Il Cirs: "Noi, fuori dal sistema malato della formazione, ma vittime della caccia alle streghe"

Il Cirs: “Noi, fuori dal sistema malato della formazione, ma vittime della caccia alle streghe”

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Il Cirs: “Noi, fuori dal sistema malato della formazione, ma vittime della caccia alle streghe”

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mercoledì 06 Febbraio 2013 - 19:23

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera del Cirs, tra i 35 enti messi in mora dalla Regione, che puntualizza la sua posizione e invita ad una riflessione sulla necessità di cambiare il sistema malato ma anche di evidenziare le storie differenti tra chi ha "usato la formazione" e chi ci ha creduto e ci crede.

In merito alla vicenda della Formazione ed alla messa in mora di 35 enti per le somme erogate come integrazione, la Cirs Messina vuol fare alcune puntualizzazioni che meritano un’attenta riflessione, perché la storia del Cirs dimostra come la devastazione di un sistema finisca con il fare vittime tra quegli Enti (purtroppo pochi) che con impegno, correttezza e trasparenza hanno fatto della formazione uno strumento di crescita non personale.

“Il CIRS ha utilizzato l’integrazione concessa solo per l’ammontare di €.1898,64, ossia le somme necessarie a coprire il costo del personale su uno dei 2 progetti PROF 2007 e solo in seguito a rendicontazione che ne ha accertato la legittimità.

L’Ente non ha quindi alcuna responsabilità in merito alle decisioni della Regione di erogare le somme con decreto ed in ogni caso, qualora dovessero essere restituite il Cirs dovrebbe sottrarle alla Casa Famiglia.

“Siamo consapevoli che, in questo momento di caccia alle streghe, si possa finire tutti in uno stesso calderone, anche al fine di dare soddisfazione a quel bisogno di “giustizialismo” che aleggia in mezzo al “popolo”, un popolo vessato, ingannato, ridotto all’elemosina, un popolo arrabbiato, di cui anche noi facciamo parte.

Così anche chi come il CIRS di Messina, da 50 anni opera sul territorio, con impegno, per l’accoglienza di donne e bambini svantaggiati e da 30 anni porta avanti la formazione professionale come strumento di prevenzione, di integrazione, di accoglienza e crescita culturale si trova oggi menzionato tra enti su cui si punta il dito. Ma nessuno sa che il CIRS onlus, per anni, ha avuto il parametro più basso di tutta la Sicilia (70 euro ora corso) tanto da aver dovuto dichiarare lo stato di crisi. Nessuno ha interesse a evidenziare che ci sono Enti che lavorano seriamente e con impegno e nonostante enormi difficoltà, perchè si resta offuscati dalle azioni ignobili di chi ha distorto l’uso del sistema a proprio vantaggio. A fronte di forti speculazioni, assunzioni incontrollate (al Cirs nessuna assunzione dopo il 2007, e tutti abbiamo sottoscritto la autocertificazione di assenza di rapporti di parentela con esponenti dell’ARS), uso distorto delle risorse pubbliche, ci sono anche Enti che hanno svolto opera di prevenzione anche e soprattutto per quelle fasce di allievi emarginati dai sistemi o considerati “ a rischio” dalle scuole stesse. Ma siamo felici del tempo e dell’impegno profuso perché il vero riconoscimento ce lo danno i corsisti.

E ancora oggi, con un personale in forza all’Ente a tempo pieno dal 01/07/2012, dopo un periodo di Cassa integrazione in deroga (gennaio-giugno 2012), per il quale non abbiamo ricevuto alcun finanziamento (il CIRS è stato l’unico Ente di formazione della provincia di Messina, che non ha ancora ricevuto neanche un anticipo su una CIGD richiesta in data 31/12/2011), ci troviamo in enorme difficoltà, sull’orlo del crollo finanziario perché, neanche sull’Avviso 20, è stato a noi erogato alcun acconto, nonostante le ripetute richieste (e altresì segnalazioni di disfunzioni del sistema, in linea con la posizione forte presa dal nostro Presidente della Regione e dall’Assessore, che ci danno il coraggio di credere che qualcosa si possa ancora fare). Oggi, con notevoli danni sia di tipo gestionale e con delle risorse umane, al limite della sopravvivenza, non ci resta che provare a far conoscere la nostra realtà e almeno a difendere la nostra immagine. Non abbiamo altro.

Magari a nessuno questo interessa ma è un obbligo morale provarci. Abbiamo cercato di distinguerci per precisione, abbiamo mandato richieste scritte, vorremmo ottenere incontri con qualche referente ma nessuno ci dà risposte, i funzionari, probabilmente anche loro confusi, nemmeno rispondono più al telefono.

Comprendiamo il momento, sosteniamo chi vuole portare il sistema alla trasparenza, siamo disposti, in nome della “giustizia” (purché si accerti chi ha reali responsabilità e chi debba restituire quanto indebitamente ricevuto) ad attendere che il sistema venga riportato a regime, ma essere pure “sbattuti” sui giornali, senza che si approfondiscano le specificità delle situazioni e la storia, in termini di onestà e trasparenza di ogni singolo Ente ci sembra davvero troppo. Cerchiamo solo di portare avanti un servizio, crediamo che la formazione professionale, se ben seguita, possa dare dei risultati importanti e siamo convinti che per fare ciò si debba rendere trasparente il sistema (il Faros, anche se và migliorato, da certi punti di vista, è un buon strumento di controllo; le ispezioni ben vengano) ma vorremmo che venisse consentito a chi è in regola di andare avanti ovvero, se l’intenzione è di fermarci, facciamo appello a che ci vengano date delle prospettive chiare. Brancolare nel buio è davvero “disumanizzante”. Grazie.

Crediamo tutti, come il Cirs che la formazione professionale, se ben fatta, possa dare risultati importanti, e ringraziamo l’Ente per aver voluto fornire una testimonianza forte delle difficoltà che incontra chi vuol operare in un sistema trasparente.

RBr

2 commenti

  1. ART.21 COSTITUZIONE. La POLITICA e gli UOMINI hanno infangato associazioni nate nel secondo dopoguerra, dal cuore della chiesa cattolica, a Messina il CIRS vede la luce alla fine degli anni cinquanta. Il dopoguerra è sempre drammatico per tutti e per le DONNE in particolare, mariti che non tornano, figli nati al di fuori del matrimonio, lavoro alle donne difficile da reperire, si preferiscono gli uomini per la ricostruzione. La sede di Messina del CIRS si distingue, positivamente, in pochi anni nel panorama nazionale, sono gli anni in cui il contributo pubblico non esiste, tutto era merito del volontariato e della capacità dei cattolici di reperire risorse dai benestanti messinesi. Poi le leggi, che prevedono le risorse pubbliche, le trasformazioni in onlus, la politica che ne fa uno strumento del voto di scambio. Se fosse ancora in vita la Dott. Maria Celeste Curatolo Celi, cui il vescovo del tempo dette l’incarico, certamente avrebbe qualcosa da ridire su questa misera fine del volontariato cattolico. Se guardate nelle pieghe dei bilanci di queste onlus, noterete che ci sono dirigenti con stipendi altissimi, equiparati a quelli degli enti locali,quindi con stipendi intorno ai 100 mila euro l’anno, molti sono uomini e donne di fiducia dei politici, molto attivi in campagna elettorale,poi arriva il contributo regionale.

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  2. La colpa è sempre degli “ALTRI”.
    Giuseppe Vallèra.

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