Non c'è giustizia se gli operatori non possono lavorare, ha ricordato il segretario della Cisl, Tonino Genovese. Non c'è giustizia se non si dice basta alla condizione disumana dei detenuti e non si approva l'amminstia, è la richiesta dei Radicali, in sit in davanti Palazzo Piacentini.
Neppure la pioggia ha fermato i Radicali messinesi, stamane, che hanno dovuto contenere i tempi dell’annunciato sit in ma non hanno mancato l’appuntamento della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario per far sentire la propria voce su quello che rimane una emergenza: la situazione delle carceri, in particolare del carcere messinese di Gazzi.
Maglietta gialla e impermeabile, i Radicali del circolo messinese, in testa Saro Visicaro, hanno sfilato silenziosamente, cartelli in mano, per promuovere la loro campagna nazionale in favore dell’istituzione del Garante dei Detenuti e dell’amminstia.
L’obiettivo della campagna – che vede da anni in prima fila il leader Marco Pannella con i suoi prolungati scioperi della fame e della sete – è quello dell'”Amnistia per la Repubblica” per la “fuoriuscita dell’Italia dalla condizione indiscutibile e indiscussa di flagranza criminale per la sua reiterata, ultradecennale violazione di diritti umani fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e tutelati dalla Convenzione Europea sui diritti umani relativi al divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti e all’irragionevole durata dei processi”.
Al grave emergenza delle carceri hanno dedicato un ampio passaggio, durante gli interventi programmati alla cerimonia, sia il rappresentante del Ministero, Caterina Garufi (dell’ufficio legislativo del Ministero della Giustizia) sia il Procuratore Generale Carmelo Briguglio.
Accanto, c’è stato spazio anche per un altro tema importante legato ai problemi della giustizia, quello degli operatori. Tema sul quale è intervenuto il segretario della Cisl, Tonino Genovese: “Anche a Messina i lavoratori e gli operatori del settore giudiziario si trovano alle prese con le difficoltà che vanno dalla inadeguatezza delle strutture giudiziarie della città di Messina con la dislocazione delle sezioni in più ambiti, con l’esiguità degli spazi per le udienze, con l’inidoneità dei locali privi pure di impianti di condizionamento dell’aria. Ed è evidente che la disorganizzazione delle strutture giudiziarie di Messina e la mancata realizzazione di una cittadella giudiziaria, ripercuotendosi negativamente dal punto di vista logistico sull’attività degli operatori del diritto (avvocati, consulenti ecc.), implica inevitabilmente un aumento dei costi della giustizia per il cittadino e per le casse comunali.”
” La riforma della geografia giudiziaria, che riguarda la sola organizzazione giudiziaria ma non le altre articolazioni del ministero, non produrrà grandi benefici in termini economici. Forse non è necessario oggi ricordare che le soppressioni in Italia hanno riguardato Mistretta, le sezioni distaccate di Sant’Agata di Militello, Milazzo, Lipari, Taormina, i Giudice di pace di Ali’ Terme, Francavilla di Sicilia, Rometta, Santa Teresa di Riva, Taormina, Santo Stefano di Camastra, Naso, Sant’Agata di Militello, Sant’Angelo di Brolo, Tortorici, Lipari, Milazzo, Novara di Sicilia. “, ha ricordato il segretario della UIT Cisl.
“Sul fronte dei lavoratori, con contratti bloccati sine die, registriamo che operano da anni in condizioni di grave disagio economico ed in emergenza perenne, a causa delle carenze di strutture e mezzi adeguati. Dovranno aggiungere agli attuali disagi anche quelli che deriveranno dagli inevitabili trasferimenti in altre sedi. Gli operatori tutti della giustizia e i cittadini utenti, dovranno subire inevitabili aggravi di costi, diretti ed indiretti, per usufruire del servizio giustizia. Non v’è dubbio alcuno che si determineranno contraccolpi sulla già grave situazione economica e sociale dei territori interessati e per intere economie.”
“Il mondo del lavoro messinese ha ormai maturato la necessaria consapevolezza che senza legalità non ci può essere sviluppo, perché la mancanza di legalità non garantisce la partecipazione – ha concluso il sindacalista – Ma siamo anche convinti che solo la partecipazione democratica alla vita della comunità, che non può essere limitata solo al momento elettorale, può favorire la formazione di idee forti e progetti di sviluppo, un maggiore impegno di persone di qualità per il buon governo della cosa pubblica. Condizioni preliminari indispensabili queste, per intraprendere una fase di riscatto e crescita anche nella provincia di Messina”.