Rifkin si è fermato a Messina (nel senso che non è mai arrivato)!
Ogni anno la stessa domanda: albero di Natale tradizionale o ecologico?
Immediata la risposta “Quello ecologico”.
Ma quale dei due è veramente ecologico?
L’albero tradizionale viene prodotto in vivai autorizzati con basso impiego di tecnologia e modesto impiego di risorse energetiche non rinnovabili.
Gli alberi di maggiori dimensioni sono i “cimali” cioè la porzione terminale di alberi in ogni caso sarebbero stati abbattuti dall’industria forestale per essere trasformati in legname.
Al termine del loro utilizzo gli alberi veri seguono due diverse strade: possono essere trasformati in compost e, quindi, riutilizzati in attività agricole oppure, acquistando esemplari provvisti dell’apparato radicale, possono essere reimpiantati.
L’albero finto o ecologico viene prodotto nelle industrie consumando tecnologie avanzate e grandi quantità di risorse energetiche non rinnovabili.
Basti pensare alla quantità di combustibile necessario per i macchinari, alle emissioni inquinanti che caratterizzano qualsiasi tipo di industria, agli scarti di lavorazione ed al loro smaltimento, all’inquinamento acustico.
A questo elevato impatto ambientale si somma quello causato dalle industrie che producono la materia prima (plastica) della quale sono fatti questi alberi ecologici.
Infine, pur se chiamato albero ecologico, si tratta sempre di un oggetto realizzato con materiali sintetici che si decompongono nell’arco di secoli (si stimano duecento anni per un sacchetto di plastica).
Nel caso dell’albero di Natale tradizionale si sceglie di utilizzare un materiale organico, prodotto di un’attività a contenuto impatto ambientale che può essere ridotto in frazione semplice per essere reimpiegato in nuovi cicli produttivi.
Con l’albero di Natale ecologico si preferisce un articolo realizzato in impianti industriali ad elevato impatto ambientale (con conseguente distruzione di elevate quantità di fonti energetiche non rinnovabili) e che è necessita tempi di degradazione lunghissimi o riutilizzabile attraverso altri impianti industriali inquinanti quanto i primi.
Secondo quanto sostiene Rifkin in “Entropia” (testo fondamentale dell’ambientalismo moderno) il rispetto dell’ambiente passa attraverso scelte che prediligono cicli di produzione con il minor numero di trasformazioni, che impiegano la minor quantità possibile di fonti energetiche rinnovabili ed i cui prodotti possono essere riutilizzati nel ciclo di produzione successivo.
Quanto scritto può essere facilmente condiviso da chi conosce gli scritti di Rifkin, può spingere chi non lo conosce a leggerlo ed apprezzarlo ma, certamente, non è rivolto a quei pochi che si sono ritagliati il ruolo di sommi sacerdoti dell’ambiente nell’ottusa convinzione di conoscere già tutto.
Alla luce di questa moderna visione ambientale quale dei due alberi è veramente ecologico?