Il nome del nuovo sindaco di Messina si conoscerà solo il 24 giugno. Ma bisognerà attendere quella data anche per la composizione definitiva del Consiglio comunale
Nelle intenzioni dei legislatori, la reintroduzione dell’ effetto trascinamento rappresentava il vero punto di forza dell’ultima riforma elettorale.
Il sistema elettorale “sapientemente” messo a punto nella precedente legislatura dal Governo Crocetta e dalla maggioranza di centrosinistra mirava a favorire le grandi coalizioni; ad impedire che si ripetesse ciò che ad esempio era accaduto a Messina nel 2013, con la vittoria di Accorinti contro la corazzata di allora del centrosinistra; e ad ostacolare l’avanzata del Movimento Cinque Stelle nei comuni siciliani.
Per rendere più agevole il percorso, la suddetta modifica legislativa ha anche abbassato il quorum per l’elezione al primo turno del sindaco dal 50% al 40% (unico caso in Italia).
La legge elettorale è riuscita a centrare l’obiettivo nelle principali città siciliane: a Palermo, nel giugno 2017 con la vittoria di Leoluca Orlando, canidato del centrosinistra; e a Catania nella tornata elettorale dello scorso 10 giugno, con la vittoria schiacciante al primo turno del candidato del centrodestra Salvo Pogliese, appoggiato da 9 liste, che ha superato il 52% delle preferenze.
A Messina, invece, la suddetta legge ha fatto un buco nell’acqua: l’effetto trascinamento è stato di fatto vaporizzato dall’alta percentuale di voto disgiunto.
Numeri alla mano, il voto disgiunto, che consentiva agli elettori di votare per un candidato a sindaco appartenente ad uno schieramento diverso da quello del consigliere comunale prescelto, ha inciso nelle elezioni del 10 giugno per il 15%. “Vittime” del voto disgiunto i candidati delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra.
Dino Bramanti, candidato del centrodestra, ha ottenuto il 28,22% delle preferenze. Le sue dieci 10 liste hanno ottenuto complessivamente il 38,42%.
Antonio Saitta, candidato del centrosinistra, ha ottenuto il 18,27% delle preferenze. Le sue sei liste il 23, 79%.
Il candidato sindaco che più degli altri si è avvantaggiato del voto disgiunto è Cateno De Luca, il quale si contenderà la poltrona di sindaco al ballottaggio del 24 giugno con Bramanti grazie a quel quasi 19,9% di preferenze ottenute. Rispetto alle sue sei liste, nessuna delle quali ha superato la soglia di sbarramento del 5%, ha ottenuto circa 7 percentuali in più. Ma il voto disgiunto c’è stato anche a favore del sindaco uscente Renato Accorinti, che ha ottenuto il 14.22% delle preferenze contro il 9.4% ottenuto dalle sue tre liste (tutte al di sotto del 5%) ; e del candidato del Movimento Cinque Stelle Gaetano Sciacca, che avuto il 13.56% di preferenze, mentre la lista pentastellata si è fermata al 10.05 %, risultando comunque come la più votata.
Il risultato elettorale venuto fuori dalle urne lascia la porta aperta a tre scenari totalmente opposti tra loro.
Se il 24 giugno vince Dino Bramanti, le liste del centrodestra che hanno superato il 5% (Ora Messina, Forza Italia e Bramanti sindaco) si portano a casa il premio di maggioranza.
Se il ballottaggio se lo aggiudica Cateno De Luca, rischia di diventare sindaco senza neanche un consigliere comunale perché – come abbiamo visto – nessuna delle sue liste ha superato il 5%. In questo caso, quindi, non scatterebbe alcun premio di maggioranza ed i seggi vacanti del Consiglio Comunale verrebbero ripartiti proporzionalmente tra le liste di tutti gli schieramenti che hanno superato la soglia del 5%. Delle 29 liste presentate complessivamente solo 7 hanno superato lo sbarramento: Movimento Cinque Stelle, 10.05 % ; Ora Messina, 6.59 %; Forza Italia, 5.13 %; Bramanti sindaco, 5.74 % ; Pd, 6.2 % ; LiberaMe, 5.72%; Sicilia Futura, 5.6 %.
C’è tuttavia una ulteriore possibilità. Cateno De Luca potrebbe fare, prima del ballottaggio, il cosiddetto apparentamento (e dunque accordo politico) con una lista che abbia superato il 5% . In questo caso, se il vincente del 24 giugno fosse l’ex sindaco di Santa Teresa, il premio di maggioranza verrebbe assegnato alla lista con cui ha fatto l’apparentamento.
Va inoltre ricordato che uno dei 32 seggi del Consiglio comunale sarà riservato al perdente del ballottaggio.
Da quanto detto, se ne deduce che la composizione del Civico Consesso per il quinquennio 2018 – 2023 è oggi impossibile da definire.
Danila La Torre