Chissà se è un'ipotesi ventilata dal sindaco. Non per "punire" ma per rinnovare le stanze del potere decisionale
di Marco Olivieri
7 GIORNI D’ORDINARIA FOLLIA – Che settimana è stata a Messina? Le dimissioni del direttore generale di Amam, Pierfrancesco Donato, hanno scosso Palazzo Zanca. E, adesso, un eventuale passo indietro del Cda della società non si può escludere. Anzi, se chi scrive fosse nei panni del sindaco Federico Basile, ci penserebbe seriamente come segnale politico. Nel frattempo, a lasciare è stato Donato. “Dimissioni improvvise e improvvisate”, ha dichiarato, in un comunicato irrituale, il Consiglio d’amministrazione della partecipata. Ma i suoi componenti hanno anche parlato di “criticità, mancati riscontri” e distanze su non specificati argomenti.
Il tema spinoso ora sarà affrontato in Commissione martedì 8 ottobre. Hanno affermato i tre consiglieri del Pd: “Vogliamo le carte delle contestazioni e incalzeremo in aula i vertici”. Note critiche anche dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Libero Gioveni, che ha ribadito la richiesta di dimissioni della presidente Loredana Bonasera.
Un passo indietro di presidente e Cda non deve essere un tabù
Al di là della polemica e della sacrosanta necessità di trasparenza, i problemi nella gestione della crisi idrica in salsa cittadina, perché sulle responsabilità regionali non ci sono dubbi, meriterebbero una scelta netta. Azzerrare i vertici di Amam potrebbe essere una strada percorribile per poi ripartire con più forza. Oppure, se di decide di mantenere l’attuale struttura, bisogna comunque intervenire sugli aspetti critici. Idem nella Giunta.
Ci sono momenti in cui la politica deve dare segnali
Così come la macchina comunale ha bisogno di una radicale revisione, e ci auguriamo che i nuovi innesti rappresentino una novità anche in termini di qualità, non deve essere un tabù nemmeno un passo indietro del Cda e della presidente. Il tutto senza nulla togliere ai meriti per l’avvio degli interventi strutturali diretti a riparare la rete idrica. E senza personalizzare, va precisato, perché i nodi sono antichi e di “sistema”. Però ci sono momenti in cui la politica deve dare segnali netti, a condizione che si scelga il merito e non l’appartenenza. E la gestione della crisi idrica, pur riconoscendo gli sforzi e l’impegno del sindaco e le inevitabili difficoltà, aveva bisogno prima, con più celerità, di una sterzata organizzativa e amministrativa. Ben prima delle dimissioni ancora non chiare di Donato.
Le scelte di De Luca e Basile in vista della verifica di Giunta e partecipate
In vista della verifica di Giunta e partecipate, a dicembre, chissà se il passo indietro rappresenti un’ipotesi ventilata dal sindaco. Non per “punire” ma per rinnovare le stanze del potere decisionale. Qualcuno dirà sicuramente: “Tanto poi decide il capo politico, Cateno De Luca”. D’accordo, il leader, e forse “padre padrone”, di Sud chiama Nord è lui. Ma è il primo cittadino che ogni giorno combatte una guerra burocratica a Palazzo Zanca e, a volte, vive le difficoltà quotidiane con le imprese che fanno i lavori.
In ogni caso, prima di qualsiasi scelta, De Luca e Basile dovranno prestare attenzione alle necessità di una città ancora lontana da standard d’efficienza. Standard che, va anche riconosciuto, sono una chimera in quasi tutto il sud. Rinnovare le stanze del potere decisionale potrebbe essere un’ipotesi,. purché al servizio della cittadinanza.
… provo a sintetizzare:a Messina abbiamo 2 sindaci …e fin qui e’ palese…ci sarebbe il sindaco nr 3,aspirante a rilevare il posto del nr 2….ma lo decideranno i cittadini…si vedrà….. ma ormai i Messinesi si sono svegliati dal torpore….per fortuna..Che si debbano dimettere i signori e le signore posti ai vertici Amam viene chiesto dai cittadini da tempo….. certo uno stipendio simile a quello percepito fino ad oggi….impresa ardua… ma non sono fatti nostri…Il punto è….chi saranno i prossimi “miracolati”della politica?…. l’acqua serve e con urgenza!!!
Io da cittadino sconvolto penso che le dimissioni del D.G. siano state generate più che altro dopo una guerra intestina spinta. Se è vero questo penso che si faranno tagliare un braccio piuttosto che dimettersi. E qui casca l’asino!
Vediamo cosa pensa il sindaco n. 1 in riunione con il sindaco n. 2, pensare che abbiamo 2 sindaci, unica città al mondo e poi non riusciamo a fare niente.
Capitolo Amam, dopo che hanno portato voti si dimettono, penso di no, serve un piano B, nuovi acquisti di professionisti, tanto Messina è alla fame ne troverà quanto ne vuole, quindi nessun problema, del resto i cambi casacca sono sempre esistiti sin dai tempi della democrazia cristiana.
E se si azzerasse anche la giunta comunale? Non sarebbe male male.
È giusto azzerare i vertici delle partecipate per dare modo a altri nullafacenti di percepire un congruo stipendio