Che sta succedendo al sistema geovulcanico del Messinese?
Tra le isole Eolie, il basso Tirreno, i Nebrodi, i Peloritani, lo Stretto e l’Etna si sono verificati, nelle ultime 24 ore, fenomeni di attività vulcanica e tettonica superiori alle medie.
Nella mattinata di domenica 19 dicembre, una forte esplosione è stata registrata sullo Stromboli e avvertita da tutti gli abitanti delle isole dell’arcipelago Eoliano. Addirittura nelle case dell’isola del vulcano, sono tremati i vetri di porte e finestre.
L’esplosione ha prodotto la ricaduta di una notevole quantità di materiale incandescente all’interno della terrazza craterica, senza raggiungere il Pizzo sopra La Fossa, e una consistente emissione di cenere per oltre un chilometro di altezza, che, fortunatamente, è stata dispersa rapidamente verso la Sciara del Fuoco dai forti venti presenti in quota.
L’attività eruttiva del vulcano è aumentata notevolmente dall’inizio di dicembre tanto da produrre, nei giorni scorsi, una colata lavica che era visibile, di notte, dalle isole di Panarea, Salina e Lipari.
Ma a tranquillizzare tutti ci pensano gli studiosi dell’Ingv: -questi episodi rientrano nella normale attività del vulcano-, hanno spiegato.
L’evento ha interessato una delle bocche meridionali e dopo dell’esplosione non si è registrata nessuna significativa variazione nell’ampiezza del tremore, che si mantiene sui livelli registrati negli ultimi giorni.
Ricordiamo che dal 2002 è iniziata una nuova fase eruttiva dello Stromboli, e che quindi possono verificarsi episodi simili anche se non sono prevedibili.
Molto più raro e suggestivo è lo scenario che il vulcano ha mostrato nei giorni scorsi, con la neve che ricopriva le parti più alte dell’isola e la lava che, nelle ore notturne, rifletteva il suo colore rosso sulla superficie bianca della neve che imbiancava la cima.
La vista dalla Calabria Tirrenica centro/meridionale è stata davvero mozzafiato.
E adesso che la neve s’è già sciolta tutta per il ritorno del caldo, si aspetta la prossima sfuriata fredda per avere di nuovo uno spettacolo simile.
Intanto la terra trema.
Nella scorsa notte un scossa di magnitudo 2,8 ha interessato il Messinese Tirrenico nei pressi dei litorali di Brolo e Capo d’Orlando.
Domenica sera un’altra scossa di magnitudo 2,6 aveva colpito il basso Tirreno a largo di Spadafora e Villafranca, stavolta più vicino allo Stretto, mentre poche ore prima, in mattinata, una scossa 2,7 aveva interessato il golfo di Patti, a largo di Milazzo.
Tutte e tre queste scosse sono state molto profonde, con un ipocentro di oltre 100km, e quindi appartengono allo stesso fermento tellurico legato all’attività Eoliana.
Un’altra scossa, nel pomeriggio di domenica 19, aveva interessato l’Etna nei pressi di Giarre e Acireale: magnitudo 2,4 richter, ipocentro di appena 4,7km. S’è trattato di tutt’altro tipo di fenomeno, assolutamente non collegato con quanto accade alle Eolie, e riconducibile alla consueta attività dell’Etna.