Il segretario della Cisl di Messina lancia un appello affinché il percorso che si sta facendo per la sedicesima Autorità Portuale dello Stretto non dimentichi l'importanza delle Zes, le zone economiche speciali
«Bene la costituzione della XVI Autorità Portuale dello Stretto ma non lasciamo il lavoro a metà. Bisogna adesso integrare la norma di costituzione delle Zes, nella parte che prevede al massimo due zone economiche speciali per regione». A dirlo è il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese, secondo il quale «se non si prevede la possibilità per la Regione Sicilia di costituire la terza Zes agganciata all’Autorità Portuale dello Stretto, Messina rischia di non avere la Zes sul territorio, cosa gravissima per lo sviluppo, o – peggio – di ritrovarsi una Zes agganciata ad altra Autorità Portuale, Palermo o Augusta».
Come già evidenziato più volte, con la Legge n. 123 del 3 agosto 2017 che prevede la costituzione di Zone Economiche Speciali e con il Decreto del Presidente Consiglio dei Ministri n. 12 del 25 gennaio 2018 che assegnava in via definitiva alla Regione Sicilia una superficie di 5.580 ettari su un totale di 23.981 nel complesso (quindi anche la superficie territoriale di Messina), è permessa la destinazione di aree della provincia messinese inseribili nelle costituende due Zes previste per il territorio siciliano, a prescindere dalla composizione delle autorità portuali di sistema.
«L’ipotesi che a Messina spetterebbero circa 600 ettari dei 5580 previsti per la Sicilia appare dovuta, necessaria e fattibile», sottolinea Genovese che ribadisce come le aree indicate e proposte da più parti (l’ex area ASI di Giammoro-Milazzo, l’ex ASI di Villafranca Tirrena, le aree portuali della zona falcata di Messina a vocazione produttiva, l’area ex ASI di Larderia e la piastra logistica di Tremestieri) «ci trovano pienamente e favorevolmente d’accordo».
Ma per la Cisl, a questo punto, diventa di non secondaria rilevanza anche l’allineamento e la previsione delle aree relative ai porti di Villa San Giovanni (3,65 ettari) e Reggio Calabria (9,68 ettari) già inserite nella approvata Zes calabrese riferita al porto di Gioia Tauro.
«In tal senso – aggiunge Genovese – va bene l’inserimento previsto nell’emendamento di costituzione dell’Autorità Portuale dello Stretto del periodo al comma 6 dell’articolo 4 della legge 123 del 2017 che prevede come “i porti inseriti nell’area ZES rientrino nella competenza territoriale di una autorità di sistema portuale con sede in altra regione” ma è insufficiente se non si interviene modificando la normativa sul numero delle Zes per ogni regione. È evidente, a questo punto, come vada risolto in maniera netta il guazzabuglio prodotto dall’istituzione dell’Autorità Portuale e che rischia di compromettere la costituzione della Zes “dello Stretto”, elemento determinante per sedersi al tavolo delle opportunità o, al contrario, per continuare ad assistere al declino delle attività produttive presenti».