Santina Fuschi, presidente di Legambiente Messina, ci spiega quali sono le criticità ambientali della nostra città. Ma Tempo Stretto vi parla anche dei polmoni verdi del territorio
Oggi è la giornata in cui il mondo intero celebra la Terra. Giunto alla terza edizione, questo avvenimento nasce per riproporre a livello internazionale questioni importanti come la tutela dei polmoni verdi ed i progressivi mutamenti climatici.
Abbiamo voluto affrontare anche noi tali tematiche analizzando ciò che, a livello locale, si può fare per porre fine a quel degrado ambientale e territoriale del quale tanto si parla ma che poco si affronta.
“Sono due i punti salienti che la nostra città deve esaminare con urgenza – ci ha spiegato Santina Fuschi, presidente di Legambiente – ovvero i rifiuti ed il dissesto idrogeologico.
Da tempo si sente affermare da più parti che presto la spazzatura si trasformerà anche per il nostro territorio in quella emergenza devastante che ha colpito la Campania, ma nulla si fa per bloccare questo iter. Ciascuno di noi deve comprendere che la “colpa- dell’emergenza rifiuti non è da addebitare solo all’Ato o alla Messinambiente, ma anche alla mancanza di impegno da parte nostra. La spazzatura c’è e non possiamo agire come se si potesse eliminare con un colpo di bacchetta magica. Ed allora i cittadini diventano attori attivi di quel processo che deve condurre ad una raccolta differenziata a regime.
Certo, dobbiamo essere educati. Compito delle istituzioni è quello di indicarci come fare a “selezionare- correttamente i nostri rifiuti. A Reggio Calabria, per esempio, il Comune ha attivato una efficace campagna in tal senso e, oltre a ciò, ha avviato quella che personalmente ritengo essere l’unica via per effettuare una reale differenziazione, ovvero la raccolta porta a porta. Una soluzione che non comporta un grosso dispendio dal punto di vista economico, giacché si tratta solo di mettere i bidoni “dedicati- davanti ai palazzi.
E poi c’è la questione del dissesto idrogeologico: negli ultimi anni in città si è costruito più che nei precedenti settanta e, cosa ancora più grave, ciò si è fatto senza che si trovasse una seppur minima soluzione alle strazianti condizioni di vita dei baraccati. Avevamo sperato che questo fenomeno si fosse ormai esaurito ma, in seguito alla sentenza del Tar che ha stabilito la necessità di ricalcolare le aree soggette a protezione speciale, temo che verrà rimesso tutto in discussione.
Non c’è dubbio sul fatto che Legambiente e Wwf si batteranno in ogni modo per salvaguardare le nostre colline, ma i cittadini possono aiutare il territorio denunciando gli abusi edilizi o la ruberia di acqua. I torrenti? Un bene prezioso da sfruttare, non da coprire.
La società intera, anche a Messina, deve capire che lavorando per l’ambiente, l’ambiente lavora per noi-.