Gli otto anestesisti attualmente presenti, undici quelli previsti in organico, sottoposti a turni che aumentano lo stress e il disagio sul luogo di lavoro, generando il rischio di effetti negativi anche sulla qualità delle prestazione fornite. Il sindacato chiede un immediato confronto con l’azienda e interviene anche su un altro argomento, quello dei servizi sociali, chiedono una convocazione in commissione
Una lettera circostanziata, che descrive la condizione di disagio subita dagli anestesisti rianimatori dell’ospedale Piemonte, è stata recapitata questa mattina dalla Funzione pubblica della Cgil, all’indirizzo dell’azienda sanitaria.
Il documento sottoscritto dalla segretaria generale della Fp Cgil, Clara Crocé e dal segretario generale della Fp Cgil Medici, Attilio Andriolo, vuole spingere ad avanzare una seria riflessione su sistema organizzativo sanitario, le cui lacune rischiano di mettere a serio rischio la qualità delle prestazioni offerte all’utenza. «La marcata carenza d’ organico, già più volte evidenziata alla Direzione Aziendale, – scrivono i sindacalisti – condiziona negativamente i livelli di assistenza compromettendo la sicurezza dei pazienti ed inducendo gli anestesisti a modalità operative rischiose, per le quali potrebbe facilmente configurarsi il reato di “condotta imprudente” così come sancito dal codice penale. Al di fuori di ogni regola, oltre che del comune buon senso, un solo anestesista si trova spesso a dover gestire simultaneamente due o anche tre sale operatorie, nonché la sala risveglio, lasciata ormai inspiegabilmente sguarnita anche di personale infermieristico. Ciò inevitabilmente comporta una minore attenzione nella condotta anestesiologica nonché una più sbrigativa dimissione dei pazienti sottoposti ad interventi chirurgici dal complesso operatorio, con incremento esponenziale del rischio di incidenti e complicanze».
Problemi anche al Pronto Soccorso, che gestisce 32mila accessi annui: “L’ assenza di un anestesista addetto alle emergenze rianimatorie, particolarmente frequenti al Pronto Soccorso Generale, nei reparti di degenza (Medicina, Cardiologia, UTIC, Pediatria, UTIN, Chirurgia, Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia) e nella struttura di Radiodiagnostica – proseguono i sindacalisti – costringe l’ Anestesista di guardia in Rianimazione ad abbandonare il reparto, privando di assistenza medica gli 8 pazienti intubati generalmente ricoverati. Tale evenienza comporta una precisa violazione dell’ obbligo di continuità assistenziale cui sono tenuti i reparti di terapia intensiva. Anche il trasferimento dei pazienti critici in altri ospedali, con l’ ambulanza di rianimazione, viene effettuato dall’ unico anestesista presente (i medici del 118 si rifiutano di trasportare pazienti intubati), così come dei pazienti infartuati (secondo protocolli interni), lasciando sguarnito l’ospedale. Urgenze anestesiologiche insorte in questi frangenti sono state risolte, in passato, ricorrendo a personale non in servizio reclutato all’ ultimo momento presso la propria abitazione. Una situazione a dir poco emergenziale, determinata dall’attuale presenza di soli otto anestesisti (contro gli undici previsti). Atre due unità sono in malattia, avendo subito interventi chirurgici importanti che li terranno lontani dal posto di lavoro per il mese di novembre e, almeno uno dei due, certamente, anche per il mese di dicembre. Una terza unità dovrebbe essere acquisita in mobilità dal presidio di Patti soltanto a metà dicembre. Alla luce dell’assoluta gravità della situazione, Fp Cgil e Fp Cgil Medici chiedono un immediato incontro con l’azienda”.
Clara Crocé interviene anche su un’altra questione, quella dei servizi sociali, chiedendo una convocazione in commissione al presidente Pio Amadeo ed al presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile.
La Fp Cgil, che proprio qualche giorno fa, a seguito dalla mobilitazione organizzata di fronte Palazzo Zanca, ha preso parte ad un incontro con il sindaco, l’assessore ai servizi sociali e il presidente del consiglio comunale, nel ribadire la necessità di garantire agli utenti dei servizi dignitosi, reitera le richieste già avanzate in quella sede: «Ribadiamo la necessità che questa Amministrazione pensi a cose veramente concrete, e non a grandi sogni, per cercare di garantire un po’ di normalità a chi vive sulla propria pelle quotidiane difficoltà, tanto gli utenti quanto i lavoratori».
Nell’evidenziare il bisogno di aumentare i livelli di assistenza grazie all’aumento delle ore agli operatori e al riassorbimento dei dipendenti licenziati perché in esubero rispetto ai posti previsti nelle ultime gare d’appalto, il sindacato annuncia che «nel caso in cui i nostri appelli dovessero continuare a rimanere inascoltati, il sindacato e i lavoratori che gestiscono l’assistenza e il trasporto ai disabili sono pronti a dichiarare lo stato di agitazione».
Il medesimo problema che interessa le scuole medie della città, a breve scoppierà in tutte la sua drammaticità anche negli istituti superiori di Messina e provincia: «I soldi stanziati da Palazzo dei Leoni – conclude la Crocé – sono terminati, e dei 45 milioni promessi da Crocetta da destinare alle varie province siciliane non c’è traccia. Nel caso in cui non ci siano novità, dell’inizio della prossima settimana anche i ragazzi delle scuole superiori saranno costretti a rimanere a casa perché privati dei mezzi di trasporto».