Il leader centrista ribadisce: "saremo alleati del Pd alle Regionali 2017 ed alle Politiche indipendentemente dall'esito del referendum. Cosa farà Cesa non m'importa". Su Accorinti: "Siamo gli unici ad aver firmato la mozione di sfiducia"
“L’Udc è morta. E’ inutile parlare di chi va con Cesa e di chi va lontano da Cesa. Di Genovese, Corona all’Udc, di Gianfranco Miccichè o di Cuffaro.Basta, l’Udc è morta, stiamo parlando del nulla”. Per far perdere le staffe all’ex ministro Gianpiero D’Alia basta parlare dell’ormai imminente estrema unzione di quel partito che è stato, quasi vent’anni fa, anche una “sua creatura” e che adesso si appresta a vivere gli ultimi mesi prima dello scioglimento.
Dal Referendum a Crocetta passando per le alleanze per le prossime regionali la guerra tra il segretario nazionale Udc Lorenzo Cesa e il presidente nazionale Gianpiero D’Alia è ormai alle ultime battute. Cesa è per il no al referendum, è pronto a consegnare le spoglie di quel che resterà dell’Udc, con tanto di simbolo, al centro-destra ed in Sicilia a lasciare che gli spazi lasciati dal gruppo D’Alia vengano presi dagli ex cuffariani, e secondo “gossip” politico, anche alle truppe di Genovese e agli uomini di Corona per un’alleanza stabile con la Forza Italia di Miccichè. Nel frattempo ha sconfessato tutti i congressi siciliani dei “ribelli” inviando dei commissari.
D’Alia terrà duro fino al Referendum, ha cambiato il nome al gruppo Ars in “Udc-centristi per il sì”, si è riavvicinato a Renzi e passerà il prossimo mese a far campagna elettorale come gli altri alleati del governo nazionale.
“L’Udc è al governo nazionale con il Pd, nel governo regionale con il Pd, la nostra è un’alleanza con il Pd e mi sembra evidente e non da adesso. Con Crocetta siamo dal 2012, anzi, l’abbiamo voluta noi questa maggioranza-taglia corto D’Alia- quindi ribadisco: sia se dovesse vincere il sì, come mi auguro e penso, ma anche se dovesse vincere il no io sono e resto alleato con il Pd per le Regionali 2017 e per le Politiche. Punto. Non ho nessuna intenzione di stare a discutere di Corona o di altri. L’Udc è morta”.
Chiuse le urne si consumeranno gli altri passaggi, primo tra tutti quello che porterà a concretizzare definitivamente l’Area Popolare, quello spazio dei moderati insieme agli Ncd di Alfano che non intendono tornare alla casa madre berlusconiana.
Dopo aver anticipato tutti, nel 2012, puntando su Crocetta e costringendo il Pd a sposare la candidatura, adesso, D’Alia si appresta a confermare l’alleanza anche per le Regionali 2017, ma sul nome della sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, quale possibile candidata di Renzi, il leader centrista non si sbilancia: “Non m’iscrivo al campionato delle indiscrezioni e penso sia prematuro fare nomi a meno che non si vogliano bruciare. Il discorso sulla candidatura alla Presidenza della Regione è serio e non si può fare in questo momento ed in questi termini”.
A chi gli chiede se l’alleanza con il Pd sarà anche per Messina lui risponde di sì, ma anche in questo caso nessun nome, neanche quello di Giovanni Ardizzone, attuale presidente dell’Ars: “In primavera, quando ne parlammo, sarebbe stato il miglior candidato sindaco. Poi avete visto tutti com’è finita. L’Udc è stata l’unica a presentare sul serio la mozione di sfiducia. Gli altri hanno fatto solo chiacchiere. Ci sono 9 firme e sono le nostre, insieme a Ncd. Adesso Ardizzone ha dichiarato che si ricandiderà per l’Ars, quindi non è un discorso più attuale”. Sull’ipotesi di una candidatura di Pietro Navarra si dice d’accordo “la migliore scelta”.
Il presidente nazionale dell’Udc è arrivato a Palazzo Zanca alle 11.30, in occasione della conferenza stampa, disertando quindi l’incontro voluto da Accorinti per invitare la deputazione a sostenere la richiesta di spalmare il Piano di riequilibrio su 30 anni.
“Accorinti non può decidere il sabato d’invitare i deputati lunedì, in 48 ore-replica- In ogni caso io sul riequilibrio sono stato chiaro. Ero favorevole al dissesto sin dalla sindacatura Buzzanca. L’ho sempre detto. Poi Accorinti ha deciso che voleva seguire la strada del Riequilibrio. Noi abbiamo deciso di dargli fiducia e votare un Piano che spalmava i debiti in 10 anni. Eravamo perplessi ma abbiamo detto sì. Adesso Accorinti cambia idea e dice che serviranno 30 anni e che quindi quei 10 anni non erano sufficienti. Personalmente quando la proposta arriverà alla Camera, poichè riguarda decine di Comuni e non soltanto Messina, la valuteremo. Ma Accorinti non può scaricare su di noi la responsabilità di non essere riuscito a predisporre un Piano di riequilibrio adeguato in alternativa al default”.
Infine il Ponte sullo Stretto, che ha visto negli anni scorsi D’Alia tra i contrari all’opera, tanto che fu proprio lui, nel 2010 a presentare l’interrogazione con la quale chiedeva all’allora premier Monti di sciogliere la società Stretto di Messina.
Sei anni dopo si appresta a formare l’Area Popolare con i deputati Ncd che, Garofalo e Alfano in testa hanno riaperto il discorso sul Ponte e a dicembre porteranno in Aula il ddl per riattivare l’iter. Nel frattempo anche Renzi si è detto pronto a riaprire l’argomento Ponte.
“Io non ero contrario al Ponte, ero contrario al Ponte come lo voleva Berlusconi- dice D’Alia provando a dribblare la questione, con scarso esito- Berlusconi lo voleva realizzare destinando al Ponte tutte le risorse per il Sud e lo voleva fare attraverso il project financing. Così avremmo avuto il Ponte ma non le infrastrutture, le autostrade, i viadotti, le ferrovie. Per non parlare di quanto ci è costata la Stretto di Messina ed infatti ribadisco la bontà di quella interrogazione. Adesso le cose sono diverse. Renzi ha firmato i Patti per la Sicilia e per Messina. Si tratta di risorse destinate alle nostre infrastrutture ed ai trasporti. Il Ponte sarebbe un elemento in più, un’integrazione, non andrebbe a drenare risorse. Inoltre la penso come Delrio che ha detto che il Ponte non si deve fare con il project financing ma con le risorse pubbliche. Con i privati la cifra si raddoppia. Servono 5, 6 miliardi? Quanto il Mose? Perché farlo insieme ai privati e far salire la cifra?”
Insomma, sul Ponte D'Alia ha cambiato idea.
Rosaria Brancato
L’Udc è morta? Direi, piuttosto, che è, certamente, morta l’udc di d’alia. Questo signorotto, politicamente, pensa di essere vivo e vegeto? Ho seri dubbi! Scommetto, piuttosto, che uscito di scena d’alia, quelli che prenderanno il suo posto, forse, qualche voto in più potrebbero prenderlo. Sul discorso Ponte, poi, d’alia dimostra ancora la sua “serietà” politica. Da sempre contrario al Ponte, oggi che, per cercare di salvare la poltrona, si allea con alfano (sic!) si rimangia quello che ha sempre affermato e, vergognosamente, da moticavioni ridicole. Ma da uno che si è sempre lasciato trasportare dal vento nella direzione delle poltrone, questo è normale. Mi dispiace per lui, ma è, politicamente, out! Che si goda la sua immeritata pensione!
L’Udc è morta? Direi, piuttosto, che è, certamente, morta l’udc di d’alia. Questo signorotto, politicamente, pensa di essere vivo e vegeto? Ho seri dubbi! Scommetto, piuttosto, che uscito di scena d’alia, quelli che prenderanno il suo posto, forse, qualche voto in più potrebbero prenderlo. Sul discorso Ponte, poi, d’alia dimostra ancora la sua “serietà” politica. Da sempre contrario al Ponte, oggi che, per cercare di salvare la poltrona, si allea con alfano (sic!) si rimangia quello che ha sempre affermato e, vergognosamente, da moticavioni ridicole. Ma da uno che si è sempre lasciato trasportare dal vento nella direzione delle poltrone, questo è normale. Mi dispiace per lui, ma è, politicamente, out! Che si goda la sua immeritata pensione!
Bollito !
Bollito !
PRIMO RISULTATO : Il nostro Giampiero D’Alia ha fatto una chiara scelta politica nello schierarsi con Matteo Renzi. Questa è l’unica cosa certa che emerge dalla lettura di questo articolo. Ora occorre vedere cosa decideranno gli altri politici messinesi. In fondo, vuoi o non vuoi, anche questa è democrazia. Meno male che ancora si è liberi di scegliere e, soprattutto, lo si puo’ dire pubblicamente.
PRIMO RISULTATO : Il nostro Giampiero D’Alia ha fatto una chiara scelta politica nello schierarsi con Matteo Renzi. Questa è l’unica cosa certa che emerge dalla lettura di questo articolo. Ora occorre vedere cosa decideranno gli altri politici messinesi. In fondo, vuoi o non vuoi, anche questa è democrazia. Meno male che ancora si è liberi di scegliere e, soprattutto, lo si puo’ dire pubblicamente.
Cosa si è costretti a fare (annaspare) per avere un po’ di potere ……………..
Cosa si è costretti a fare (annaspare) per avere un po’ di potere ……………..
Quanta gente c’era ?
Quanta gente c’era ?
Ma ancora c’è chi gli dà ascolto? Forse neanche più quelli del cerchio magico!
Ma ancora c’è chi gli dà ascolto? Forse neanche più quelli del cerchio magico!