Sinistra Ecologia e Libertà, insieme ai ragazzi di TILT, si mobilita per lanciare una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre anche in Italia il reddito minimo garantito. L'iniziativa legislativa è stata presentata stamattina dal circolo messinese di SEL alla Provincia di Messina. Prevista una raccolta firme che inizierà a fine mese e si concluderà a dicembre
Contro il ricatto del precariato. Per non svendersi sul mercato del lavoro alle condizioni peggiori. Per non vivere nell’angoscia della mancanza di risorse. Per tutto questo, Sinistra Ecologia e Libertà, insieme a Rifondazione, ai ragazzi di Tilt, a diversi Centri Sociali del Lazio e molte altre associazioni, lancia la campagna per il reddito minimo garantito. L’intento è di portare in parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare, tramite una raccolta firme, affinché anche nel nostro paese venga riconosciuto il diritto al reddito. Un nuovo welfare, dunque, che sostituirebbe quello vecchio, fatto di tante norme ed accorgimenti in teoria, ma che nella pratica fa acqua da tutte le parti. Soprattutto in un periodo in cui sono riservati sempre meno fondi alla spesa sociale. Come spiega Tonino Cafeo, per conto di SEL, “in Italia gli ammortizzatori sociali esistono, ma non riguardano gli inoccupati e i disoccupati da lungo tempo”. Queste categorie, che rappresentano una larga fascia della società, non sono minimamente considerate, quindi tutelate. Ad ignorarle come facciamo noi, in Europa, sono solo il Portogallo e la Grecia. Gli altri paesi Europei -forti di uno stato sociale di lunga tradizione che la crisi economica non ha scalfito – riconoscono da tempo il reddito minimo. Per questo, quella portata avanti anche da SEL è una proposta che servirebbe anche a portare l’Italia al livello degli altri paesi comunitari. Gli stati presi a modello sono la Svezia e la Germania. Ovviamente il nostro paese ha una situazione molto diversa rispetto alle due nazioni settentrionali, ma da qualche parte bisogna cominciare. Chi comincia, si sa, è già a metà dell’opera, e il circolo cittadino di SEL – che ha presentato oggi la proposta a Palazzo dei Leoni – è sicurissimo dei vantaggi di una simile iniziativa e delle modalità per attuarla. “Vent’anni di neoliberalismo hanno portato a creare una platea di lavoratori poveri. Vogliamo salvare un intera generazione dal ricatto del precariato”, spiega Tonino Cafeo, che pensa anche al mercato interno. Afferma, infatti: “in questo crollo generale dei consumi, garantire un reddito ai cittadini favorirebbe la circolazione del denaro”. Nella proposta si ipotizza un reddito minimo di 600 euro per inoccupati e disoccupati. Per i disoccupati sarebbe riservato solo a chi come ultimo reddito percepiva una cifra non superiore agli 8.000 euro. I soldi necessari ad una simile manovra è più semplice trovarli di quanto a prima vista può sembrare. Come sottolinea Cafeo, se ne otterrebbero a sufficienza unificando gli ammortizzatori sociali, istituendo una patrimoniale sui redditi più alti e, soprattutto, tagliando le spese militari. La raccolta firme partirà a fine mese e andrà avanti fino a dicembre. Previsti a breve dei banchetti itineranti dove i cittadini potranno recarsi a firmare.
Vi posso assicurare che il PARTITO COMUNISTA ITALIANO,di cui si credono eredi quelli del SEL,non si sarebbe sognato di fare una proposta di politica economica cosi sconclusionata in una Italia che da dieci anni non cresce,dove la pressione fiscale,dalla quale si ricavono risorse,è fra le più alte d’Europa,dove a carico dell’INPS c’è previdenza e assistenza, con il rischio che aumentando ques’ultima salti il sistema in equilibrio instabile delle pensioni.Mi fanno tenerezza i messinesi del SEL,che vivono tra le nuvole,sconoscendo la realtà siciliana e messinese in particolare,appena qualche ora fa LOMBARDO ha ammesso che la Sicilia è un’enorme stipendificio,che assorbe quasi tutta la spesa corrente, lasciando briciole per lo sviluppo economico,quello che crea lavoro vero e duraturo nel tempo.Ho fra le mani la guida a tutte le feste organizzate dal PD nella provincia di Ravenna, questi si i veri eredi del PCI,44 Comuni coinvolti dal 25 maggio all’8 dicembre,6 mesi di feste e di incontri della gente romagnola militante tra le gente di Romagna,con la grande festa di Ravenna che dura 18 giorni,frequentata anche dai turisti stranieri di quella città.Una proposta del genere li farebbe sorridere prima e sganasciarsi dalle risate dopo. Caro CAFEO sento in lontananza la giovane commessa messinese che sussurra alla collega, CUMMARI ANNAMU A FIRMARI, COSI’ GUADAGNAMU CHIUSSAI SENZA FARI NENTI.
Da un partito che dovrebbe fare delle proposte di creazione di nuovo LAVORO e di rispetto delle REGOLE nei confronti di chi già lavora,i due colori di una bandiera rivoluzionaria da sventolare con orgoglio,arrivono proposte populiste inaccettabili in una Regione stipendificio. Una proposta rivoluzionaria per la Sicilia sarebbe stata la ricostruzione dalle fondamenta del carrozzone della FORMAZIONE PROFESSIONALE, affidarla SOLO alle aziende private, destinare le risorse finanziarie europee ad incentivare chi assume dopo aver formato. Rivoluzionario sarebbe incatenarsi davanti alle sedi dell’INPS e INAIL, urlando dei mancati controlli sui posti di lavoro, a protezione degli operai edili in nero e di quelle commesse a meno di 600 euro al mese, che non avranno pensione, ma solo rischi di incidenti sul lavoro.
ecco il piano di salvataggio pe i pseudo-politi trombati dai cittadini…. dare un sussidio come sostegno al reddito…
Le campagne elettorali partoriscono spesso queste idee. E’ una politica alla vecchia maniera, esercitata con eccessiva dose di zucchero. Forse siamo alla Fine? All’Apocalisse di Kant, IL FINE DI TUTTE LE COSE: ovvero il momento in cui la moralità umana sarà riuscita con fatica a superare la necessità di soddisfare i bisogni combattendo il rischio di una eccessiva opulenza.
I cittadini del 2° millennio non sono più fagocitati dall’oscurantismo di una volta. Lavorate sulla produttività, sul lavoro e la legalità, altrimenti dopo le prossime elezioni non sarete credibili nemmeno come forza d’opposizione e la qualità della politica scemerà sempre più in basso.