L'alfabeto politico del 2024 a Messina, promossi e bocciati I VOTI

L’alfabeto politico del 2024 a Messina, promossi e bocciati I VOTI

Marco Olivieri

L’alfabeto politico del 2024 a Messina, promossi e bocciati I VOTI

martedì 31 Dicembre 2024 - 18:00

Un bilancio dell'anno appena trascorso tra luci, ombre e potenzialità

di Marco Olivieri

MESSINA – Il 2024 è stato un anno complicato. E per giunta in un territorio già così problematico, denso di problemi strutturali. Proviamo ad analizzare alcuni elementi.

A come acqua e come Amam. Una gestione complicata sul piano organizzativo, con troppe falle in estate. Fino a quando tutti gli interventi strutturali non saranno andati a buon fine, sempre se a livello regionale si troveranno soluzioni per contrastare la siccità, Messina pagherà carenze antiche, figlie di una rete colabrodo. Ma è inutile negarlo. C’è molto da rivedere all’interno dell’Amam e della rete di sostegno a chi soffre la carenza idrica. E non basta certo un cambio di presidenza. Appare fondamentale affrontare in modo organico pure il tema delle numerose perdite attuali, ancora così significativo. Voto 4 ad Amam e 5 al Comune nell’ambito organizzativo: si doveva fare meglio, in funzione preventiva, per alleviare i disagi dei cittadini. Voto 7 sempre ad Amam e Comune per la programmazione degli interventi per risolvere i problemi enormi della rete idrica, non affrontati prima. Uno sforzo inficiato però dai problemi estivi, anche se le responsabilità sono pure regionali e non di poco conto.

A come Atm. Bene il MoveMe e il miglioramento dei servizi pubblici. In affanno il tram e il 2025 sarà un anno di lavori per la riqualificazione di una struttura che non è mai decollata. Voto sei e mezzo.

A come ambiente, E come efficientamento energetico, con l’assessore Francersco Caminiti, e M come mobilità sostenibile. Le intenzioni sono buone e le idee e i progetti non mancano. Voto 7. Sull’attuazione e sui tempi bisognerà vigilare.

A come Ars, in ambito siciliano. Rinnoviamo l’appello: basta ai fondi pubblici a discrezione del deputato di turno. Il sistema deve cambiare in profondità. Voto 4.

B come Basile. Un anno diffiicile per il sindaco di Messina. Tanti gli errori di comunicazione e gli errori politici. Ma è un primo cittadino competente, dotato di stile istituzionale e serietà. Voto sei e mezzo.

C come Cateno e D come De Luca. Voto 4 come stratega politico. Uno tsunami politico dentro Sud chiama Nord. Una fuga dei deputati regionali, rimasti solo in tre, in principio otto. E l’illogica tristezza di una lista macedonia con la sua “Libertà”, davvero poco gaberiana. Per poi finire con il preparare le mosse per un’alleanza con il centrodestra e con il “padre nobile dei siciliani” Schifani, a cui aveva detto prima di tutto.

C come cura del territorio e delle opere realizzate. Non basta solo fare. Bisogna prendersi cura di ogni aspetto e non lasciare che un’opera si rovini o sia lasciata a sé stessa, al pari di tante zone della città. Voto 5.

E come emergenza abitativa. Troppi ritardi nell’affrontare un’emergenza abitativa che, in realtà, è un problema strutturale. Qual è il nostro auspicio? Che il 2025 sia l’anno della svolta, con un invito a Patrimonio Messina Spa e Comune a dare un’accelerazione in questo ambito. Voto 5.

G come Giunta Basile. Nonostante la necessità di una revisione maggiore rispetto al “rimpastino” voluto da De Luca, va dato atto all’amministrazione Basile di un impegno nell’affrontare i tanti inghippi permanenti che Messina paga da tanti anni. Dallo sforzo in campo tecnologico alla già citata emergenza abitativa, la Giunta si sta muovendo, seppure a volte con lentezza o senza la necessaria determinazione. Ma se metterà a frutto quanto ha seminato, dei risultati li avrà ottenuti. E alcuni li ha raggiunti: dall’ammodernamento delle scuole, con il vicesindaco e assessore Salvatore Mondello, alla valorizzazione di Villa Dante e ai progetti in fase di realizzazione anche su impulso della Città metropolitana. Ad esempio, il “Dopo di noi” all’ex Città del Ragazzo.

Il sindaco deve circondarsi di figure che siano legate a un progetto e a un’idea di città. E un progetto di rinascita della città deve assumere un’identità più netta. Luci e ombre non mancano e il voto sull’amministrazione è 6 e mezzo. Ma il giudizio sarà nettamente positivo solo se Messina avrà fatto una necessaria rivoluzione nei servizi, nella burocrazia e nella pubblica amministrazione, nella viabilità e nella qualità della vita. Vedremo come evolverà la situazione.

L come lavoro. La madre di tutte le questioni. Occorre creare sana occupazione in un territorio così segnato dalla crisi economica e sociale.

M come Messina Servizi. Bene la raccolta differenziata, lodata anche dal presidente Schifani, e in crescita. Non va lo spazzamento e diventa fondamentale che i nuovi innesti diano una grossa mano, in parallelo con una maggiore civilizzazione dei cittadini. Voto sei e mezzo.

M come Messina Social City. Bene lo Scuolabus e i nuovi servizi attivati. Da chiarire i punti critici nell’organizzazione più volte sollevati da Palmira Mancuso (Più Europa) e dal consigliere Alessandro Russo. Quest’ultimo ha espresso diverse perplessità indirizzate anche alle altre partecipate, che meritano risposte. Voto sei e mezzo.

M come Meloni. Tocchiamo per un attimo l’ambito nazionale. 4 alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al suo governo, con i ministri Piantedosi e Salvini, in primis per l’autonomia differenziata e per l’impiego del migrante come capro espiatorio. Capro espiatorio ideale per un popolo stanco e sganciato da un’idea di futuro. 4 anche per aver abolito il reddito di cittadinanza senza averlo sostituito con qualcosa di ancora più efficace, mentre Stato sociale e sanità pubblica rimangono due fari che rischiano di spegnersi o affievolirsi sempre di più.

P come ponte sullo Stretto: voto 3 sulla gestione politica da parte del ministro Salvini e del governo Meloni. Tanti i punti interrogativi ambientali ed economici su un’opera che rischia di paralizzare e lasciare in sospeso una città che deve comprendere ancora se rinascere o morire. Noi vorremmo partecipare, nel nostro piccolo, alla rinascita.

P come periferie. La questione sociale si lega al recupero di una città, di un’identità. Il Pinqua è un passo importante ma manca un processo più profondo a livello nazionale, regionale e cittadino. Lo ribadiamo, queste sono le priorità: giustizia sociale e riscatto delle aree marginali, ponendo fine alla dicotomia centro-periferia; vocazione universitaria e turistica e recupero delle aree artigianali dismesse; inversione di tendenza rispetto al disastro del governo Meloni sul reddito di cittadinanza e sul sostegno alle fasce deboli. E non a caso il governo regionale Schifani prova a rimediare parzialmente con il reddito di povertà. Queste sono solo alcune urgenze che tengono insieme il locale e il globale.

P come pubblica amministrazione e s come servizi: sono altre due questioni centrali. Senza la qualità dei servizi e una pubblica amministrazione efficiente, che agevoli chi vuole investire in questo territorio, Messina non si risolleverà. Voto 5 alla situazione attuale. Si può fare di più. E allora il voto, se saranno ben indirizzate le nuove leve appena assunte, salirà.

P come protezione civile. Grande l’impegno dei volontari, con l’assessore Massimo Minutoli, nell’estate degli incendi e delle continue emergenze che diventano tragicamente la normalità. Voto sei e mezzo. Accanto a un potenziamento degli strumenti d’intervento e informazione, va evidenziata la necessità di mettere davvero al centro la messa in sicurezza dei territori. Anche in questo campo si deve sentire la voce dello Stato.

R come risanamento: voto 7. Le lentezze sono fisiologiche, dato il compito immane. Fondamentale collegare il progetto alla rigenerazione urbana. Per il resto, l’invito è a “fare i bravi”. Istituzioni, sub commissario Scurria e sindaco Basile, non “litigate”, in nome di un obiettivo che deve essere comune.

S come sanità pubblica, sempre più in affanno. Voto 4 alla classe politica nazionale e regionale. Saremo utopisti ma noi vogliamo una sanità pubblica omogenea in tutto il Paese e all’altezza dei valori costituzionali.

U come università. Più servizi di qualità dovranno accelerare la già avviata internazionalizzazione di Messina. Una città universitaria dove Ateneo e Comune, pensiamo anche al polo tecnologico I-hub e altri spazi da recuperare e riempire di contenuti, dovranno sempre di più interagire e creare occasioni di sviluppo per il territorio. Voto 6 e mezzo.

U come Unione inquilini: voto 7. Ha collaborato con l’assessora Alessandra Calafiore e gli uffici comunali nella realizzazione del nuovo regolamento per l’edilizia residenziale pubblica, approvato di recente dal Consiglio. Un passo in avanti significativo ed è stata intelligente l’assessora a recepirne le istanze. Sempre l’Unione inquilini, nel vuoto della sinistra e della politica, ha fatto sentire alta e forte la sua voce per reclamare nuove politiche sociali e per la casa. Bravi.

V come viabilità. Un disastro. Bisogna intervenire con incisività. Voto 4.

T come Tari. La riduzione del 30 per cento e la digitalizzazione, con l’assessore Roberto Cicala, sono processi da affinare, nell’ottica di un miglioramento dei servizi. La strada è quella giusta. Voto sei e mezzo.

Voti speciali

Cecilia Strada e Mimmo Lucano, parlamentari europei di Pd e Avs, e Ilaria Cucchi, senatrice eletta in Alleanza Verdi e Sinistra: il loro impegno per diritti umani e attenzione a chi soffre, come chi sta in carcere o ai margini della società, è un esempio. Voto 8.

Cecilia Sala, voto 8, arrestata perché colpevole di aver fatto la giornalista in Iran: un pensiero a lei e ai suoi familiari. La speranza è che torni a casa presto. Subito.

Voto zero a tutti quelli che sostengono le guerre, dall’Ucraina a Gaza. Basta massacri. Che la politica ritrovi la sua centralità e individui soluzioni possibili per far tacere le armi e risolvere problemi antichi.

Voto 5 alla sinistra mondiale, europea e italiana che non c’è. Voto 6 e mezzo a Elly Schlein per la buona volontà, nonostante i tanti limiti, 5,5 al Pd, 6 ad Alleanza Verdi Sinistra, 4 al Partito democratico siciliano (quello messinese ancora non è pervenuto).

7 a Ilaria Salis, in visita a Natale al carcere di Monza.

Buon anno.

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8 commenti

  1. Se mi posso permettere, tra i molteplici temi affrontati nell’ articolo manca la voce S come Sanità, come mai?

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    1. Ha ragione! Rimedio subito. Auguri!

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  2. Complimenti per l’obiettività con cui avete affrontato tanti argomenti.

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  3. COGITO ERGO SUM 1 Gennaio 2025 12:12

    G come GERMANA’ NINO : gli va riconosciuto un lodevole impegno in favore del PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, come convinta azione politica. In ogni caso.
    Semmai il vero problema (per lui ma non solo) sarebbe se il Ponte non si dovesse fare , oppure lo si incominciasse a fare e non lo si completasse mai. Un cenno al passato : negli anni ’60 l’ON. Giacomo MANCINI (PSI) , in qualità di Ministro dei Lavori Pubblici realizzò l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Il 25 aprile 1975, l’allora ministro della Cassa per il Mezzogiorno Giulio ANDREOTTI (DC) avviò in contrada Posa di Gioia Tauro i lavori per realizzazione del porto, che doveva essere la prima importante infrastruttura del vagheggiato V Centro Siderurgico da realizzare entro il 1978, ma rimasto poi nel grande archivio delle tante incompiute della Regione Calabria negli ultimi quaranta anni, come del resto avevano dichiarato i gioiesi diffidenti, ai quali il famoso politico romano aveva risposto con raffinata ed elegante ironia: ” comprendo la sfiducia dei calabresi perché molto spesso alle prime pietre non sono seguite le seconde”. Alla fine, durante la Prima Repubblica, fu costruito solo il Porto di Gioia Tauro (fondamentale oggi per il traffico containers sul mare). Ma ci sta : in fondo, anche questa è politica. Realisticamente, prendiamo atto che, in atto, in generale, (anche per il ruolo svolto da Matteo SALVINI e Nino GERMANA’), ci sono i cantieri in attività, nel quadro del potenziamento dei trasporti ferroviari al di qua ed al di là dello Stretto : nessun dubbio personale sulla loro prossima realizzazione. Tornando al Ponte : una prima risposta, sul campo, comunque, la dovremmo avere in questo 2025. Ma il mio pragmatico scetticismo, rimane. In questo sono come San Tommaso. Cosa vedo, invece possibile ed auspicabile ? Un potenziamento globale dell’attuale rete di trasporti pubblica e privata “per mare , per cielo e per terra”, nell’area dello Stretto. Come appunto sta avvenendo … adesso.

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  4. Nicola Rinaldi 1 Gennaio 2025 20:56

    Spett. Le Marco Olivieri mi piacerebbe sapere una sua opinione sulle opere posteggi interscambio Papardo, San Licandro e Sant’Orsola visto che non sono state mensionate . Il nome dell’artefice, la lettera e il voto per questa genialità la lascio a lei. Grazie.

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  5. Articolo tutto da riscrivere. Sembra che vivete su un altro pianeta

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  6. Manca la lettera “I”. “I” come “ideologia”.

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  7. Troppo alti i voti dati, male come nella scuola di oggi, soprattutto per le lettere G, C e D, uno perché le cerimonie le segue bene ma l’interesse dei cittadini no, l’altro perché lui ci ha detto LA SCELTA GIUSTA, due bei tre non starebbero male

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