Messina e la Regina Elena che nel 1908 vestì da infermiera e soccorse i feriti

Messina e la Regina Elena che nel 1908 vestì da infermiera e soccorse i feriti

Daniele Ferrara

Messina e la Regina Elena che nel 1908 vestì da infermiera e soccorse i feriti

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giovedì 28 Dicembre 2017 - 09:26

In occasione dell'anniversario del terremoto e mentre in Italia è polemica sul rientro della salma di Vittorio Emanuele III vogliamo ricordare quel che fece la Regina nelle settimane della tragedia per la città ed i superstiti

Elena del Montenegro, ovverosia Jelena Petrović-Njegoš, è una figura che ricorre in modo importante nella toponomastica di Messina e il motivo è tristemente, ma teneramente, noto più o meno a tutti: l’orribile terremoto del 1908, che la vide protagonista mirabile delle operazioni di salvataggio di molte vite.

Elena, Regina Consorte d’Italia in virtù del matrimonio con Vittorio Emanuele III di Savoia, aveva una personalità brillante e gentile. Principessa illirica, figlia di Re Nicola del Montenegro e rampolla della secolare dinastia dei Principi-Vescovi di casa Petrović-Njegoš, aveva studiato allo Smol’nyj di Pietroburgo, era appassionata d’arte ma soprattutto amava intensamente la medicina, tanto da sostenere personalmente le ricerche contro malattie tuttora problematiche; la sua compassione, poi, era ancora più grande.

Forse è a Messina che fu compiuta la più grande impresa caritatevole della Regina.

Quando il sisma colpì Messina e l’area dello Stretto il 28 Dicembre 1908, Elena giunse sul posto insieme a suo marito il Re con alcune navi. Erano arrivati per primi i Russi che con la risolutezza degli eroi dei loro poemi avevano estratto già molte vite dalle macerie. All’interno di un intervento italiano probabilmente inefficiente e deludente, la Regina illirica costituì un’eccezione e si dedicò in modo consistente ai soccorsi al pari dei generosissimi aiuti provenienti dalle marine presenti in quelle acque.

Pianse Elena quando vide il disastro che la furia della natura aveva inflitto alla nobilissima città e ai suoi abitanti sopravvissuti, ai quali rivolgeva parole di conforto mentre li accoglieva nelle navi. Infatti, allestì ospedali al loro interno e ivi medicava i feriti in prima persona grazie alle sue competenze mediche. Inoltre, in virtù della sua amicizia con lo Zar Nicola, contattò altre navi russe che transitavano in zona e lanciò loro l’allarme convincendole ad avvicinarsi a Messina per prestare soccorso.

Fu vista fare persino di più: sicuramente contro il volere del Re, andò in mezzo alle rovine coordinando salvataggi e medicando coloro che ancora erano in vita, dimostrando sangue freddo nel raggiungere addirittura le zone più disastrate e a rischio di crollo prima ancora di altri soccorritori. Vestiva come un’infermiera, scegliendo d’essere la Regina dei sofferenti; per chi la vedeva e la riconosceva, doveva davvero apparire come un angelo celeste.

Non si limitò alla permanenza a Messina l’impegno della principessa montenegrina: ritornata a Roma, iniziò a confezionare vestiti per i terremotati insieme alle sue giovani figlie, tessendoli nella sala del trono stessa. Il Villaggio Regina Elena, uno dei quartieri provvisori sorti dai finanziamenti dei benefattori, fra i tanti designati con nomi degli stranieri donatori, fu intestato direttamente a lei.

Oggi la Regina della Carità è sulla via della canonizzazione ed è riverita come Serva di Dio dalla Chiesa Cattolica. Doveva essere una sovrana consorte illirica a dare amore vero e conforto a Messina e alla Sicilia in un momento di massima angoscia e lutto, più ancora dei figli di casa Savoia; e il nostro popolo le sarà per sempre riconoscente.

Nel giorno dell’anniversario del sisma e mentre nel Paese è polemica sul ritorno della salma di Vittorio Emanuele III, vogliamo ricordare quel che la consorte fece per il nostro territorio martoriato.

A Sua Altezza Reale Jelena Petrović-Njegoš del Montenegro.

Daniele Ferrara

6 commenti

  1. Tutto questo mentre il re suo marito faceva bombardare messina via nave, seppellendo definitivamente i superstiti sotto le macerie, demoliva edifici e monumenti rimasti con la dinamite e faceva fucilare senza processo chi, mentre cercava tra le macerie di casa sua, era accusato di sciacallaggio…

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  2. http://www.veja.it/2016/10/20/bersaglieri-derubarono-terremotati-messina-la-scomoda-verita-del-terremoto-messina-reggio-del-1908-conservata-negli-archivi-russi/
    LA SCOMODA VERITÀ DEL TERREMOTO DI MESSINA E REGGIO DEL 1908 CONSERVATA NEGLI ARCHIVI RUSSINella relazione si legge: (6 Gennaio 1909) del vice-console di Catania: “bisogna notare anche l’opera dei marnai inglesi delle navi “Sutley” e “Minerva” che in accordo hanno aiutato i nostri. Invece nonostante la presenza a Messina di tre sue navi militari italiane, il Governo Italiano, fino al 1 Gennaio, non ha fatto nulla per prestare soccorso alle vittime, il terremoto fu solo una ennesima occasione per continuare il saccheggio delle regioni meridionali intrapreso nel 1861

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  3. NON FORSE E’ IMPRESA CARICATEVOLE ALTRA E’ STATA QUANDO HA TRASFORMATO IL QUIRINALE IN UNA GRANDE INFERMERIA PER GLI EROI FERITI DELLA GRANDE GUERRA. ORA E’ QUELLA SEDE E’ STATA MACCHIATA MOLTE VOLTE DA PERSONE INCOMPETENTI E ANTI ITALIANI.

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  4. Non è vero che scese dalla nave. Nella città distrutta non l’ha vista nessuno. Altro che umanità si spaventava di beccarsi qualche malattia….

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  5. Non è vero che la regina Elena non scese dalla nave. Uno zio di mio padre che si trovava a a Messina con la moglie durante il terremoto raccontava che avendo visto tra le macerie una signora elegantemente vestita di bianco si erano indignati per questa presenza fuori luogo. Poi appresero che era la regina d’Italia Elena del Montenegro.
    Sentii personalmente questa testimonianza dello zio di mio padre nel 1948.

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  6. Grandi Sovrani, la magnanimità di Vittorio Emanuele III la si ritrova ancora , quando creò e finanziò l’ ISTITUTO INTERNAZIONALE DI AGRICOLTURA, che nel 1948 si trasformò nella FAO!!

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