Sono 18 gli indagati per il disastro del primo ottobre: ecco tutti i nomi

Sono 18 gli indagati per il disastro del primo ottobre: ecco tutti i nomi

Sono 18 gli indagati per il disastro del primo ottobre: ecco tutti i nomi

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sabato 12 Novembre 2011 - 13:47

Sono diciotto gli indagati a conclusione delle indagini sull'alluvione del primo ottobre 2009 che provocò 37 morti. Gli avvisi, emessi dalla Procura, notificati dai Carabinieri. Le ipotesi di reato principali sono di disastro colposo ed omicidio colposo plurimo.

Sono 18 le persone indagate nell’inchiesta sull’alluvione che il primo ottobre 2009 provocò 37 morti fra Giampilieri e Scaletta Zanclea. La Procura, nei giorni scorsi, ha chiuso le indagini del maxifascicolo condotto in prima persona dal Procuratore capo Guido Lo Forte insieme con i sostituti Adriana Sciglio e Stefano Ammendola. Agli indagati vengono contestati i reati di disastro colposo ed omicidio colposo plurimo. Gli avvisi di conclusione delle indagini, sono stati notificati dai Carabinieri al sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca e di Scaletta Mario Briguglio e all’ex Commissario straordinario del Comune di Messina Gaspare Sinatra. Buzzanca, secondo l’accusa, per negligenza o imperizia, avrebbe omesso di valutare il livello di rischio evidenziato da uno studio geologico dopo la precedente alluvione dell’ottobre 2007. Di conseguenza non ha adottato i piani di allertamento e di sgombero degli edifici a rischio e di salvaguardia degli abitanti delle zone colpite dal nubifragio. Il primo cittadino avrebbe dovuto evacuare quei villaggi che le perizie dei geologi avevano definito a rischio in caso di alluvione.
Gli altri avvisi sono stati inviati all’ex responsabile della Protezione Civile regionale Salvatore Cocina, al capo di gabinetto dell’assessorato regionale Territorio ed ambiente Giovanni Arnone, ai geologi Antonino Savoca, Alberto Pistorio, Tiziana Flora Lucchesi, Salvatore Cotone, Giuseppe Rago, Felice Grasso e Giovanni Randazo, ai progettisti di lavori eseguiti nelle zone alluvionate Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Stefano Bello, Giovanni Garufi, Carmelo Antonino Melato e Agatino Giuseppe Manganaro.
Un elenco di amministratori, ex amministratori, tecnici e funzionari ai quali la Procura è giunta dopo due anni di lavori, basandosi sulla informativa dei Carabinieri che subito dopo il disastro avviarono un certosino lavoro nelle zone alluvionate per accertare le responsabilità. Per giorni i Militari dell’Arma monitorarono villaggi e comuni per individuare i punti deboli del territorio e stabilire le cause di tanta devastazione. Nel fascicolo consegnato ai magistrati figurano anche centinaia di fotografie e sono stati allegati anche dei video che testimoniano la scarsa cura che si è dedicata negli ultimi anni al territorio. La Procura in modo particolare ha voluto individuare le responsabilità di quanti hanno ignorato la messa in sicurezza del territorio dopo l’alluvione dell’ottobre del 2007. Anche allora un violento nubifragio devastò Giampilieri e villaggi limitrofi senza causare vittime. Ma quel campanello d’allarme non fu ascoltato e nell’ottobre 2009 avvenne la catastrofe. Nell’elenco degli indagati, infatti, figurano i nomi direttori dei lavori e progettisti di lavori eseguiti sui torrenti straripati a Scaletta e che tante vittime provocarono e di opere realizzate nei villaggi del messinese che furono spazzate via dal fango in quella terribile sera di due anni fa. Alcuni di questi lavori furono eseguiti nei greti di torrenti che poi sondarono rovinosamente.

4 commenti

  1. E finalmente siamo arrivati alle colpe al processo…non so non riesco ad avere fiducia. Ho paura che le nostre morti non riceveranno la giusta giustiza così come non hanno ricevuto la stessa eco di altri disastri. Spero che il presidente riesca a sbloccare i fondi er la ricistruzione, anche se starei iù attenta alla mesa in sicurezza del terrritorio. Tutto…mezza giornata di pioggia la scorsa settimana…ha fatto tremare di nuovo i cuori…non è possiile farsi condizionare la vita da una pioggia, nè è possibile morire trascinata dalla furia delle acque. Nn lo dico solo come ambientalista, ma come cittadina che ha paura, come abitante di Messina, che 20 anni, fa aveva preso una casa su una collinetta circondata da agrumeti una piccolissima strada di accesso in salita vertiginosa senza uscita e ora si ritrova circondata da 4 palazzi di 4 piani con la moltipliazione degli abitanti, con nessun filo d’erba intorno ma una cascata di cemento…e il corso del torrente spostato a monte per favorire le costruzioni. Inutile dire che le opere comune sono uguali a 20 anni fa. Nessun sbocco, strada sempre piccola in salita…solo che prima si vedevano rotolare i ricci e le arance, ora addirittura c’è traffico di automobili. Che Dio ce la mandi buona…io scatto foto ad ogni temporale…spero non servano come prova…contro chi ha dato la concessione e contro chi deve preoccuparsi della nostra protezione civile

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  2. ciao santina. quel che fa sperare dalle motivazioni di questi avvisi di garanzia è che non si parla delle solite cose trite e ritrite ma del fatto che queste persone abbiano sottovalutato i rischi e non abbiano messo in atto protocolli di allertamento della popolazione. quindi si va al sodo, al nocciolo del problema. se posso darti un consiglio, poco puoi fare su ciò che ti hanno costruito intorno, ma molto sulla valutazione del rischio a cui sei sottoposta e sull’allertamento in caso di serie e motivate allerte meteo. pretendi questo perchè di certo non costa molto ed è fattibile in poco tempo. pretendilo con carte scritte però, perchè le parole non servono a nulla. comincia a scrivere al sindaco “autorità locale di protezione civile” ed alla prefettura ed alla protezione civile regionale – sede di messina ed infine al genio civile. chiedendo un riscontro. è nei tuoi diritti-dovere di cittadina secondo legi e regolamenti. volendo anche per conoscenza alla procura della repubblica, soprattutto se non ti rispondono. non chiedere la luna, chiedi che almeno ti allertino e ti dicano cosa fare PRIMA e DURANTE il pericolo. saluti

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  3. per il rispetto di 37 morti,sarebbe ora che qualcuno finisse in galera …a cominciare dai kapi.

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  4. Questi nomi teniamoli a mente in modo che alle prossime elezioni possano essere rieletti, 🙁

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