Viaggio nell'universo gattesco, tra i volontari che se ne prendono cura
Uno spirito di abnegazione incredibile, dettato solo da una profonda passione. Ecco cosa balza agli occhi con grande evidenza a chi s’imbatta nei volontari delle due associazioni messinesi che si prendono cura dei mici e gatti randagi ed abbandonati. Abbiamo intervistato queste persone, davvero non comuni, che dedicano gran parte del loro tempo agli amati mici, che li ripagano in modo straordinario, con tutto il loro amore. La signora Rosa Maria Ruggeri Di Stefano è la presidente dell’associazione Amici di Fido e co., che può contare solo una decina di soci, alcuni dei quali attivi ma più di 80 gatti da accudire. “Inizialmente operavo nella Zona Falcata, poi da lì me ne sono dovuta andare- comincia a raccontare la presidente. “Aiuti istituzionali non ne ho mai ricevuti- – continua R.M. Ruggeri – “però una persona mi ha aiutato a livello personale e voglio dirlo, perché con me ha dimostrato di avere un grande cuore: il Prof. Saitta, allora Assessore. Con noi collabora l’Asl per le sterilizzazioni e i nostri punti di riferimento sono il dr. Donia e il dr. Del Monte ma le vaccinazioni restano a spese nostre e a nostra discrezione. Un mio progetto – sogno da realizzare?
Riuscire a creare col tempo uno spazio, anche piccolo, dove mettere animali vari, non solo gatti ma magari anche cani, un paio di caprette, qualche cavallino, eccetera, per fare in modo che essi possano essere visitati dai bambini, cosicché si riesca a ricostruire un rapporto tra loro e gli animali, visto che ormai ciò risulta praticamente impossibile nella società moderna. Vede- – prosegue la presidente – i bimbi sono tra i più sensibili ma possono rivelarsi anche tra i più crudeli, se non gli s’insegna loro un equilibrato rapporto con gli animali: sono ragazzi, spesso, coloro che si accaniscono più brutalmente contro gli animali che poi noi riusciamo a raccogliere e, una volta cresciuti, continuano a perdere le occasioni per approcciarsi a loro in modo equilibrato. Noi dovremmo tentare di ricostruire tutto questo ed io vorrei arrivare anche a portare gli animali nelle scuole ma non posso farlo se nessuno mi aiuta.- L’associazione Un Gatto per Amico è di recente costituzione (luglio 2008) ma è composta di volontari esperti ed animalisti che già si sono tanto spesi nei confronti sia di gatti che di cani e continuano a farlo per entrambi. Ospita circa un centinaio di gatti ed è costituita dalla presidente, Cettina Serra, dalla vice presidente, Maria Ausilia e da meno di una decina di altri volontari. Antonio Sturniolo, tra questi, oltre ad occuparsi degli stessi gattini, che gli si radunano allegri intorno, cura lo spazio informatico. Si aprono i pacchi della pappa e i mici corrono felici dai loro box, nei quali sono ospitati uno ad uno con il proprio spazio, a mangiare tutti insieme, intorno a grandi e piccole ciotole. Mi passa a fianco un micione con un nastro intorno al collo e un campanellino attaccato al nastro. “Quello lo abbiamo trovato così. Qualcuno lo ha abbandonato con tutto il campanello e lo abbiamo chiamato Campanellino!- Parlo con loro e mi sento improvvisamente in famiglia, in mezzo a persone che amano davvero gli animali (lo si comprende già dai loro stessi sguardi e dal modo come si occupano dei loro piccoli amici) e con il sacro fuoco dell’entusiasmo dentro. Non appena qualcuno dei loro piccoli amici non sta bene, i volontari se li portano con sé a coccolarli, nelle proprie case. “Si dovrebbero istituire rifugi e case d’accoglienza per animali in difficoltà-, mi comunica Antonio “e noi ne abbiamo fatto il primo punto dei nostri desideri e progetti. Poi si dovrebbe arrivare ad offrire un servizio medico e paramedico di primo soccorso. Provvedere all’acquisto di cibo, medicine ed attrezzature-… I volontari mettono tutto di tasca loro: chi tra loro lavora, ci rimette buona parte del proprio stipendio. Chi sarebbe capace di fare altrettanto? Possiamo noi continuare a permettere che dei pochi… angeli straordinari, continuino a spendersi in modo così estremo, senza che un impegno effettivo da parte delle Istituzioni locali e delle forze sociali sia mai preso in considerazione?? “Sarebbe importantissimo creare delle reti di coordinamento tra coloro che si occupano degli animali- – riprendono Maria e Cettina, a nome di tutti – “e ciò affinché si possa creare una sinergia di forze e potenziare gli sforzi di tutti, perché ‘l’unione fa la forza’, come risaputo. Poi, si dovrebbe intraprendere un’attività di promozione e sensibilizzazione della cura degli animali, legare la stessa al concetto di salvaguardia ambientale, recare i benefici della pet teraphy e promuovere la coscienza animalista nelle scuole. Infine- – concludono i volontari dell’associazione – “realizzare un cimitero per gli animali d’affezione, che a Messina purtroppo manca.- Appena finito di parlare, osservo uno dei mici andare a sfregare il muso verso un altro: “Quello è cieco, purtroppo- – mi spiega Maria – “a seguito di una malattia e il piccolo lo va a consolare, facendosi annusare e sfregandoglisi addosso a mo’ di carezza avvolgente, perché sa che l’altro non può vedere.- Mi commuovo, pensando quanto avremmo da capire noi umani, coi nostri desideri veniali e mutevoli, da questi piccoli animali, dai valori immutati ed il cuore immenso.
