Covid sono andata via nuovamente per insegnare a Milano. Ci sono stata meno di un anno, per poi tornare di nuovo. È stato a quel punto che ho preso la decisione definitiva di restare”.
“Dal 2021 non mi sono più mossa”
Alessia ha continuato a raccontare: “Da qui, nel 2021, non mi sono più mossa. Già nei mesi precedenti al mio ritorno avevo gettato le basi per la mia attività a Patti, che via via ho consolidato e concretizzato. Il mio progetto ha alla base servizi linguistici. Ho voluto creare una mia attività che non fosse solo una scuola di lingue, ma un’azienda basata su servizi linguistici in generale. Lavoro con altre aziende e società che vogliono espandersi all’estero, ad esempio. Ma anche con attività locali che possono richiedere servizi di questo tipo, dalla traduzione dei menù a quella di brochure e siti. Il progetto è nato in un’ottica moderna, non solo per far imparare una lingua. L’idea è di contribuire a far crescere il luogo in cui si vive, non solo Patti ma anche paesi e città vicine, lavorando con gruppi o associazioni. L’obiettivo finale che mi sono posta è questo: avere un’attività che racchiuda servizi e lavorare anche con e per il turismo, creando un ambiente che possa essere ospitale e vantaggioso per tutti e per persone dall’estero”.
L’idea funziona, ma le difficoltà ci sono
Un’idea bella e complessa, soprattutto per un territorio che a volte sembra chiuso in se stesso: “Ci sono vari modi per arrivare a un cliente straniero e noi vogliamo dare la possibilità a chi vuole crescere di farlo, aiutandolo a 360 gradi. Ma io dico sempre, è quasi uno slogan, la mia azienda ha l’obiettivo di far conoscere la mia terra al mondo, ma anche di far conoscere il mondo alla mia terra. Sono due obiettivi che vanno di pari passo. E il progetto sta funzionando sia con persone che non sono di qui, con gente di altre parti d’Italia o del mondo, ma anche con persone di qui. Purtroppo l’importanza di questi servizi è ancora sottovalutata. Spesso si pensa che siano cose su cui arrangiarsi con Google traduttore, coi gesti, che la comunicazione non sia importante. Ma è un argomento molto vasto. Quindi sì: il progetto sta funzionando, ma sto cercando anche di fare sensibilizzazione ed educazione su questo tipo di lavoro. Qui è qualcosa di nuovo, ma altrove è un’attività scontata. Così è diventato quasi un triplice lavoro, perché bisogna far passare il messaggio su quanto siano importanti questi servizi” .
I pattesi di “I’m Patti” e l’evoluzione della Sicilia
Anche per questo davanti ad Alessia Mosca si sono posti diversi ostacoli: “Non è semplice perché non è la vendita di un prodotto, qualcosa di immediato, anzi i vantaggi sono a lungo termine e comunque innescano un processo che prevede una fase iniziale, intermedia e poi finale, dove si vedono i vantaggi economici. La difficoltà è far entrare le persone in questo meccanismo, mentre fuori il mondo si evolve e va seguito. Io ho anche cercato di promuovere un gruppo di imprenditori a Patti, chiamato appunto ‘I’m Patti’, per mettere insieme le varie realtà di chi ha deciso di investire, così da creare una rete per aiutarci e dare anche una bella immagine all’esterno. Siamo tutte persone che lavorano per lo stesso obiettivo e abbiamo creato un progetto turistico di mappatura delle attività, cartacea e digitale, con un mini-dizionario in inglese e italiano per aiutare il turista a potersi orientare al parrucchiere, in un negozio, al supermercato. Abbiamo cercato di stimolare entrambe le parti e di far imparare la lingua anche a chi lavora sul territorio. Ci siamo rapportati anche con il comune di Patti e piano piano stiamo creando qualcosa”.
L’importanza di fare rete
Alessia, riguardando a quanto fatto, ha poi aggiunto: “Sono soddisfatta, molto, perché sono partita veramente da zero e da sola. Ho avuto il supporto di chi mi è stato vicino, ma so che tutto ciò che ho fatto l’ho fatto da sola e vedo che l’interesse verso questa tipologia di lavoro stia crescendo. Penso di essere riuscita a fare bene anche in chiave di sensibilizzazione e per me è una grande soddisfazione. Non si finisce mai di crescere e spero che la mia attività possa espandersi ancora di più. Cosa mi manca? Vorrei poter contribuire ancora di più, questo è ciò che desidero. Sapere che posso fare qualcosa in più e non solo per Patti o ciò che mi circonda, ma per tutta la Sicilia. Mi piacerebbe contribuire allo sviluppo linguistico e turistico della Regione e posso farlo solo con più contatti e più reti, con persone intraprendenti. La difficoltà è questa: c’è tanta gente che accoglie ciò che fai con entusiasmo, ma è difficile trovare invece chi è attivo, intraprendente e vuole fare. L’ho trovato tramite Destinazione Sicilia di Chiara Crisci ad esempio o con Sonia Scurria e ho conosciuto tanta gente tramite i loro progetti”.
Alessia: “Pentita? Assolutamente no”
Poi la domanda classica che spesso si sono sentiti dire i messinesi e i siciliani che hanno deciso di tornare a casa: pentita di averlo fatto? “Assolutamente no. Vale la pena affrontare le difficoltà che ci sono qui. Dipende dalle priorità, per me è importante la vita genuina che si vive qui in Sicilia. Poi è chiaro che ci sono tanti ostacoli e che siamo indietro, saremmo ipocriti a dire il contrario. Ci sono tantissime cose da risolvere, penso ai trasporti o a molti servizi, e forse tante cose non si risolveranno mai. Ma non è solo qui così, anche altrove ho riscontrato gli stessi problemi. Io ho trovato il mio equilibrio e la chiave è stata capire che alcune cose da solo non le puoi cambiare. All’inizio sbattevo la testa e mi chiedevo ‘perché’, ma mi sono accorta che alcune cose sono così e basta. Ciò non significa arrendersi e dire ‘ciao, addio’. Significa invece continuare a contribuire nel tuo piccolo, da sola o insieme agli altri, senza che questo diventi un’ossessione, una malattia. Perché così rischi di farti abbattere dalle difficoltà. Quindi non bisogna mettere la testa sotto la sabbia ma serve equilibrio. Spesso capita di circondarsi di persone meno attive di noi o con meno voglia di fare qualcosa, mi riferisco a questo. La realtà può cambiare, le cose si possono cambiare e non bisogna accettare tutto passivamente”.
Il sogno di Alessia Mosca: “Far crescere la Sicilia”
Infine il sogno e un messaggio da lanciare: “Il mio sogno massimo resta contribuire alla crescita di Patti, delle zone intorno e della Sicilia in generale. Voglio dare il mio contributo per tentare di ribaltare questa situazione, che la Sicilia non resti un posto da cui scappare. In prima persona voglio essere una di quelle persone che sta lavorando per un’inversione di marcia e creare un contesto in cui non solo restare è possibile ma è la prima opzione. Ai 18enni direi di smettere di pensare all’idea del ‘dove posso andare, dove posso fare questa o quell’altra cosa’. Io sono stata fuori e sono fan della scoperta, è fondamentale uscire e guardare il resto del mondo, ma bisogna farlo con la consapevolezza della realtà che si lascia. Una realtà che merita e che può offrire tanto. La domanda, la prospettiva, deve cambiare: non è scontato che qui non si può fare niente, bisogna cancellare questo pregiudizio nei confronti della Sicilia”.
Brava.