L'oppositrice: incredibile che si pubblichi la delibera il 28 gennaio e la scadenza per gli adempimenti sia il 30, qui si gioca sui diritti dei malati
REGGIO CALABRIA – Amalia Bruni, sebbene dai banchi dell’opposizione (e del Gruppo misto), era stata la prima a plaudire alle scelte della Giunta regionale – e dell’assessore al Welfare Tilde Minasi nello specifico – sugli Alzheimer Cafè. Ora, però, lamenta una gravissima mancanza di trasparenza al riguardo.
«La vicenda della delibera sui “cafè Alzheimer” votata il 28 dicembre dello scorso anno ha dell’incredibile e sa tanto di presa in giro per i Comuni capofila degli àmbiti, ma soprattutto per i cittadini, per i malati e per le loro famiglie – afferma l’ex candidata alla Presidenza per il centrosinistra -. Avevo sperato che si trattasse di una iniziativa positiva e lo avevo anche esternato in un comunicato subito dopo l’approvazione del provvedimento, ma oggi mi rendo conto che si continua a giocare sulla pelle dei malati».
Il fatto è che «il 28 gennaio è stata pubblicata sul Burc, esattamente dopo un mese, la delibera» in cui però s’indicava il 30 gennaio quale «scadenza ultima per i Comuni per pubblicare la manifestazione d’interesse per l’individuazione dei soggetti che dovranno curare la realizzazione degli interventi nei territori. Interventi importantissimi che consistono nell’attivare o potenziare la rete dei servizi territoriali rivolti alle persone con eziopatogenesi di tipo neuro-degenerativo, deterioramento cognitivo e sindromi demenziali (Alzheimer, o altre forme di demenza). È irriverente verso i malati, oltre che privo di trasparenza per i Comuni, un comportamento di questo tipo, la Regione non può permettersi di tenere in archivio una delibera per un mese e pubblicarla due giorni prima della scadenza prevista per gli adempimenti obbligatori per gli Enti Locali.
Presidente Occhiuto, non siamo su Scherzi a parte – è il vigoroso appello dell’esponente di minoranza -, non possiamo impedire ai Comuni di svolgere correttamente il loro compito e non possiamo giocare sui diritti dei malati, questa Regione non può e non deve agire al di fuori delle regole e soprattutto del buonsenso. Diversamente qualcuno potrebbe pensare – fa presente la neuroscienziata lametina – che un’operazione come questa, con questi tempi, sia frutto della malafede, mentre io sono convinta che siamo di fronte all’ennesimo pasticcio burocratico. Quindi per rimediare a questa grave mancanza l’unica azione sensata è quella di chiedere all’assessore Minasi e a lei Presidente lo slittamento delle scadenze previste nella delibera con una proroga congrua che consenta in primis ai Comuni di poter programmare, sostenere e rinforzare le azioni di prevenzione e di sostegno svolte da parte degli Ambiti territoriali nei confronti del paziente con Alzheimer e dei familiari/caregiver».