Ricciardello: "Non esistono soluzioni magiche per fare ripartire i lavori pubblici, ma servono leggi chiare e una macchina amministrativa preparata ed efficiente"
MESSINA – “Nominare Commissari per gestire l’opera pubblica dalla gara d’appalto al collaudo non garantisce di per sé lo sblocco dei lavori pubblici”. Il presidente dell’Ance Messina Giuseppe Ricciardello va controcorrente rispetto all’opinione comune emersa nel dibattito pubblico sulla ripresa delle opere infrastrutturali nel nostro Paese.
“In questo periodo va di moda citare l’esempio del Ponte Morandi di Genova come la panacea di tutti i mali del nostro settore, derivanti principalmente dai miliardi di euro fermi da tempo immemorabile per una serie di problemi legati a fattori diversi. La ministra De Micheli – continua Ricciardello – ha affermato recentemente di avere indicato alla presidenza del Consiglio ed al Ministro dell’Economia un elenco di 25 grandi opere che godranno di procedure straordinarie, gestite da 12 commissari, per espletare le gare d’appalto in tempi certi e per essere poi ultimate in tempi celeri.
Il presidente dei costruttori: “I commissari funzionano nelle emergenze”
Molti miei colleghi sono entusiasti dei commissariamenti e si augurano che questo metodo venga esteso a tutto il mondo dei lavori pubblici, dimenticando le distorsioni legate a misure parziali. Ne ho discusso più volte, recentemente, durante gli incontri avuti in Ance nazionale come membro della Commissione referente Opere pubbliche – afferma il presidente dei costruttori messinesi – e sostengo in modo convinto che i Commissari funzionano nelle emergenze, soprattutto durante la fase di esecuzione dei lavori, mentre occorre combattere la piaga della burocrazia paralizzante rivoluzionando completamente le norme di aggiudicazione degli appalti”.
Ricciardello ricorre alla propria esperienza personale: “Con la mia impresa abbiamo partecipato alla gara per il Ponte Morandi a Genova, citata come pratica da imitare in quanto governata da un Commissario. Ma l’esito della gara è stato assolutamente insoddisfacente. Non sempre il potere di operare in deroga è indice di effettiva concorrenza. Solo in casi eccezionali sarebbe opportuno ricorrere al Commissario in fase di aggiudicazione, ma utilizzando la procedura della trattativa privata e garantendo pienamente qualità, trasparenza e legalità”.
Infine, la proposta dell’imprenditore messinese: “Occorre cambiare in modo radicale il Codice degli Appalti attualmente vigente, sostituendolo con una legge che preveda procedure di aggiudicazione snelle ma che garantiscano la qualità dell’offerta da parte dell’impresa e la partecipazione di chi realmente è in grado di realizzare le opere, sulla base delle qualifiche Soa realmente possedute, tutelando, così, gli interessi della pubblica amministrazione e la sostenibilità dei lavori, controllando in modo efficace la legalità di tutto l’iter. Perché non esistono soluzioni magiche per fare ripartire la locomotiva dei lavori pubblici, ma servono leggi chiare e una macchina amministrativa preparata ed efficiente”.