Nei boschi di Santa Agata Militello, 20 esperti spagnoli lavorano all’estrazione. In Sicilia sono ormai pochi i maestri “scorzini”
MESSINA. L’estrazione del sughero, in termini tecnici “decortica”, è considerata una vera e propria arte tramandata nel tempo. Gli esperti artigiani lavorano con maestria e precisione per rimuovere delicatamente la corteccia della “Quercus suber”, la quercia da sughero, garantendo la sopravvivenza dell’albero e la rigenerazione del prezioso materiale, un’antica pratica essenziale per preservare l’albero e consentire la ricrescita della corteccia. Sui Nebrodi, tra le montagne di Santa Agata Militello, esiste da tempo immemore una sughereta, sopravvissuta ad incendi e sfruttamento agricolo. Ad avere cura del bosco è la Syfar, azienda familiare con sede ad Acquedolci, che dagli anni ’70 si occupa della produzione e della lavorazione del sughero. Il periodo della decortica va da maggio ad agosto.
Nel tempo, la pratica di estrazione è andata perdendosi, tanto che non esistono più maestri “scorzini” locali in grado di estrarre il sughero, la generazione non si è rinnovata con i giovani. La manodopera arriva dalla Spagna, dalla regione di Siviglia, dove questo lavoro si impara da bambini. Circa 20 ragazzi spagnoli, alcuni appena diciottenni, si stanno occupando della decortica sui Nebrodi.
Il sughero dei Nebrodi a Singapore
La tecnica è difficile e particolare, l’estrattore, con colpi di accetta mirati, estrae la corteccia, facendo bene attenzione a non danneggiare la parte dura dell’albero. Il sughero si rigenera così ogni 9 anni. La Syfar, da tre generazioni, si occupa della lavorazione del sughero, un materiale idrorepellente, resistente al fuoco e alle muffe. Nello stabilimento di contrada Furiano vengono prodotti pannelli isolanti per uso edilizio. In questo periodo, l’azienda sta lavorando ad una commessa per l’isolamento della metropolitana di Singapore.
ma quali sono i boschi di sant’agata di militello?