Nonostante gli annunci, nessuna strumentazione adeguata è stata messa a disposizione del territorio per analizzare le emissioni odorigene, e determinarne l'origine e la pericolosità. I Giardini di Federico II sono ormai svaniti. E la puzza continua ad ammorbare Milazzo e i Comuni limitrofi
Torna l’incubo della puzza a Milazzo e dintorni. Da circa una settimana i cittadini denunciano un persistente odore di benzina, che i venti portano un po’ sulla città del Capo, un po’ nelle vicine Archi e Pace del Mela. La principale indiziata resta la raffineria mediterranea; ma mancano sul territorio i sistemi di controllo che permetterebbero di determinare l’origine e l’eventuale pericolosità degli odori molesti.
A Milazzo, nonostante gli annunci, non c’è infatti alcun presidio Arpa in grado di effettuare questo tipo di controlli. E anche il sogno dei Giardini di Federico II sembra ormai tramontato. Negli spazi dei Giardini – vicino all’hotel La Silvanetta – un progetto finanziato dalla Regione prevedeva l’installazione di un sistema di rilevamento delle emissioni odorigene. La stessa Regione ha però scippato i fondi a Milazzo, dirottandoli su Gela. Nonostante una sentenza favorevole del TAR, l’amministrazione comunale di Giovanni Formica ha preferito rinunciare al maltolto (10 milioni di euro), accontentandosi delle risorse alternative messe a disposizione nel Patto per il Sud, molto più modeste. Intanto, i cattivi odori che ammorbano il territorio restano un mistero irrisolto.
“Questa situazione crea un grave pregiudizio per la salute pubblica” – ha dichiarato il presidente dell’ADASC, Peppe Maimone – “l’associazione ribadisce la necessità di avviare ispezioni straordinarie ed urgenti all’interno delle industrie per fare luce su questo annoso problema. Suggeriamo l’istituzione di un tavolo per dare risposte concrete al territorio, con la presenza della Prefettura di Messina, dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, Arpa, Città Metropolitana di Messina, ASP, Capitaneria di Porto, amministrazioni comunali e associazioni ambientaliste”.