Fit Cisl, Filt Cgil e Uiltrasporti puntano alla "proposta oltre la protesta" e consegnano nelle mani dell'amministrazione un progetto che indica la strada da seguire per dare una svolta all'azienda e al servizio reso ai cittadini.
Per Cgil, Cisl e Uil il futuro dell’Atm passa da un progetto che i confederali consegneranno nelle mani dell’amministrazione comunale. 14 proposte che guardano alla riorganizzazione generale dell’azienda e che vogliono andare oltre la protesta per riuscire a creare qualcosa di costruttivo. Lo hanno presentato Enzo Testa, Silvio Lasagni e Giovanna Caridi, segretari di Fit Cisl, Uiltrasporti e Filt Cgil, convinti che proprio da questo piano potrebbe passare davvero il rilancio di azienda e servizio. “Abbiamo redatto questo progetto immaginando cosa faremmo noi se fossimo gli amministratori” ha spiegato Silvio Lasagni, “il re è nudo e non ci sono più le condizioni per andare avanti, sappiamo che il percorso è lungo e non escludiamo, se ce ne sarà bisogno, anche azioni dure pur di ottenere i risultati che la città vuole” ha proseguito Enzo Testa. Per Giovanna Caridi “l’Atm può essere salvata assicurando finalmente ai cittadini messinesi un trasporto pubblico serio ed efficiente, e salvaguardando i livelli occupazionali attraverso una seria riorganizzazione dei servizi e l’internalizzazione di quelli affidati a ditte esterne. Ma, soprattutto, serve la volontà della politica e dell’amministrazione comunale”.
I sindacalisti in prima battuta avevano prefigurato un percorso per trovare insieme alla nuova amministrazione comunale definitive soluzioni finalizzate al risanamento dell’azienda, alla garanzia del posto di lavoro per i 583 dipendenti oggi in organico ma anche per garantire all’intera città di Messina un servizio di mobiltà urbana efficiente sul quale i cittadini potessero davvero fare affidamento .
Da qui gli incontri con l’assessore alla mobiltà Cacciola e con il commissario speciale dell’Atm Manna nel corso dei quali si era deciso di attivare da subito un percorso virtuoso per dare seguito a un radicale processo di miglioramento ed innovazione. Ma ad oggi, per i sindacati, tranne piccoli segnali assolutamente insufficienti (i 45 mezzi quotidianamente in servizio non possono rappresentare la reale alternativa per il cittadino che vuole servirsi del mezzo pubblico), nulla o quasi è cambiato. Ecco perché è nato un progetto che per i segretari coniuga al meglio economicità di gestione, e maggiore produttività per abbattere in maniera significativa i costi.
Il primo passo, nonostante l’amministrazione pare avere idee diverse, è la trasformazione in SpA per come previsto dalle normative vigenti in materia di trasporto pubblico locale urbano. Poi costituzione di una Bad Company nella quale far confluire la metà dei debiti. Sul fronte del servizio i confederali puntano all’istituzione di due diversi tipi di biglietto, quello relativo all’utilizzo dei soli mezzi Atm, e quello integrato con Trenitalia relativamente alla zona Sud, facendo si che il vecchio progetto di metro ferrovia funzionalmente connesso con il servizio delle linee 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10, porterebbe da solo al raddoppio della frequenza degli autobus con il semplice collegamento a pettine, seguendo poi la stessa integrazione con il vettore che effettua il collegamento nello stretto tra le due sponde. Ci sono anche le battaglie di sempre: lotta al portoghesismo, con più controlli con l’istituzione di squadre volanti ed attraverso la vendita di biglietti a bordo con la dovuta maggiorazione, riduzione dei tempi di percorrenza per tram e bus con l’ausilio di semafori intelligenti per il primo e l’istituzione di vere corsie preferenziali per i bus. Affidamento esclusivo da parte del comune della distribuzione delle merci all’interno dell’area urbana, affidamento della gestione dell’intero iter per la rimozione forzosa con carro attrezzi e del conseguente autoparco all’interno dell’Atm, e l’applicazione delle ganasce, della semaforizzazione e segnaletica orizzontale e verticale, riorganizzazione del servizio di controllo della zona ZTL attraverso l’utilizzo degli ausiliari del traffico anche per elevare le multe senza l’intervento dei vigili urbani, attivazione procedure interne attraverso interpellanze per il reperimento di autisti, o interscambio di personale tra società del comune e l’ Atm, più efficiente utilizzo della struttura officina per la revisione dei bus, dei veicoli delle municipalizzate e dei privati
C’è poi il parco mezzi e dunque fornitura del magazzino ricambi considerata la vetustà dei mezzi che hanno un età media tripla rispetto alla media nazionale, da qui l’esigenza dell’acquisto di nuovi bus a metano per rimpinguare il parco mezzi. A tal proposto i sindacati sperano inoltre che venga fatta la transazione con la società Basco al fine d’incrementare la quantità dei bus a disposizione, evitando di dover pagare, in caso di soccombenza dell’Atm nel giudizio, i bus a suo tempo commissionati e mai arrivati. Ciò consentirebbe inoltre a contribuire al progetto di portare a circa 100 il numero dei mezzi in dotazione all’azienda. Infine internalizzazione di tutte le attività manutentive oggi affidate a ditte esterne (Ventura, Esperia ) con costi di gestione esorbitanti. Questi, per Fit Cisl, Filt Cgil e Uiltrasporti, i presupposti da cui partire per una nuova Atm.
F.St.
Se nn avessero invitato la stampa sarebbero stati quattro gatti. Non se li fila più nessuno. E poi consigliano sempre le stesse cose..
Ma i commenti?
Quando si procederà al censimento delle sigle sindacali presenti all’interno dell’ATM? Leggendo l’articolo, e quello precedente, mi sono confuso.
Quali sono i benefici (diretti ed indiretti) che hanno i loro rappresentanti?