Il direttore della Fondazione Unesco, Aurelio Angelini, è duro nei confronti delle amministrazioni locali che non avrebbero rispettato il Piano di Gestione. Nella sede centrale, a Parigi, è in corso la redazione del secondo Rapporto periodico sui siti Unesco italiani iscritti nella Whl, la lista del patrimonio dell'umanità
Già nel 2008 l’Unesco stava valutando la cancellazione delle isole Eolie dalla Whl, la World heritage list, cioè la lista del patrimonio dell’umanità. Poi era stato inviato alla sede centrale dell’Unesco, a Parigi, il Piano di gestione del sito per sanare le criticità.
Se in quell’occasione il rischio era stato scongiurato, a distanza di sei anni si ripropone. A lanciare l’allarme è il direttore della Fondazione Unesco, Aurelio Angelini. In queste settimane è in corso la redazione del secondo “Rapporto periodico sui siti Unesco italiani iscritti nella Whl”.
“Dobbiamo registrare e informare l’Unesco – afferma Angelini – che non è stato fatto nessun passo in avanti e che la gestione del sito non è mai stata avviata, impedendo che l’importante riconoscimento internazionale ricevuto dalle Eolie venisse valorizzato al fine di creare quelle nuove occasioni di sviluppo sostenibile rappresentate dall’appartenenza alla Whl”.
Il direttore della Fondazione Unesco è duro nei confronti delle amministrazioni locali: “La gestione di un sito non è un optional ed è finalizzata a coordinare le attività ai fini della tutela e riqualificazione paesaggistica e della valorizzazione socio-economica dei territori interessati, attraverso la promozione del patrimonio storico artistico, architettonico e paesaggistico, nonché del patrimonio culturale immateriale. Oltre alle gravi inadempienze, registriamo iniziative contrarie agli obiettivi del Piano di Gestione. Per ultimi, si sta costruendo alla base di un cratere attivo dell'isola di Vulcano, un depuratore sovradimensionato per i consumi idrici, compresi quelli di picco, ed è stata rilasciata a Salina in località Lingua, in zona “B” della riserva naturale Monte Fossa delle Felci, l’autorizzazione per uno stabilimento balneare con gravi rischi in una zona identificata come Zona Protezione Speciale e Sito di Interesse Comunitario”.
L’invito rivolto alle istituzioni è quello di “operare nell’interesse delle loro comunità, nel rispetto delle decisioni adottate a livello locale, regionale e nazionale, al fine di scongiurare che le Isole Eolie vengano nuovamente messe sotto la lente d’ingrandimento”.