Parcelle a 5 zeri e tra i legali dell'ex gestione Amam figurano parenti di ex amministratori, attuali assessori e cda.......
Almeno sul fronte delle spese legali l’Amam era “un pozzo senza fondo”, al quale peraltro attingeva un ristretto numero di professionisti dal momento che non c’è un ufficio legale.
Parcelle salate per un esercito di avvocati
Così, a fronte di 24 milioni di euro di crediti ormai prescritti per morosi “storici” ci sono le salate parcelle da saldare ad avvocati, che, come segnala l’ex consigliere del Cda Roberto Cerreti, sono sempre gli stessi.
“Si è registrata un’ assurda scelta gestionale che non ha mai pensato al consolidamento di una struttura legale all’interno dell’azienda – scrive il presidente del Movimento Liberi Insieme– ma ha sempre foraggiato in passato, l’affidamento di consulenze ed incarichi a professionisti, secondo logiche personalistiche. Tra le spese più imponenti vi è giusto la voce dei legali, 147 avvocati di fiducia, che hanno goduto di incarichi dal 2013 alla fine del 2018 per la mostruosa cifra di € 3.426.490.21. A questi si aggiungono i professionisti e le somme esborsate dalla società per le mediazioni, qui non contemplate”.
Il cerchio magico legale che includeva parenti di ex amministratori
L’aspetto più preoccupante ( e che comunque riguarda gli ex vertici dell’Amam e non gli attuali), è il fatto che su 147 avvocati c’era un “cerchio legale magico” di una decina di professionisti che hanno superato i 600 mila euro di onorario dal 2013 al 2018…
“Stiamo parlando di parcelle a cinque zeri-commenta Cerreti- che lasciano la sensazione, sicuramente errata, che tutto il contenzioso dell’acquedotto ruotasse intorno a pochi. Quello che fa più male, è scorgere che, nell’elenco dei professionisti di fiducia dell’Amam delle precedenti gestioni vi siano tanti nomi illustri della nostra Città e parenti di ex amministratori”
Tra i professionisti di fiducia dell’Amam anche attuali assessori e Consiglieri di società partecipate
” Cosa ancora più grave- prosegue Cerreti – la presenza di attuali Assessori comunali e componenti dei CDA delle società partecipate messinesi, che immemori della loro vicinanza alle precedenti Amministrazioni e con ritrovata verginità politica e sociale, avevano omesso in campagna elettorale di riferire al popolo messinese di lavorare per conto di una società partecipata comunale, palese motivo di incompatibilità contemplato dalla norma elettorale”.
Cerreti evidenzia come i due assessori della giunta De Luca abbiano rinunciato agli incarichi con Amam, sebbene questo a suo dire sia un comportamento tardivo dal momento che avrebbero dovuto segnalare i motivi d’incompatibilità già in campagna elettorale.
Tempostretto negli anni scorsi ha dedicato più di un articolo agli affidamenti degli incarichi agli avvocati, per lo più “sempre gli stessi” nei vari Palazzi, nonostante l’esistenza di uffici legali.
Chi banchettava col nemico?
“Ricordo che per aderire al progetto amministrativo De Luca – continua Cerreti– si dovevano prendere le distanze dalle precedenti amministrazioni e componenti politiche e partitiche messinesi. Non è piacevole scoprire che c’è chi fa parte dei Cda delle partecipate nell’era De Luca, ma a giudicare dalle importanti cifre riscosse con le proprie parcelle in Amam (in un caso oltre € 150.000,00), “banchettava col nemico” allegramente e in armonia”.
La campagna anti-morosi dell’acqua nonché quella sugli evasori sta portando tante sorprese, tanti smemorati e tanti silenzi. Un po’ troppi per la verità.
I nomi e I cognomi
È strano come articolo chi sono i legali ? C’è il segreto di Stato?