Nel primo anno della nuova giunta è cambiato anche il linguaggio. Nulla è normale, tutto è diventato "epocale", ed ogni forma di partecipazione è "straordinaria". Ecco,dalla a alla z come è cambiato il modo di parlare grazie al lessico accorintiano.
L’anno epocale che abbiamo vissuto ha cambiato anche il nostro lessico e tra le righe degli articoli sono spuntate frasi e parole mai usate prima, strane locuzioni alle quali in riva allo Stretto nessun amministratore ci aveva abituato.
Ecco la RIVOLUZIONE DEL LINGUAGGIO GRAZIE AL LESSICO ACCORINTIANO
A come “Abbracciamo gli alberi” (tranne quelli che tagliamo) e già che ci siamo abbracciamo anche gli uomini, gli uccellini, le cose, l’universo intero e persino i tifosi della Reggina (un abbraccio integrato dello Stretto).
B come “Bene comune”, la cultura è un bene comune, la politica è bene comune, i luoghi storici, i paesaggi, le risorse umane. Anche Accorinti è il Bene comune per eccellenza.
C come “Concreto come un sognatore”è stato il suo slogan a gennaio quando ha annunciato il sogno che, con concretezza, pochi mesi dopo lo avrebbe portato a Palazzo Zanca.
D come “default spirituale”- abituati a sentir parlare di default delle casse comunali per mesi ci siamo interrogati su cosa sia, concretamente, quel “default spirituale” al quale fa sempre riferimento il sindaco e soprattutto ci siamo chiesti: ma in questi casi il ministero dell’anima manda un commissario ad acta? E dobbiamo presentare un piano di rientro filosofico decennale o da qui all’eternità?
E come “errante/ errore”- Quando viene criticato il sindaco replica: “guardo all’errore mai all’errante”. Peccato che poi, non accettando le critiche, si convince, chissà perché, che gli altri guardino solo all’errante e mai all’errore…
F come “Flotta comunale”- Annunciata come la panacea di tutti i mali è rimasta come una leggenda metropolitana, anzi, una leggenda dell’area integrata dello Stretto
G come “guardiamo il mondo con gli occhi dei bambini”- “dobbiamo imparare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini” senza retropensieri, sovrastrutture, cinismi.
H come Hiroshima- per il sindaco Messina è ridotta come Hiroshima dopo la bomba atomica. Come dargli torto?
I come “Integrata”- L’area integrata dello Stretto è uno dei pallini di Accorinti, talmente integrata che ha voluto un assessore di Reggio Calabria per la delega alla cultura “siamo il popolo dello Stretto”
L come “libere”- “Abbiamo le mani libere. Non ci facciamo tirare la giacca da nessuno” Anche perché, come tutti sanno, Accorinti giacche non ne usa.
M come “momento epocale”- in realtà nel linguaggio accorintiano ogni cosa è epocale, un progetto, una passeggiata, una granita caffè con panna e persino al limone. Non c’è nulla che sia, se non normale, almeno “abbastanza straordinario” oppure “alquanto entusiasmante”
N come “nude”- più volte nel commentare la sua vittoria Accorinti ha ricordato d’esserci riuscito lottando “a mani nude contro una porta aerei” con riferimento alle corazzate porta-voti
O come “operazione verità”- annunciata all’insediamento come l’operazione verità da portare avanti in ogni settore finora non è stata ancora avviata. Diciamo che è una verità un po’ dura ad emergere anche quando è sotto gli occhi di tutti.
P come “ partecipazione straordinaria”, quella che secondo il sindaco si registra ad ogni piè sospinto e con entusiasmo su ogni avvenimento. Ed in effetti, se ogni cosa è epocale ne consegue che ogni partecipazione non può che essere straordinaria
Q come “ quelli che c’erano prima”- è il ritornello dell’intera giunta per qualsiasi intoppo o problema. Di recente anche la pioggia di giugno è stata addebitata ai vecchi amministratori. Nel frattempo si utilizza la frase per mandare i bambini a letto: “se non ti corichi ti mando quelli che c’erano prima e allora….” I bambini, terrorizzati, si addormentano sul colpo
R come rivoluzione- Quella a cui fa riferimento il sindaco “è una rivoluzione del cuore, dell’anima, dei comportamenti, dei metodi, degli schemi. Una rivoluzione dal basso”
S come “sindaco di tutti”- Voglio essere il sindaco di tutti
T come “Tibet”- le magliette con la scritta Free Tibet resteranno l’immagine simbolo del sindaco e la parola Tibet è entrata a far parte del linguaggio dei messinesi anche se non tutti sanno esattamente in quale parte del globo si trovi, da cosa debba essere liberato e perché.
U come ultimi- “la nostra priorità sono gli ultimi”. Pensando agli ultimi, ad esempio, ha realizzato la Casa di Vincenzo, per i senza tetto.
V come “Volare alto”- “Non dobbiamo pensare solo al nostro orticello, dobbiamo imparare a volare alto, ad alzare lo spirito”
Z come Zen- il sindaco più zen d’Italia invita spesso a dedicarsi alla meditazione ed ai suoi studenti insegnava l’importanza della meditazione nelle “stanze del silenzio”.
Probabile che adesso abbia la voglia di “rinchiudere” nelle stanze del silenzio parecchie persone….e gettare la chiave in un pozzo.
Rosaria Brancato- Danila La Torre- Francesca Stornante