I documenti del Corpo Forestale della Regione Sicilia evidenziano la netta riduzione delle aree boschive e la crescita specialistica nelle attività investigative e della repressione dei reati
Dall’ultimo e molto circostanziato rapporto del Corpo Forestale della Regione Sicilia, alcuni dati balzano in evidenza: la stragrande maggioranza degli incendi (circa l’80%) ha origine dai terreni incolti o abbandonati, cioè quelle aree che non sono più coltivate perché lo sfruttamento agricolo è divenuto antieconomico. Fino al 1999 la superficie boscata era superiore a quella non boscata; mentre dal 2000 quella non boscata (terreni incolti e/o abbandonati) risulta invece essere ben superiore rispetto a quella boscata. Il trend s’inverte, dunque, col sorgere sempre più massiccio di aree nelle quali i terreni sono comunque attraversati da strade interpoderali, comunali, provinciali e statali; proprio dalle scarpate di queste vie di comunicazione avrebbero origine più frequentemente gli incendi. I terreni abbandonati o incolti costituiscono un eccellente conduttore. La superficie è coperta di erbe e sterpaglie secche, basta un alito di vento per favorire la propagazione delle fiamme verso i centri abitati. Questo dato evidenzia che il fenomeno incendi non è più un fatto legato al bosco, quindi di tipo ambientale e paesaggistico, bensì è diventato un vero è proprio problema per la pubblica incolumità e la pubblica sicurezza che dovrebbe, quindi, in modo prioritario, interessare la politica affinché sia trovata una soluzione e non lasciando da soli gli agenti del Corpo Forestale, i Vigile del Fuoco e la Protezione Civile, che continuano a lavorare con dedizione e professionalità, in condizioni spesso difficili. I dati mostrano anche una riduzione del personale “militare- (agenti, sottufficiali ed ufficiali di polizia) nelle attività antincendio; ciò dovuto anche al fatto che sono stati formati dei nuclei per l’attività investigativa, con l’obbiettivo della repressione del reato di incendio boschivo. I risultati sono stati ottimi ed hanno condotto all’ arresto di 15 persone (l’ultima lo scorso 8 novembre) solo in Sicilia: 14 incendiari (soggetti che hanno appiccato il fuoco per interessi diversi) ed 1 piromane (con accertata patologia).