Il sindaco Giaquinta ha scritto al presidente della Repubblica, al primo ministro, al Governatore e al Prefetto: "Nessuna certezza su lavori e date, non mi siedo più a tavoli in cui si fanno solo chiacchiere"
ALI’ TERME (La diretta video. di Carmelo Caspanello) – “Voglio tempi certi sulle opere necessarie per mettere in sicurezza il paese di Alì Terme. Altrimenti sono pronto a dimettermi, non ha senso rimanere qui e fare il sindaco in queste condizioni. Mentre il paese è una polveriera”. Carlo Giaquinta è un fiume in piena. Questa mattina il primo cittadino ha convocato la stampa per amplificare il suo appello alle istituzioni superiri. Ha scritto a tutti: dal Presidente della Repubblica Mattarella al presidente del Consiglio Conte; dal Governatore Musumeci al sindaco metropolitano, al Prefetto. “E’ da oltre 10 anni che si attendono opere vitali per il territorio. Il torrente Scoppo è dissestato, versa in condizioni critiche dall’alluvione del 2009 che causò disastri e morti a Scaletta e Giampilieri. La Statale 114, l’Orientale Sicula, all’altezza del Capo è rimasta come nel lontano 1800. Il quartiere Davì è ad alto rischio e lo stesso vale per Contrada Ariella. Per non parlare – chiosa Giaquinta – del torrente Mastroguglielmo colpito da una devastante alluvione il 25 ottobre del 2007. Ciliegina sulla torta il Ponte che unisce Alì Terme e Nizza, chiuso da due anni, in attesa di essere demolito e ricostruito. I disagi sono enormi. Ebbene – conclude Giaquinta – non mi siederò più in alcun tavolo in cui si fanno solo chiacchiere. Voglio un cronoprogramma con date certe. Guardiamo al ponte di Genova… Qui i tempi sono biblici. Ma la cosa peggiore è che non si vede la luce in fondo al tunnel. Che ci sta a fare un sindaco in queste condizioni? Come difende la sua comunità? Come programma il futuro?”. (Carmelo Caspanello)