Tanti i temi affrontati nel corso dell’intervista con la segretaria nazionale del sindacato, dalla dismissione del trasporto nello Stretto, al Ponte, passando per la messa in sicurezza del territorio. Con un pensiero rivolto alle donne: «Stanche di essere trattate come oggetti »
Un leggero vento che ha fortunatamente scongiurato l’arrivo della pioggia, ha accompagnato la chiacchierata, “a tu per tu”, con Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ospite d’onore della serata conclusiva della Prima Festa del Lavoro organizzata dalla Cgil di Messina.
Luogo dell’appuntamento il palco allestito nello spazio della cittadella fieristica, con alle spalle l’incantevole scenario di Scilla e Cariddi, dove non manca di osservare il passaggio di una delle poche navi della flotta Rfi che ancora garantiscono il collegamento tra la sponda continentale e quella isolana. Tra le tante domande che la giornalista Gisella Cicciò rivolge alla rappresentante nazionale del sindacato, non poteva certo mancare quella riguardante i problemi di mobilità nello Stretto e la politica di dismissioni messa in atto da Ferrovie dello Stato: «E’ vero – afferma la Camusso – a Messina è stato smarrito il concetto di continuità territoriale ed è una situazione a dir poco inaccettabile. Preferirei non parlare di Ponte, ma di fronte a quanto accade quotidianamente, pensando alle centinaia di persone che hanno difficoltà a raggiungere persino il posto di lavoro, mi domando che senso abbia costruire un’opera del genere in mezzo al nulla. Prima di immaginare un progetto di questo tipo – afferma – sarebbe necessario pensare alla realizzazione di infrastrutture più semplici ma utili a garantire alle comunità, siciliana e calabrese, il fondamentale diritto alla mobilità».
Investimenti, quelli previsti per il Ponte che rischiano tra l’altro di andare definitivamente in fumo alla luce delle ultime novità che giungono dall’Europa (vedi correlato). Il passaggio diretto nel corso dell’intervista è, dunque, alla questione della messa in sicurezza del territorio: «In questo paese – continua Susanna Camusso – bisognerebbe cominciare a considerare gli interventi di messa in sicurezza non come un costo ma come un investimento. Forse potrebbe iniziare a cambiare qualcosa. Il problema, purtroppo, è che il governo non pensa al bene dell’Italia, si discute di tutto ma non di ciò che veramente dovrebbe servire per migliorare la condizioni di vita nella nostre città».
Spazio anche ai temi di attualità, agli effetti della manovra finanziaria, ai tagli agli enti locali, all’attuale gestione del sistema pensionistico. Non manca uno sguardo al mondo delle donne: «Le manifestazioni organizzate dal Comitato “Se non ora quando” hanno dimostrato che ci siamo stancate di essere considerate solo come degli oggetti, prive di professionalità e competenza. Fino ad ora si è sempre pensato ad una società in cui al benessere di una parte, quella maschile, facesse da contrappeso il malessere dell’altra, ovvero quella delle donne. Oggi invece si sta finalmente comprendendo che bisogna cercare tutti di stare bene, anche perché se la donna migliora la propria condizione di vita, starà meglio anche l’uomo, solo così può innestarsi un circolo virtuoso». E’ Susanna Camusso, segretaria nazionale di un sindacato da sempre “patrimonio maschile” non può che essere la testimonianza vivente che, in fondo, il cambiamento è possibile. (E. De Pasquale)
Come al solito vengono a Messina e si parla sempre delle stesse cose, noi siamo gli arretrati, che il governo attuale non sta facendo niente per recuperare la nostra dignità, che le famiglie a fine mese non arrivano economicamente ma ancora non si vede nessuno che faccia qualcosa di positivo. Solo chiacchiere e basta niente di più.
Sicuramente il segretario generale Cgil oggi si è gia dmenticata di tutti i Messinesi.
Che bello continuare cosi, ma prima o poi qualcos accadrà.