Una società catanese ha iniziato ad esaminare i probabili rimedi per mettere in sicurezza la zona di Giardini Naxos interessata da frane e smottamenti del terreno. Liquidati i primi 10 mila euro alla ditta etnea per rilievi topografici
La situazione non è cambiata minimamente anche se qualcosa “all’orizzonte” sta iniziando a muoversi. Con poche novità rilevanti, ma con l’Amministrazione comunale che ha in mente da tempo di prevenire e mitigare il rischio “dissesto idrogeologico”. Tutto grazie ad incarichi professionali conferiti ad esperti del settore che, da qualche mese, si sono attivati su ordine del sindaco di Giardini Naxos, Nello Lo Turco, per rimettere in sicurezza il proprio territorio di competenza ed evitare possibili ulteriori sciagure. E a sostegno di ciò vi sono soprattutto determine firmate dal dirigente dell’Ufficio tecnico, geometra Corrado Ravidà, che due giorni fa ha liquidato, ad una società di Catania, una somma pari a quasi 10 mila euro necessari per la redazione di uno studio ingegneristico e geotecnico nella zona di via degli Ulivi. Un testo in cui l’amministratore unico della società, dottor Vittorio Longo, sta inserendo le prime perizie riguardanti proprio l’area interessata da continue frane e smottamenti. Una situazione che Palazzo dei Naxioti sta seguendo passo per passo, ma che non è stata ancora risolta del tutto. L’area della via degli Ulivi resta, infatti, ancora “off-limits” per autoveicoli e mezzi a due ruote, visto che da infiniti sopralluoghi si è constatato l’impossibilità di percorrere la zona in più parti pure a piedi. Il movimento franoso alle spalle dei complessi residenziali sta continuando a premere e per questo motivo lo stesso primo cittadino e l’intera sua squadra stanno cercando di far quadrato, anche in vista dell’arrivo delle prossime piogge. Intanto l’Amministrazione sta cercando di far propri i quasi 3 milioni di euro previsti per la mitigazione del torrente San Giovanni e del Sirina. Fondi che la Regione siciliana dovrebbe inviare a breve per permettere al Comune di intervenire al più presto anche in altri rioni periferici.
Enrico Scandurra