Durissimi attacchi del sindaco uscente all'avv. Giovanni "Nastasi" (alias Giovanni Formica), che avrebbe "architettato" la sua esclusione dalle primarie. Spazio anche alla riconfigurazione del traffico cittadino e al tema del dissesto finanziario, risanato ufficialmente lo scorso ottobre
Al termine di una settimana che lo ha visto protagonista, Carmelo Pino è tornato in piazza. Accompagnato da tutta la giunta, l'attuale primo cittadino di Milazzo ha raccontato la sua versione dei fatti. Attaccando, duramente, i suoi avversari politici.
Ad aprire il comizio è stato l'assessore ai beni culturali, Dario Russo, che ha introdotto uno dei concetti-chiave delle ragioni dell'attuale amministrazione: il “livello minimo di dignità” raggiunto dalla città mamertina in questi anni. “Nonostante i problemi economici il nostro mare è tornato balneabile, la spazzatura non arriva più ai primi piani delle case, abbiamo una stagione teatrale e un castello. Sono standard dignitosi, e noi li rivendichiamo”.
Subito dopo, è Pino a salire in cattedra. “Questo è l'inno della mia carriera politica” – dice, riferendosi alla canzone “Pietre” di Antoine, – “il mio cammino è sempre stato costellato da ostacoli e denigrazioni. Cinque anni fa, al termine delle elezioni, feci un accordo con il PD e i Dem per amministrare al meglio la città. Neanche 15 giorni dopo aver accettato questo accordo sono iniziati i primi attacchi all'operato della giunta. Ma il nostro programma è perfettamente in linea con i propositi del governo Renzi, e da qui è nata l'esigenza di tesserarmi con il PD e di partecipare alle primarie. Se il mio tesseramento scandalizza qualcuno, è perché si è abituati a passare dai capicorrente, a cercarsi un'appartenenza politica. Vecchie logiche che a me non interessano”.
Ma il vero bersaglio degli attacchi di Pino è Giovanni "Nastasi", alias Giovanni Formica, “figlio” dell'ex sindaco Nino Nastasi, reo di aver architettato la sua esclusione dalle primarie: “Una persona spregiudicata e arrogante, che per i suoi interessi non ha esitato a danneggiare lo stesso PD. Se avessi fatto io una cosa simile, cosa avrebbero detto? Formica ha violato in malafede le norme dello statuto del PD, sostenuto dal segretario regionale Raciti. E ancora Formica, che parla di correttezza, perché non ci spiega con quali abilitazioni professionali ha ottenuto, nel 2004, il posto di dirigente comunale, visto che nel suo fascicolo non c'è traccia di queste abilitazioni? Ecco, Formica rappresenta il trasformismo politico: non ha esitato a defilarsi, sfruttando il momento per annunciare la sua candidatura, fregandosene degli avversari alle primarie e del PD in generale. Presti e compagni, vi siete svegliati?”
Tra un attacco politico e un altro, c'è spazio per rivendicare la bontà delle proprie azioni: “Le rotatorie? Uno strumento imposto per legge dal Piano Generale del Traffico, che elimina i tempi morti degli incroci e fluidifica la circolazione. Perchè tutta questa diffidenza verso le novità? É normale che, durante i lavori, ci sia qualche disagio, ed è normale che bisognerà imparare a usarle. Basta avere pazienza e giudicare un'opera solo quando è terminata. Le rotatorie andranno a costituire 500 m² di aree verdi tematiche, che saranno la vetrina dai nostri vivai e abbelliranno la città”.
E, a chi insinua che si tratti di cantieri “elettorali”, Pino risponde: “I lavori sono iniziati solo adesso perchè è solo da ottobre 2014 che il Ministero degli Interni ha certificato il risanamento di Milazzo, autorizzandoci a spendere denaro. É stato approvato anche il consuntivo del 2012, e per due anni consecutivi abbiamo registrato un avanzo di amministrazione interessante, che ci consentirà di riprendere il progetto della pista ciclabile nella zona di Ponente, per un importo di circa 908.000 euro. Ancora, potremo aumentare il numero di turisti nella nostra città grazie alla tassa di soggiorno. E, sempre grazie all'oculata gestione finanziaria operata dall'amministrazione, potremo permetterci di ridurre l'IMU. Non si tratta di sogni, di progetti irrealizzabili: si tratta di obiettivi realistici, basati su dati concreti, frutto di 5 anni di amministrazione da buon padre di famiglia”.
Le ultime battute sono riservate alle conseguenze del dissesto: “Abbiamo atteso un anno e mezzo prima di dichiararlo; poi, per non essere costretti a impiegare le tasse dei cittadini per pagare gli interessi sui debiti, abbiamo capitolato. Nonostante tutto, le tasse non sono aumentate, nessun dipendente comunale è stato licenziato, i servizi essenziali sono stati garantiti. Adesso, mentre in tantissimi comuni che hanno fatto finta di nulla il dissesto è imminente, noi ne siamo fuori, pronti a ripartire. Dunque quali sarebbero le conseguenze negative di questa scelta che, ricordiamolo, è prevista dalla legge? Chiediamoci piuttosto chi siano i responsabili del dissesto. Il futuro della nostra città è fatto di progetti sostenibili, realizzati con sacrificio e col sostegno di tutti. Solo così è possibile amministrare in maniera virtuosa un comune come il nostro”.
Giovanni Passalacqua