Era un clima molto piu’ mite, quello che l’Antartide aveva intorno a 20 milioni di anni fa, e un aspetto simile a quello della punta meridionale del Sud America. Poi e’ avvenuto un raffreddamento progressivo che ha trasformato il continente nell’immensa distesa ghiacciata che conosciamo oggi. E’ la storia che hanno cominciare a raccontare, e della quale promettono di rivelare i segreti, i sedimenti e i fossili prelevati dal mare di Ross, nell’ambito progetto internazionale Andrill (Antarctic geological drilling). Andrill e’ uno dei progetti organizzati per l’Anno polare internazionale e al quale l’Italia partecipa con il Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra).
I risultati ”superano ogni aspettativa”, dicono i responsabili del progetto, l’italiano Fabio Florindo, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), e lo statunitense David Harwood, dell’universita’ del Nebraska-Lincoln. La perforazione sara’ completata il 29 novembre, quando si raggiungera’ la profondita’ di 1.150 metri. Nel primo anno del progetto si era raggiunta la profondita’ di 1.285 metri. ”Il materiale che abbiamo raccolto e’ fenomenale”, dice Harwood. E’ gia’ chiaro che nella carota di sedimenti prelevata, nella quale e’ stato possibile recuperare ben il 98% del materiale, e’ gia’ chiaro che la quantita’ di sedimenti e’ cosi’ vasta che la sua analisi richiedera’ molto tempo. Programmi come questi, rilevano i responsabili del progetto, ”sono estremamente importanti soprattutto per le incertezze sul comportamento futuro delle calotte polari dell’Antartide in questa fase di riscaldamento globale”.
La grande quantita’ di dati raccolti con il progetto Andrill permettera’, aggiungono, di ”capire la dinamica delle antiche calotte polari e del ghiaccio marino stagionale e per la verifica dei modelli matematici sull’evoluzione del clima a scala planetaria”. Uno degli obiettivi principali della perforazione era lo studio di un intervallo di tempo compreso tra 17 a 14 milioni di anni fa, quando il sistema climatico globale ha avuto una transizione fondamentale passando da una fase calda nota come ”warm climate optimum” all’inizio di un progressivo raffreddamento che ha portato alla formazione di una copertura glaciale quasi permanente nell’Antartide orientale. ”I sedimenti che risalgono a questo periodo potranno raccontare una storia molto importante”, dice Florindo. Il Miocene intermedio (circa 12 milioni di anni fa) e’ stato a lungo considerato come uno degli intervalli di tempo fondamentali nella formazione della calotta antartica. E’ allora che e’ avvenuto il passaggio da un clima caldo, presente circa 17 milioni di anni fa, a un clima piu’ freddo, 14 milioni di anni fa, e la comparsa del ghiaccio. Un primo esame di fossili e sedimenti suggerisce che il clima caldo ha avuto una durata superiore a quella ipotizzata finora, e la zona sud-occidentale dell’Antartide aveva condizioni simili a quelle che sono presenti oggi nella parte piu’ meridionale del Sud America, nel Sud Est della Nuova Zelanda e nell’Alaska meridionale.