Porto di Tremestieri, oggi l’assegnazione della gara per il dragaggio. Torna la ditta Scuttari

Porto di Tremestieri, oggi l’assegnazione della gara per il dragaggio. Torna la ditta Scuttari

Marco Ipsale

Porto di Tremestieri, oggi l’assegnazione della gara per il dragaggio. Torna la ditta Scuttari

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mercoledì 08 Aprile 2015 - 22:54

L’impresa veneziana sta lavorando a Milazzo e potrà iniziare presto le operazioni. Il presidente De Simone annuncia cattive notizie provenienti dalla Regione, mentre l’assessore Pino spiega le motivazioni che hanno indotto il Comune a sollecitare il dragaggio e spinge sempre per un impianto fisso

Sarà ancora la ditta Scuttari a dragare il porto di Tremestieri. L’ufficialità arriverà stamani con la firma del decreto ma la scelta è già ricaduta sull’impresa veneziana che ha ricostruito il molo crollato dopo le mareggiate del 2011, in tempi lunghissimi e con grandi polemiche, e che aveva già dragato nel corso di questi anni. Offerto un ribasso molto elevato, il 38 %, sull’importo a base d’asta di 200mila euro, plausibile perché la Scuttari sta già operando con la draga a Milazzo e dunque non dovrà affrontare le solite alte spese di trasferimento del mezzo. A questo punto, l’escavo potrebbe partire lunedì prossimo ed essere concluso in una settimana, con la conseguente riapertura del porto intorno al 20 aprile, a due mesi di distanza dall’ultima chiusura.

L’Autorità Portuale avrebbe voluto attendere ancora per non correre il rischio di nuovi insabbiamenti ma alla fine ha accettato la richiesta ufficiale inoltrata dal Comune. “Spero che sia l’ultimo escavo prima della bella stagione – afferma il presidente dell’Authority, Antonino De Simone – e che possiamo finalmente godere di alcuni mesi di tregua. Il meteo dei prossimi dieci giorni non prevede eventi negativi avversi ma resta il timore, considerato ciò che è accaduto nel recente passato. Confidiamo molto nello studio del Dhi, che ci suggerirà nuove soluzioni da mettere in campo. Ieri, invece, abbiamo ricevuto ancora una volta notizie negative da parte della Regione. Chiedevamo di poter usufruire di procedure accelerate ogni qualvolta se ne presentasse la necessità e invece hanno ribadito che ci sono delle rigide procedure di legge da seguire. Vale a dire che se non indichiamo il quantitativo esatto di sabbia e su questa non facciamo le solite analisi, non ci danno l’autorizzazione”.

Era una delle critiche avanzate dal Comune, in particolare dall’assessore alle risorse del mare, Sebastiano Pino, che però non molla la presa su altri aspetti e rivendica la propria scelta di sollecitare l’avvio del dragaggio: “Da oggi a fine maggio ci sarà più di una sciroccata ma – dichiara Pino –, liberando adesso l’approdo e riportando il fondale a 7 metri, potranno arrivare al massimo 15 o 20mila metri cubi di sabbia, che occuperebbero una sola invasatura o, più probabilmente, neppure quella. Se invece non si interviene ora, si accumulerebbe altra sabbia e non basterebbe più neppure l’autorizzazione regionale da 40mila metri cubi. L’Autorità Portuale avrebbe voluto attendere lo studio del Dhi, che non arriverà prima di giugno, ritardi a parte. Per mettere in pratica le soluzione suggerite, poi, tra progetti e autorizzazioni, saremmo rimasti fermi per tutta la bella stagione”.

Spiegato il motivo per il quale il Comune ha voluto la ripresa del dragaggio, Pino torna a caldeggiare l’installazione di un impianto di dragaggio fisso, ipotesi già bocciata dall’Autorità Portuale. “Non devono essere loro a bocciarla, visto che in nove anni il problema non è stato risolto – dichiara l’assessore –, ma un’autorità scientifica indipendente, come sta accadendo con il Dhi. I danesi indicheranno soluzioni contro il problema dell’erosione costiera e dell’insabbiamento, mentre per il dragaggio bisogna chiedere a Italdraghe o al Jan De Nul Group, che ogni anno movimenta dal porto di Anversa 10 milioni di metri cubi, altro che i nostri 60mila. Farlo è compito dell’Autorità Portuale che, secondo la sua legge istitutiva, ha l’obbligo di garantire la navigabilità in sicurezza nei porti assegnati. Serve un dragaggio preventivo, di mantenimento dei fondali, perché lì la sabbia entra sempre, anche quando non ci sono mareggiate. Se non si toglie, come fanno costantemente in altri posti, aumenta sempre più”.

Una volta firmato il contratto per l’ampliamento dell’approdo, la Coedmar si è impegnata a eliminare 135mila metri cubi di sabbia a sud del porto, un intervento che risolverebbe il problema a lungo. “Ma bisogna comunque pensare ad un impianto di dragaggio fisso, invece di perdere tempo e spendere 200mila euro ad ogni dragaggio straordinario – riprende Pino -. Sistemi simili ce ne sono diversi, non solo a Rimini o Riccione, ma anche, ad esempio, a Genova o a Viareggio, dov’è stata assegnata una gara per 175mila metri cubi l’anno, il triplo o il quadruplo dei ‘nostri’. Lì usano un eiettore fisso, che non fa passare la sabbia aspirata attraverso le pale della pompa e che, con l’eiettore esterno alla pompa dell’acqua, può aspirare anche la ghiaia. Ma si può usare anche un sistema di dragaggio aspirante a braccio semovente, che può essere spostato all’interno o all’esterno, a seconda di dove serve. Serve chiedere un parere alle Università di Bologna, Padova e Genova, dove sono stati redatti questi progetti e le migliori ricerche del settore. Di eiettori ad aspirazione ce ne sono tre fissi nel porto di Anversa, che è il secondo più grande d’Europa, sul fiume Schelda, dove ci sono correnti simili a quelle dello Stretto che portano fango e tantissima sabbia. Saranno anche sistemi costosi, ma quanto è stato speso finora senza risolvere la situazione? Anversa movimenta da sola il doppio dei container di tutta Italia ed è l’unico porto europeo che potrà ricevere le mega navi portacontainer da 18mila teu e ha 15 metri di pescaggio. Per fare un paragone, Tremestieri ha 3 metri e mezzo di pescaggio. Non dobbiamo avere una dimensione provinciale, tutte le difficoltà sono mirate a mantenere lo status quo che avvantaggia i soliti”.

(Marco Ipsale)

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