A Taormina il prof. Ortolani e l'ing. Spizuoco fanno il punto sulla rinaturalizzazione e la pianificazione del territorio nelle aree alluvionate

A Taormina il prof. Ortolani e l’ing. Spizuoco fanno il punto sulla rinaturalizzazione e la pianificazione del territorio nelle aree alluvionate

A Taormina il prof. Ortolani e l’ing. Spizuoco fanno il punto sulla rinaturalizzazione e la pianificazione del territorio nelle aree alluvionate

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venerdì 22 Ottobre 2010 - 21:47

Il convegno s'è svolto in occasione dell'inaugurazione della nuova struttura dell'ex Caserma Forestale e della presentazione dei progetti dell'Azienda Foreste Demaniali della Provincia di Messina diretta dall'arch. Giuseppe Aveni

E’ stata inaugurata a Taormina la nuova struttura dell’ex Caserma Forestale e sono stati presentati i recenti progetti dell’Azienda Foreste Demaniali della Provincia di Messina diretta dall’arch. Giuseppe Aveni: -Il Giardino delle Meraviglie- Il Centro Polifunzionale di Camaro, -I Bambini creano le Foreste- La Riserva Naturale Orientata del Bosco di Malabotta, e -Il Bosco Salva la Vita-, un piano per la rinaturalizzazione del territorio.

All’evento hanno partecipato anche il prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dellUniversità Federico II di Napoli, e il suo collega ing. Angelo Spizuoco che sono intervenuti all’interno del convegno con una presentazione sulla rinaturalizzazione e la pianficazione del territorio, argomento scottante e attuale anche per ciò che riguarda il post-alluvione proprio nel Messinese Jonico.

Gli esperti partenopei hanno inizialmente chiarito come -comunemente ci si riferisce alla rinaturalizzazione quando si attuano interventi di bioingegneria rivolti al recupero degli ambienti naturali, alla ricostruzione del loro ciclo biologico e delle biodiversità. Di solito la rinaturalizzazione viene attuata realizzando interventi di ingegneria naturalistica sempre relativi alle componenti viventi naturali. Nell’attuale periodo di cambiamento climatico e di estesa antropizzazione ed urbanizzazione del territorio si deve considerare che anche la componente ambientale non vivente è interessata da modificazioni rapide che determinano sostanziali variazioni dell’assetto della superficie e dell’immediato sottosuolo, delle risorse di importanza strategica quali il suolo e l’acqua. Significative modificazioni morfologiche e dei preesistenti equilibri si stanno verificando anche in parti di importanza strategica per l’ambiente e per l’economia come ad esempio lungo i litorali sabbioso-ghiaiosi.

Le modificazioni dell’assetto preesistente della copertura vegetale e del suo immediato substrato avvengono per cause naturali e per cause antropiche.

Riteniamo che sia più appropriato parlare di interventi Tre Erre: Rinaturalizzazione-Ripristino-Restauro Ambientale.

Va accuratamente chiarito: Perché rinaturalizzare?

Rinaturalizzare può essere necessario perché:

– Si deve contenere e/o eliminare l’impatto visivo sull’ambiente causato da un evento naturale più o meno catastrofico;

– Si deve contenere e/o eliminare l’impatto visivo sullambiente causato da un intervento umano;

– Si deve contenere e/o eliminare limpatto sullambiente causato da un evento naturale;

– Si deve contenere e/o eliminare limpatto sullambiente causato da interventi umani.

La rinaturalizzazione può consistere nella realizzazione di interventi localizzati in aree ristrette, ad esempio:

– Zone interessate da dissesti superficiali;

– Zone interessate da dissesti profondi che hanno modificato la morfologia della superficie del suolo;

– Zone interessate da escavazioni o da riporti per lesecuzione di infrastrutture;

– Zone interessate da attività estrattive.

La rinaturalizzazione deve essere attentamente progettata in relazione alla stabilità geomorfologica delle aree denaturalizzate e in base alle caratteristiche geoambientali e geotecniche del substrato.

Una componente ambientale naturale fondamentale – hanno proseguito Ortolani e Spizuocoè rappresentata dal suolo per cui si deve valutare la velocità con la quale avviene (se avviene ancora) la pedogenesi, cioè la formazione naturale di nuovo suolo; altro aspetto importante è verificare la stabilità geomorfologica del suolo in relazione alle caratteristiche dei versanti interessati da rinaturalizzazione.

Di strategica importanza per la rinaturalizzazione rivestono le acque superficiali e sub superficiali, le sorgenti anche di piccola portata poiché adeguati interventi di ripristino ambientale possono consentire il restauro di aree umide e fontane con abbeveratoi per usi plurimi nonché la realizzazione di vasche e laghetti per uso plurimo (dallantincendio, allirrigazione di soccorso, allabbeveraggio di animali). Particolare attenzione va riposta nella realizzazione di interventi di Rinaturalizzazione duratura, non solo di facciata, specialmente quando si interviene lungo versanti interessati da dissesti come le colate di fango verificatesi a sud di Messina il 1 ottobre 2009. Questi interventi devono fornire le garanzie necessarie di durata e validità per decine di anni e non possono essere messe fuori uso da incendi che annullerebbero istantaneamente la loro funzione difensiva. Particolare importanza assumono i laghetti e vasche antincendio realizzati nelle aree sommitali stabili nellambito e nei pressi di aree boscate in modo da garantire un pronto e ripetuto intervento ai mezzi antincendio a pala rotante e terrestri.

Una particolare importanza va riservata anche alla Rinaturalizzazione Produttiva, in aree delimitate e protette al fine di impiantare vere e proprie coltivazioni di asparagi selvatici, origano, frutti di bosco, funghi, tartufi e altre essenze vegetali finalizzate alla produzione di miele. Nellattuale fase di cambiamento climatico si deve puntare a interventi di rinaturalizzazione duratura nelle aree dove lambiente naturale è ben conservato come ad esempio i crinali panoramici dei Peloritani finalizzati allincremento dellassetto socio-economico locale. Ci si riferisce ad attività già applicate quali ad esempio la tracciatura di sentieri e percorsi attrezzati lungo il crinale panoramico dove si devono attrezzare sorgenti rinaturalizzate e manufatti già esistenti e adeguatamente integrati con manufatti ligneii smontabili. Si possono realizzare percorsi praticabili a piedi, a cavallo, in mountain bike attraverso le aree dove la natura è ricca e osservabile (fauna e flora) dal vivo; si tratterebbe di veri e propri ecoviaggi di durata variabile, e con diverse caratteristiche idonee a tutte le età, lungo i sentieri con soste, pernottamenti finalizzati ad assistere alla produzione e degustazione di latticini, e di altre specialità autoctone naturali e preparate secondo le antiche tradizioni e costumi. Gli ecoviaggi possono consentire di assistere e partecipare ad incontri nella natura a base di musica, balli, recitazioni, attività enogastronomiche cucina, ecc. Grande importanza assumono gli interventi di rinaturalizzazione in un ambiente che presenta dei rischi naturali: -rischio idrogeologico; -rischio sismico; -rischio da incendi boschivi; -rischio da tsunami lungo le coste basse; -rischio ambientale ed economico causato dallerosione delle spiagge.

Si proporranno linee di intervento innovativo e duraturo al fine di garantire il restauro delle spiagge comprese tra Giardini Naxos e Taormina che rappresentano due siti di rinomata notorietà mondiale. Un significativo e duraturo restauro delle spiagge deve essere preso immediatamente in considerazione dai rappresentanti delle Pubbliche Istituzioni locali, provinciali, regionali e nazionali. La naturale evoluzione che sta interessando da oltre 100 anni le spiagge sta causando la loro inarrestabile erosione; a questo aspetto si è aggiunto lintervento delluomo che realizzando una struttura portuale a sud del litorale di Giardini Naxos ha causato una trappola di sedimenti evidenziata da un sensibile rinascimento locale. Il guaio è che la spiaggia più a nord è stata violentemente aggredita dallerosione marina in quanto non sufficientemente alimentata di sedimenti trattenuti irreversibilmente dalla trappola. Anche le spiagge di Taormina sono state intaccate dalla erosione naturale e sono sensibilmente diminuite di ampiezza. Lerosione costiera oltre a creare problemi di stabilità per le infrastrutture e i manufatti rende sempre più sottile la spiaggia balneabile con immediati risentimenti sulleconomia turistica.

Problemi simili si riscontrano sulle spiagge a nord dei Peloritani tra Capo Tindari e Furnari. Nelle valli fluviali dellAlcantara e del Patrì, invece, stanno avvenendo fenomeni di accumulo di ingenti quantitativi di sedimenti alimentati dai dissesti areali attivissimi che interessano i versanti della zona di spartiacque. Un flusso copioso di sedimenti ha causato laccumulo nellalveo con il conseguente sollevamento del letto torrentizio che provoca disagi e pericoli per le strade e lambiente antropizzato di fondo valle. La mancanza di continuità degli eventi piovosi molto consistenti non permette il trasporto dei sedimenti fino alla foce. Una importante attività di rinaturalizzazione – hanno poi concluso gli esperti – potrebbe consentire di intervenire con le metodologie dellingegneria naturalistica e con le adeguate opere strutturali idrauliche e idrogeologiche al fine di mettere in sicurezza idraulica le valli colme di sedimenti e di attuare un rinascimento duraturo delle spiagge in grave erosione attuale. Le valli dellAlcantara e del Patrì potrebbero rappresentare lambiente ideale per interventi di messa in sicurezza ambientale e valorizzazione ambientale ed economica dal Mare Ionio al Mare Tirreno: potrebbe trattarsi di un intervento pilota che consentirebbe di valorizzare le risorse ambientali e di mitigare significativamente i rischi-.

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