Anno giudiziario 2025, anche a Messina la protesta dei magistrati

Anno giudiziario 2025, anche a Messina la protesta dei magistrati

Alessandra Serio

Anno giudiziario 2025, anche a Messina la protesta dei magistrati

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sabato 25 Gennaio 2025 - 07:00

La cerimonia, le toghe con la coccarda contro le riforme del governo e le parole del Presidente Lombardo

Messina – Inaugurazione dell’anno giudiziario con strascico di polemiche anche a Messina, dove i magistrati hanno annunciato azioni di protesta nei confronti delle riforme del governo in tema di giustizia.

La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2025

Ad aprire la cerimonia nell’aula della Corte d’Assise di Palazzo Piacentini sarà il primo presidente della Corte d’Appello Luigi Lombardo, a cui è affidata la relazione (circa 300 pagine) che riassume l’andamento della giustizia nel distretto, attraverso l’analisi e il commento dei dati statistici. A prendere la parola subito dopo saranno il rappresentante del Ministro della Giustizia, il dottore Massimo Parisi del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, e il consigliere Antonino Laganà in rappresentanza del Consiglio Superiore della Magistratura. A seguire, gli altri interventi programmati.

La protesta delle toghe

Le toghe aderenti all’Associazione nazionale magistrati prenderanno parte alla cerimonia di apertura che si terrà a Palazzo Piacentini con una coccarda e la costituzione in mano e sono previste altre azioni per segnalare le critiche dei magistrati in particolare nei confronti della separazione delle carriere. Anche il primo presidente della Corte d’appello Luigi Lombardo nella sua relazione annuale dedica una parte del suo intervento all’acceso dibattito tra magistratura e politica.

Il presidente Lombardo sull’abolizione dell’abuso d’ufficio

“Talune riforme approvate o ancora in discussione in Parlamento non appaiono in linea con i principi dello Stato di diritto. Innanzitutto, l’abolizione del delitto di abuso d’ufficio. Con l’abolizione del delitto di abuso d’ufficio è rimasta senza presidio la norma dell’art. 97 Cost., che detta il principio di legalità e di imparzialità dell’azione amministrativa”, scrive il Presidente nella relazione.

La separazione delle carriere

A proposito della separazione delle carriere, Lombardo sottolinea che “…separare le carriere del giudice da quella del pubblico ministero non vorrebbe dire soltanto porre in pericolo l’indipendenza di quest’ultimo, che sarebbe prima o poi inevitabilmente trascinato sotto l’influenza del potere esecutivo e della maggioranza politica di turno; vorrebbe dire porre in pericolo l’indipendenza dello stesso giudice. È in gioco lo Stato di diritto, che non può prescindere da una giurisdizione indipendente dalle influenze degli altri poteri dello Stato”.

Il tranello dell’organo di accusa

“Avverto di non cadere nel tranello di ritenere che, in fondo, sia giusto che il giudice appartenga ad una carriera diversa da quella del pubblico ministero, perché questi sarebbe un accusatore. Il pubblico ministero non è un organo di accusa, come pure suggestivamente si vuole spesso rappresentare. È un organo di giustizia, chiamato ad esercitare le sue funzioni di impulso verso il giudice con indipendenza e con imparzialità”, prosegue Lombardo.

I dati smentiscono il “condizionamento” del pm

Il primo presidente della Corte d’Appello di Messina porta a supporto i dati statistici che “consentono di escludere del tutto che i giudici si facciano condizionare dal pubblico ministero, 130 se è vero – come è vero – che il numero delle assoluzioni in primo grado si aggira intorno al 50% dei processi celebrati. V’è da chiedersi, allora, perché si porti avanti una riforma costituzionale di così grande impatto, senza neppure volere considerare che, a seguito di normative sempre più restrittive, i passaggi dalla funzione di giudice a quella di pubblico ministero e viceversa, secondo gli ultimi dati statistici, interessano ormai ogni anno appena lo 0,31% dell’intero ordine dei magistrati. La verità è che la separazione delle carriere è divenuta una questione ideologica, dietro la quale si nasconde la volontà di fiaccare il controllo di legalità esercitato dalla giurisdizione”.

Un commento

  1. IL TITOLO E’ INCOMPLETO ! LA PROTESTA DEI MAGISTRATI DI SINISTRA !!!

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