I due consiglieri comunali del Pd mettono sotto la lente d'ingrandimento la nota del dirigente comunale Ajello su cui il sindaco De Luca si è basato per autorizzare la riapertura di molti plessi o disporre limitazioni. Dove sono i certificati?
Caos scuole, ordinanza rivista, plessi che possono aprire, istituti che dovranno rispettare delle limitazioni, strutture che invece dovranno restare chiuse. Il sindaco De Luca ha rivisto l’ordinanza dopo la relazione del dirigente comunale Ajello, una relazione che ha attirato l’attenzione dei consiglieri comunali del Pd Antonello Russo e Felice Calabrò.
«Ci lascia non poco perplessi la premessa di tale nota, nella quale lo stesso dirigente esprime il suo "rammarico per aver ostacolato inconsapevolmente l'attività della giunta", sia perché trattasi di considerazioni (al limite della piaggeria), che mal si adattano ad un documento amministrativo che certamente non dovrebbe contenere riferimenti a stati d’animo personali, che si esprimono in altre sedi; sia perchè l'ing. Ajello, se inconsapevolmente ha ostacolato qualcuno, dovrebbe esprimere il suo rammarico anche ai dirigenti scolastici, agli studenti e alle loro famiglie, per il caos generale venutosi a creare».
Ma, volendo andare oltre, i due consiglieri entrano nel merito delle considerazioni del dirigente, considerazioni che destano non poche perplessità visto che è sulla base di queste che buona parte degli istituti scolastici cittadini può riaprire.
«In primo luogo, il dirigente Ajello dichiara la presunzione di sussistenza dell'avvenuto collaudo statico di alcuni edifici scolastici, perchè presume che tali immobili siano presuntivamente muniti di collaudazione amministrativa.
Inoltre, lo stesso dirigente considera a norma da un punto di vista statico gli edifici che ancora non hanno eseguito la verifica sismica, a condizione che ci sia la presunzione di avvenuta collaudazione statica.
In altri termini: viene “presuntivamente” dichiarato il rispetto delle norme antisismiche, per quegli edifici scolastici in cui la verifica antisismica NON è stata effettuata, e gli stessi vengono considerati “in regola”, in quanto si presume che esista la loro collaudazione statica, che a sua volta si presume sia sussistente, solo sulla base di una preventiva presunzione di possesso della collaudazione amministrativa.
Alias: le scuole possono riaprire solo sulla base di presunzioni; in quanto documenti attestanti la regolarità statica e sismica delle scuole che si intendono riaprire non se ne rinvengono, ma si presume che esistano.
Per quanto poi riguarda la normativa antincendio, visto che per legge non è obbligatoria la chiusura delle scuole che non posseggono il necessario CPI (certificato di protezione incendi) per gli istituti con meno di 100 fruitori (tra studenti e personale amministrativo), e nella nostra città solo un numero infinitesimale di scuole possiede questa attestazione (che peraltro per legge si deve rinnovare ogni 5 anni), possono riaprire soltanto quelle scuole che ospitano in contemporanea meno di 100 persone. In termini statistici, ci sono almeno 3.500 studenti iscritti in scuole che non posseggono tale requisito, e che devono necessariamente turnare; ma visto il numero complessivo di studenti, nella maggioranza dei casi la turnazione (anche se dovesse paradossalmente effettuarsi anche di notte) non risolverebbe lo stesso il problema della necessaria frequenza scolastica degli studenti».
Alla luce di queste considerazioni, e delle non poche perplessità che desta la nota dirigenziale, i consiglieri Russo e Calabrò auspicano una immediata soluzione tecnica che possa reperire anche immobili pubblici ad uso scolastico temporaneo, in collaborazione con la Prefettura di Messina, visto che si tratta di urgentissime problematiche di ordine pubblico, come la tutela della incolumità dei cittadini, che devono contemperarsi con il diritto allo studio, di rango costituzionale.
E alla fine un interrogativo provocatorio: «Ma, a proposito di edifici pubblici: i nostri posseggono il necessario CPI (certificato protezione incendi)? In primis, lo possiede il Comune di Messina, che è la Casa di tutti?».