L’Associazione nazionale dei Consumatori CODICI, il Psi, Cittadinanzattiva e Italia dei Valori dicono la loro sulla crisi idrica che sta nuovamente tenendo sotto scacco la città
Sembrava un capitolo chiuso ed invece l’emregenza idrica torna a tenere sotto scacco la città, reduce da un iuncubo durato già 8 giorni. Inevitabili le reazioni a questa nuova carenza d’acqua, causata da un nuovo guasto all’acquesdotto per la nuova frana a Calatabiano.
“Quanto accaduto a Messina certifica come in Città si navighi a vista non riuscendo a risolvere i problemi dei cittadini ma anzi esponendo gli stessi a ad una crisi idrica che perdura ormai da settimane con seri rischi igenico-sanitari e che viola il diritto dei messinesi ad usufruire di un bene pubblico ed essenziale come l’acqua. Ma cosa ancor più grave è che a quanto pare in Città, si è creato un vero e proprio mercato nero dell’acqua gestito. Per tale ragione stiamo predisponendo un dettagliato esposto-denuncia indirizzato alla Procura della Repubblica di Messina con il quale chiediamo di fare luce su quanto accaduto in queste settimane e nel contempo annunciamo l’avvio di una class action con la quale chiederemo il risarcimento dei danni subiti da ogni singolo cittadino a causa dei disagi di questi giorni. Ivano Giacomelli e Manfredi Zammataro, rispettivamente segretario Nazionale e Regionale dell’ Associazione nazionale dei Consumatori CODICI- Centro per i Diritti del Cittadino, invitano i cittadini a visionare il sitowww.codicisicilia.com per essere aggiornati sulle modalità per aderire alla class action e a scrivere una mail a codici.sicilia@codici.org per raccontare la propria storia”.
Secondo il segretario provinciale del Partito socialista, Maurizio Ballistreri, “è doveroso commissariare l’Aman. Il presidente della Regione siciliana Crocetta, con decreto, deve disporre l’erogazione da parte dell’acquedotto dell’Alcantara dell’acqua ai messinesi. Tale intervento, alla luce delle prerogative che lo Statuto autonomistico attribuisce al presidente della Regione siciliana in materia di sanità pubblica e sicurezza dei cittadini, non si configura come una facoltà ma come un obbligo, la cui mancata ottemperanza può essere rilevata come un comportamento omissivo innanzi alla competente autorità giurisdizionale”.
CITTADINANZATTIVA – Coord. Prov. Procuratori dei Cittadini si chiede perché, data l’emergenza idrica protrattasi per più di una settimana e ripresentatasi …. l’Amministrazione Comunale non avanzi formale richiesta al Governatore della Regione siciliana ed alla Presidenza del Consiglio dei ministri della dichiarazione dello stato di calamità naturale, in ordine ai danni provocati ai Cittadini, alle Scuole ed agli esercizi commerciali? Messina è in una condizione di grande difficoltà economica e sociale. La richiesta di stato di calamità potrebbe consentire ai Messinesi la sospensione dei tributi e di avere gli aiuti necessari ad uscire dalla situazione precaria e di emergenza idrica in cui trovasi la Città.
“Io credo che vi sia stata prova di incapacità amministrativa da parte del sindaco, dell'azienda che gestisce l'acquedotto e della Regione Sicilia. Non è possibile che si ripari un acquedotto e che dopo due giorni si verifichi una nuova rottura un metro più avanti. Vanno rimossi coloro che non sono stati in grado di garantire un servizio pubblico a Messina con un disagio improponibile per i cittadini”. Lo ha detto il segretario nazionale dell'Italia dei Valori Ignazio Messina, ospite a 'Mattino 5'.
“La questione dell'acqua in Sicilia è assai risalente. Da sindaco di Sciacca, nel 1993 – ha ricordato Messina- la prima denunzia che presentai è stata proprio contro l'ente che gestiva l'acqua perché chiudevano il flusso, ed i cittadini rimanevano a secco. Il tutto presumo, per far uscire le autobotti e far guadagnare qualcuno. Dopo la mia denunzia è tornata l'acqua”.
“Allora bisogna assumersi le proprie responsabilità: serve prevenzione, si risolvano i problemi garantendo comunque i cittadini e non li si esponga a quella che è la 'mafia dell'acqua'”, ha concluso.
Sull'argomento anche il segretario cittadino di Italia dei Valori, Salvatore Mammola: "Solo chi non capisce un "tubo" può pensare che la rottura dell'impianto di distrubuzione dell'acqua verificatosi a Calatabiano in seguito ad un evento franoso sia colpa dell'amministrazione Accorinti,è certamente colpa del dissesto idrogeologico presente in Sicilia ed in gran parte del nostro Paese. Detto ciò voglio spiegare il perché della nostra richiesta di dimissioni di quest'altra mala -amministrazione che è toccata alla nostra Città. La gestione dell'emergenza ha "fatto acqua" da tutte le parti; allo stesso modo il tuo ufficio stampa, ma con voi anche un ufficio stampa diretto dal compito Enzo Biagi darebbe gli stessi risultati. Chi ti consiglia sulla comunicazione ha preso in diploma per corrispondenza o nei corsi di formazione regionali? Avete dato uno spettacolo indecente della gestione dell'epoca crisi idrica! Sei stato assente,sei partito per "l'importantissima" riunione dell'ANCI. Hai abbandonato la tua nave che "faceva acqua" come uno Schettino qualunque. Un Sindaco deve stare vicino ai propri concittadini, non fare passerelle e lasciarsi andare a false dichiarazioni trionfalistiche, per nutrire il proprio ego già abbastanza grasso. Basta attaccare i tuoi predecessori son passati due anni, sei tu il Sindaco col tuo cerchio magico! Adesso abbiamo una nuova crisi idrica, dopo appena un giorno dalla riparazione, siamo di nuovo senza acqua! Dice bene Crocetta "gli interventi vanno fatti con la testa, non con i piedi. Adesso sento che la colpa è dei Messinesi che non hanno pagato le bollette. Ma che informazioni dai agli amici pseudo giornalisti d'assalto che gettano fango sui miei concittadini, l'Amam non ha il bilancio in attivo? Perché non dici ai giornalisti che vengono intervistati a Canale 5 il perché non si fa la dovuta manutenzione? Cosa ha fatto il presidente dell'AMAM ,Termini da te nominato? Ma in due anni che programmazione avete fatto? Messina è una Città che sta sull'acqua ed è circondata dall'acqua, ti pare normale pagarla a 69 centesimi al metro cubo? Era così difficile programmare un dissalatore fotovoltaico per rifornire del prezioso liquido la nostra Città? Ormai Messina è devastata e non solo per colpa di" quellicheceranoprima" ma anche e sopratutto per la tua mala amministrazione, avevi la possibilità di dimostrare di saper gestire un'emergenza, hai clamorosamente fallito, fattene una ragione e dimettiti".
“Messina vive nell’incubo e Crocetta sembra sceso dal pianeta Papalla”. A dirlo è il segretario regionale del Partito Comunista d’Italia Antonio Bertuccelli. “Crocetta che, non dimentichiamolo, riveste il ruolo di Presidente della Regione, si preoccupa di non finire sui giornali nazionali sperando di evitare l’ennesima brutta figura davanti al resto d’Italia”. E’ questa la sua preoccupazione dinnanzi al dramma che i messinesi vivono a causa della grave crisi idrica? Se ne faccia una ragione: la realtà è sotto gli occhi di tutti, sia in Italia che all’estero”. “Non lasciate scorrere l’acqua inutilmente, rispettate il vostro turno ai punti di distribuzione, evitate sprechi”, sono affermazioni superficiali che sanno di scaricabarile”.
“Dal Presidente ci aspettavamo la prospettiva di una soluzione definitiva, continua Bertuccelli, e invece ci troviamo ad assistere ad una lezione di economia domestica che non allevierà le sofferenze dei messinesi. Ci dica, piuttosto, se ha mai valutato l’ipotesi della realizzazione di un impianto di dissalazione o, considerate le, oramai costanti, allerta meteo, alla possibilità della raccolta delle acque piovane che potrebbero trasformare le calamità in manna dal cielo”.
«C’è stata una evidente sottovalutazione del problema e probabilmente l’arroganza di pensare di essere autosufficienti». Il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese, commenta così la nuova emergenza idrica che sta vivendo e continuerà a vivere per i prossimi 15 giorni la città dello stretto. «Si sta dimostrando – aggiunge Genovese – come fosse necessario da subito un intervento coordinato che coinvolgesse sia la Regione Siciliana che il Governo nazionale. Adesso si sta affrontando l’emergenza dell’emergenza, cercando di risolvere un problema contingente, ovvero il rifornimento idrico minimo alle famiglie, e di intervenire in maniera strutturale sulla frana». La Cisl, già mercoledì scorso, dopo il vertice in Prefettura, aveva lanciato l’allarme anche per la situazione di grave difficoltà di famiglie e attività commerciali. «Molte famiglie sono disperate – ribadisce Tonino Genovese – l’economia è ancora messa in ginocchio da una situazione figlia della mancata programmazione negli anni e dell’attuale incapacità a trovare soluzioni immediate per il ripristino di una erogazione sufficiente a non dover nuovamente assistere alla chiusura di scuole e uffici e, soprattutto, alle difficoltà che le fasce deboli della popolazione stanno soffrendo in questi giorni. Auspico – conclude Genovese – che questa gravissima emergenza sociale possa rappresentare un punto di svolta per la città di Messina, per i cittadini messinesi che non possono e non devono più sopportare supinamente la loro mortificazione».
“Venga dichiarato urgentemente lo Stato di Emergenza”, interviene così il Movimento 5 Stelle all’Ars che ha appena presentato un’interpellanza rivolta a Crocetta affinché si attivi per fare richiesta al governo nazionale. L’evento franoso in questione è lo stesso che ha compromesso l’erogazione dell’acqua nel Comune di Messina per ben due volte in pochi giorni. “Le acque, miste a fango e detriti, hanno già invaso un intero quartiere alle falde del vicino monte Castello, – afferma la prima firmataria dell’atto parlamentare, la deputata del Catanese Angela Foti – adesso, anche il centro abitato di Calatabiano e gli stessi abitanti sono in pericolo”. Secondo la deputata alla Camera Giulia Grillo, la situazione di dissesto idrogeologico del territorio è divenuta ormai gravissima. “I continui smottamenti – continua Grillo – minacciano sia infrastrutture di primaria importanza, quali la rete fognaria, sia il patrimonio storico culturale della cittadina”. “Ancora una volta, – conclude la parlamentare a Palazzo dei Normanni Angela Foti – ci troviamo di fronte all’ennesimo disastro riconducibile alla reiterata assenza di programmazione e ad un uso sconsiderato del territorio. Bisogna agire prima che sia troppo tardi, necessari i lavori di messa in sicurezza dell’area ed il consolidamento della collina che sta franando davanti agli occhi dei calatabianesi”. Anche alla Camera, proprio in queste ore, viene discussa la risoluzione del deputato Gianluca Rizzo che vede nell’intervento dell’Esercito una possibile soluzione ai problemi della Sicilia. Rizzo chiede di impiegare il 4o reggimento Genio guastatori di Palermo nelle attività di controllo di tutte le infrastrutture siciliane, nonché di dare sostegno, anche con stanziamento di nuovi mezzi e uomini, per attività di ricostruzione di tutte quelle infrastrutture che risulteranno nelle condizione di poter essere rimesse in servizio e che non implichino attività di durata superiore ai tre mesi. “Molti sono stati gli interventi sul territorio siciliano – afferma Rizzo – comandati ai militari di questo reparto dell'esercito italiano in questi ultimi decenni”. Sempre a Montecitorio, proprio oggi si è discusso un question time a firma del portavoce Cinquestelle Francesco D’Uva; il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, avrebbe dovuto rispondere ad una interrogazione sulle iniziative volte ad affrontare l'emergenza idrica dovuta al dissesto idrogeologico. “Increscioso ma vero, – afferma Valentina Zafarana, parlamentare M5S all’Ars del Messinese – ancora una volta il Ministro annuncia soldi già vecchi. Nessuna traccia di fondi nuovi. Si tratta di circa 650 milioni di euro già annunciati per il 2015 e ora sbandierati di nuovo a partire dal 2016, per realizzare solo 33 opere in cinque regioni del centro nord. Restano escluse Sicilia, Calabria e Campania, proprio quelle più colpite dal maltempo, che tuttora restano sommerse dal fango, senz’acqua e isolate dal resto d’Italia”. “Il question time di oggi – conclude Zafarana – ha certificato l’abbandono del sud da parte di Renzi”.