La giunta sforna un atto "torta Sbrisolona" e il consiglio la trasforma in Setteveli e la sana

La giunta sforna un atto “torta Sbrisolona” e il consiglio la trasforma in Setteveli e la sana

Rosaria Brancato

La giunta sforna un atto “torta Sbrisolona” e il consiglio la trasforma in Setteveli e la sana

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mercoledì 05 Agosto 2015 - 22:09

L'Aula approva il provvedimento che garantisce i contributi alle famiglie di alluvionati di Giampilieri per l'acquisto di alloggi. Ma per votare il Consiglio ha sanato un atto che era approdato con una serie di irregolarità nella forma. I consiglieri sono riusciti a trasformare un provvedimento di giunta simile alla "torta sbrisolona" in una setteveli per poterla approvare.

La risposta alla lettera di Elio Conti Nibali e dell’ex assessore Filippo Cucinotta che accusavano il Consiglio comunale di improduttività, l’ha data l’Aula (o meglio il solito sparuto gruppo) che è riuscita a trasformare una delibera piena di imperfezioni e simile ad una “zucca” in una “carrozza”, salvando capre e cavoli senza bisogno di rispedirla al mittente come meritava e perdere ulteriore tempo. Il provvedimento, ironia della sorte, è quello relativo ai contributi destinati alle famiglie alluvionate di Giampilieri per acquistare un alloggio e che ha spinto i due esponenti di Indietrononsitorna a contestare i consiglieri di assenteismo e improduttività dopo una seduta andata a vuoto per caduta del numero legale. Ebbene quella delibera è riapprodata in Consiglio martedì ma ci sono volute 24 ore di tempo per votarla, ma poiché l’intero consiglio, esattamente come l’amministrazione, voleva dare la giusta, per quanto tardiva, risposta agli alluvionati, si è fatto l’impossibile pur di trasformare la zucca in carrozza. Per arrivare al risultato ci sono state ulteriori cadute del numero legale, liti in sede di capigruppo, lavoro di lima e diplomazia e la certezza che ormai, al di là della buona volontà di pochissimi esiste un serio problema di agibilità d’Aula, ostaggio dell’assenteismo sistematico e del disinteresse acclarato di quasi la metà dei 40 consiglieri.

Il provvedimento prevede il contributo di 150 mila euro per le famiglie alluvionate di Giampilieri da destinare alla ricostruzione, delocalizzazione o acquisto di un nuovo alloggio. La somma può aumentare del 30% in caso di acquisto o ricostruzione nell’ambito del territorio comunale, mentre per quel che attiene la delocalizzazione il contributo è concesso contestualmente alla cessione del diritto di proprietà dell’unità al Comune. La delibera prevede anche d’impegnare 277 mila euro per le opere di demolizione e messa in sicurezza degli alloggi colpiti dall’alluvione del 2009, interventi per i quali la Protezione civile, per voce del direttore generale Calogero Foti, ha garantito le risorse, ma che devono vedere l’amministrazione pronta ad agire subito dal momento che si è già in ritardo di oltre un anno.

Andiamo adesso al provvedimento, votato con 19 sì e 2 astenuti (21 i presenti) a conclusione di due giorni di sedute che hanno visto arrivare la delibera un anno dopo la prima trasmissione in Aula. A votare sì per la concessione dei contributi alle famiglie di Giampilieri sono stati: Carlo Abbate, Piero Adamo, Pio Amadeo, Elvira Amata, Nino Carreri, Simona Contestabile, Giuseppe De Leo, Daniela Faranda, Lucy Fenech, Nino Interdonato, Nina Lo Presti, Francesco Pagano, Ivana Risitano, Antonella Russo, Donatella Sindoni, Fabrizio Sottile, Luigi Sturniolo, Giuseppe Trischitta, Daniele Zuccarello. Astenuti Emilia Barrile e Claudio Cardile.

L’approvazione è arrivata dopo un’operazione-salvezza di un atto che ha già vissuto un anno piuttosto travagliato. La prima delibera era stata presentata dall’ex assessore Filippo Cucinotta che l’ha poi ritirata per modificarla. Un anno dopo a ripresentarla modificata è stato l’assessore Sebastiano Pino ma anche in questo caso sono stati necessari ulteriori passaggi. Martedì però è scoppiato il giallo della delibera, approdata in Aula diversa rispetto a quella approvata in Commissione, con una serie di allegati fino a quel momento mai inseriti. Ad aggrovigliare la situazione è stata anche la delibera di giunta che impegna i 277 mila euro per le opere di demolizione (somme che la protezione civile si è impegnata a sostenere) ma che è successiva rispetto al testo approvato in Commissione. Erano stati i revisori dei conti ad invitare l’amministrazione a prevedere l’impegno di spesa, con un parere successivo alla delibera stessa, come fatto notare dalla consigliera Nina Lo Presti “il parere dei revisori si rifà ad una delibera successiva, ma a nessuno degli atti che siamo stati chiamati a votare oggi”. Insomma, per 24 ore il Consiglio è stato alle prese con un provvedimento che voleva votare nei contenuti ma che era imperfetto nella forma. Nonostante gli inviti da parte di diversi consiglieri, a ritirare la deliberare per modificarla, l’assessore Pino ha ribadito la volontà della giunta di portarla avanti. L’unica soluzione era la modifica attraverso subemendamenti presentati dai consiglieri per renderla inattaccabile e sanarla.

Sia in Aula che in sede di capigruppo più consiglieri hanno reiterato l’invito. Se il capogruppo di Felice per Messina Giuseppe Santalco ha dapprima richiesto il ritiro della delibera per poi a sua volta ritirare la proposta, in Aula il capogruppo Pd Paolo David lo ha ribadito: “Non tocca a noi vestire con un abito nuovo la delibera, e raddrizzare le anomalie che voi avete causato. Siate saggi ritiratela e saremo ben lieti di votarla per dare risposte ai cittadini”. Stessa posizione per l’Udc che per protesta non ha preso parte alla seduta e per Nora Scuderi e Giuseppe De Leo, Megafono: “Non tocca a noi sostituirci all’amministrazione, se c’è un vizio di forma o un’irregolarità la delibera deve essere modificata da chi l’ha presentata. Capisco gli sforzi di un consiglio che vuole votare questo provvedimento ma ognuno si deve assumere le responsabilità”. Alla fine, vista la volontà della giunta di non ritirare il provvedimento è toccato al Consiglio togliere le castagne dal fuoco e salvare l’atto grazie ad un subemendamento di Antonella Russo e Simona Contestabile che ha sanato i problemi di forma scaturiti dalla delibera che impegna i 277 mila euro integrandola al provvedimento “madre”. Gli allegati spuntati improvvisamente sono stati poi cassati.

L’amministrazione aveva presentato una torta sbrisolona, buona nel contenuto ma pasticciata nella forma e l’Aula l’ha trasformata in una Setteveli.

A sollevare il problema dell’agibilità d’Aula è stato, dopo l’ennesima seduta sul fil di lana per via del numero legale, Pippo Trischitta “così non si può andare avanti, non possiamo continuare a passare per assenteisti. Propongo che il gettone di presenza scatti solo per quanti votano effettivamente le delibere. Basta col vizietto di chi mette il tesserino e poi va via”.

La caduta del numero legale è il più delle volte una strategia politica ma l’assenteismo cronico o l’abitudine di inserire il tesserino e sparire due secondi dopo, danneggia sia la credibilità del consesso che i lavori d’Aula perché quel che si può fare in 2 ore lo si finisce col fare in 2 giorni.

“L’agibilità dell’Aula deve essere garantita sin dalla seduta dei capigruppo-incalza Daniele Zuccarello- Perché c’è chi durante la riunione dice una cosa ma poi in Consiglio ne fa un’altra e restiamo sempre i soliti a garantire il numero legale. Nel caso del Pd in particolare le figure dei capigruppo sono inesistenti perché non gestiscono il gruppo ed i singoli consiglieri non seguono alcuna indicazione.”.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. Cara ROSARIA allargo la questione alla SOVRANITA’ POPOLARE,ridotta dai politici messinesi a carta straccia,faccio l’esempio dell’ISOLA PEDONALE DUOMO. Forse i messinesi non sanno che l’ISOLA DUOMO fu prevista nel PGTU,piano generale del traffico urbano,approvata da ben DUE Consigli Comunali,nel 1998 e poi nel 2014, su proposta di un sindaco di CENTRODESTRA,Turi LEONARDI dell’UDC. A distanza di 17 anni la SOVRANITA’ POPOLARE tenta disperatamente di prevalere, ma il 17 porta disgrazia,quindi accetto scommesse,il giorno dopo la sua nascita verrà sommersa da ricorsi e urla dei soliti zalli, e sarà cancellata per altri DICIASETTE anni. Godetevela nei disegni http://www.comune.messina.it/repository/archivio-atti/allegati/2015/Docs38862/457.pdf

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  2. Cara ROSARIA allargo la questione alla SOVRANITA’ POPOLARE,ridotta dai politici messinesi a carta straccia,faccio l’esempio dell’ISOLA PEDONALE DUOMO. Forse i messinesi non sanno che l’ISOLA DUOMO fu prevista nel PGTU,piano generale del traffico urbano,approvata da ben DUE Consigli Comunali,nel 1998 e poi nel 2014, su proposta di un sindaco di CENTRODESTRA,Turi LEONARDI dell’UDC. A distanza di 17 anni la SOVRANITA’ POPOLARE tenta disperatamente di prevalere, ma il 17 porta disgrazia,quindi accetto scommesse,il giorno dopo la sua nascita verrà sommersa da ricorsi e urla dei soliti zalli, e sarà cancellata per altri DICIASETTE anni. Godetevela nei disegni http://www.comune.messina.it/repository/archivio-atti/allegati/2015/Docs38862/457.pdf

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  3. Cara ROSARIA anche TEMPOSTRETTO parla poco della SOVRANITA’ POPOLARE, come sai la sua massima espressione, in DEMOCRAZIA, è il momento del voto per la scelta del SINDACO e del CONSIGLIO COMUNALE. Noi messinesi non abbiamo dato una maggioranza a RENATO ACCORINTI, ma questa possibilità è prevista dalla legge elettorale,non significa che la SOVRANITA’ POPOLARE possa essere impedita a governare, ma che sindaco e consiglieri debbano trovare in Consiglio la giusta mediazione per l’interesse generale, e non per sommare tanti interessi individuali. Due sindaci, Turi LEONARDI e Renato ACCORINTI, due Consigli Comunali, quello del 1998 e del 2014, hanno deciso per l’ISOLA DUOMO, rappresentano in DEMOCRAZIA la sovranità popolare, chi OSA dire di no?

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  4. Cara ROSARIA anche TEMPOSTRETTO parla poco della SOVRANITA’ POPOLARE, come sai la sua massima espressione, in DEMOCRAZIA, è il momento del voto per la scelta del SINDACO e del CONSIGLIO COMUNALE. Noi messinesi non abbiamo dato una maggioranza a RENATO ACCORINTI, ma questa possibilità è prevista dalla legge elettorale,non significa che la SOVRANITA’ POPOLARE possa essere impedita a governare, ma che sindaco e consiglieri debbano trovare in Consiglio la giusta mediazione per l’interesse generale, e non per sommare tanti interessi individuali. Due sindaci, Turi LEONARDI e Renato ACCORINTI, due Consigli Comunali, quello del 1998 e del 2014, hanno deciso per l’ISOLA DUOMO, rappresentano in DEMOCRAZIA la sovranità popolare, chi OSA dire di no?

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