La denuncia arriva dalle associazioni Messina Futura e Amici della Riviera unitamente al Comitato cittadini Viale della Libertà che fanno sapere che intendono promuovere in sede giudiziaria sul piano civile, penale e amministrativo tutte le azioni possibili per la tutela della salute dei cittadini
“Il Viale della Libertà si sta trasformando in una fogna a cielo aperto”. La denuncia arriva dalle associazioni Messina Futura e Amici della Riviera unitamente al Comitato cittadini che prende il nome dal viale.
“In questa zona – denunciano – da oltre un mese, infatti si assiste impotenti al mancato deflusso delle acque bianche e alla contemporanea fuoriuscita di liquami dalla condotta fognaria comunale che, alimentando di continuo una macroscopica pozzanghera maleodorante estesa per centinaia di metri, di fatto impedisce il normale attraversamento della sede stradale al fine di raggiungere le civili abitazioni, l’unico ufficio postale presente in zona e un frequentatissimo luogo di culto, oltre a danneggiare economicamente i numerosi esercizi commerciali ivi esistenti”.
Il malfunzionamento della condotta unitamente alle precipitazioni atmosferiche crea un connubio disastroso. Le associazioni ricordano come nella giornata di pioggia del 21 dicembre, l’arteria si sia trasformata in un fiume in piena, tanto da rendere necessario l’intervento dei vigili del fuoco.
I problemi si susseguono uno dopo l’altro, come in un circolo vizioso senza fine. L’otturazione dei tombini ostruisce il deflusso delle acque piovane, causando pericolo di incidenti nei giorni di pioggia. Alle condizioni straordinarie si affiancano quelle ordinarie, con gli ormai consueti odori nauseabondi che provengono dalla condotta. La fuoriuscita di liquami mette in rischio la stabilità degli edifici. Le associazioni denunciano in particolare il riempimento di liquido melmoso della fossa dell’ascensore della palazzina al n. 305 scala A. Ma le brutte notizie non sono finite, perché il comune ha già fatto sapere di non avere i soldi per affrontare i lavori necessari.
Sembra una situazione, al momento, senza via d’uscita. L’unica possibilità contemplata è quella di un peggioramento che prosegue di pari passo con l’inerzia delle istituzioni, che potrebbero ritrovarsi a pagare molto di più di quello che costerebbe riparare il danno alla condotta. Le associazioni hanno attivato una petizione da sottoporre a vari enti, tra cui Comune, Amam e Autorità Portuale, e fanno sapere che intendono promuovere in sede giudiziaria sul piano civile, penale e amministrativo tutte le azioni possibili per la tutela della salute dei cittadini. (Giusy Briguglio)